Il cortocircuito economico

Ottengono fondi regionali ma le banche non fanno credito: “Così si bloccano nuove assunzioni”

La denuncia di una impresa bassomolisana in salute e con grande mercato italiano ed estero, costretta a rinunciare ai finanziamenti pubblici per l’impossibilità di avere sostegni dagli istituti di credito. “Frenare l’aumento di produzione è svilente, ci sentiamo abbandonati”

Perdere un finanziamento regionale perché le banche non concedono i fondi necessari. Un No per certi versi incomprensibile, che frena sia l’ampliamento dell’azienda che l’apertura a nuove assunzioni.

Succede in una azienda del Basso Molise, specializzata nella produzione di componenti per la pesca subacquea, che denuncia una situazione vissuta anche da altre piccole e medie imprese del territorio. La ritengono “una enorme ingiustizia legata al sistema degli aiuti alle imprese che viene perpetrata da decenni ai danni di imprese sane”.

Il caso è emblematico di come spesso la troppa burocrazia e i grossi vincoli esistenti frenino la crescita del tessuto imprenditoriale locale e di conseguenze l’economia. “La nostra azienda è attiva da decenni nel settore della produzione di componenti per la pesca subacquea; è un settore estremamente importante, e la nostra azienda si è imposta nel mercato italiano ed estero con prodotti di altissima qualità. Avendo intenzione di aumentare la produzione per l’altissima richiesta proveniente dal settore della pesca subacquea attraverso l’acquisto di un macchinario ad altissima tecnologia e presentandosene l’occasione ha presentato domanda di contributo a fondo perduto alla Regione Molise nell’ambito della misura Por Fesr-Fse Molise 2014-2020 – Azione 3.4.1. ‘Aiuti per investimenti in macchinari, impianti e beni intangibili, e accompagnamento dei processi – Asse 3 ‘Competitività dei sistemi produttivi’”.

L’importanza di tale investimento è presto spiegata. “Con tale progetto la nostra azienda ha fatto richiesta alla Regione Molise di un contributo a fondo perduto del 50% per l’acquisto di un macchinario di nuova generazione ad altissimo potenziale, che avrebbe comunque consentito all’azienda di soddisfare l’enorme richiesta proveniente dal mercato italiano ed estero ed avrebbe, cosa molto importante, implementato l’organico attuale di nuove figure professionali con nuove assunzioni stabili. Ebbene, il progetto è stato finanziato dalla Regione, ritenuto virtuoso, ammissibile al finanziamento a fondo perduto; ma il sistema si è arrestato nel momento in cui la nostra azienda ha dovuto ricercare il finanziamento della restante parte dei fondi necessari per la realizzazione del progetto”.

Per la piccola impresa bassomolisana è iniziata una sorta di odissea. “Per circa tre anni abbiamo interpellato diversi istituti di credito, ma nessuno ha voluto finanziare il progetto. Non è servito a nulla la presentazione di bilanci perfettamente in salute che mettevano in evidenza un’azienda fortemente in crescita con un notevole margine che assicurava comunque il pagamento degli impegni presi, né è servito a nulla aver messo in evidenza che una situazione passata era stata sistemata regolarmente. Pertanto ad oggi le agevolazioni sono state revocate”.

Al di là della vicenda nello specifico, è il quadro generale a mortificare chi fa i salti mortali per portare avanti aziende che meriterebbero ben altra attenzione. “Non ci interessa entrare nel merito, ma ci preme sottolineare come questo sistema di aiuti tende a svilire e a mortificare il lavoro svolto da tanti imprenditori capaci e che producono risultati sia in termini di occupazione sul territorio e sia in termini di economia. Non è possibile che a fronte di progetti meritevoli di sviluppo e di approvazione da parte di un Ente qual è la Regione poi non si stabilisca un vincolo nei confronti degli Istituti di Credito per il finanziamento della restante parte; non è neanche possibile che si valutino come inibenti situazioni debitorie legate al passato quando poi attualmente l’attività presenta una situazione di forte positività”.

Si tratta di un problema – quello della difficoltà a trovare apertura nelle banche – che negli anni ha portato a incrementare le difficoltà già vissute dalle Pmi in Molise e non solo. “Il sistema del ‘marchio a vita’ – rimarca l’azienda bassomolisana – riguarda solo il nostro Paese ed è mortificante e svilente per la nostra economia. La conclusione è che ancora una volta, di fronte a tante storture, con molta amarezza dobbiamo constatare come le aziende sono lasciate alla iniziativa privata senza aiuti reali. Oltre al danno anche la beffa di aver sostenuto costi inutili per la presentazione del progetto senza aver ottenuto nulla ma soprattutto senza aver potuto contribuire alla crescita del territorio in termini occupazionali”.

commenta