Il duello finale

L’Italia al ballottaggio per scegliere i nuovi sindaci: da Roma a Torino fino a Isernia

Domenica e lunedì la città pentra torna alle urne per la sfida fra Gabriele Melogli e Piero Castrataro. Si parte da zero a zero dopo un primo turno praticamente alla pari

Se gli occhi dell’Italia politica sono indirizzati verso Roma e Torino, per i molisani la sfida da seguire è a Isernia, unico dei 30 Comuni chiamati a rinnovare i consigli comunali dove era possibile – e in effetti si svolgerà – il turno di ballottaggio per stabilire il nuovo sindaco. Si fronteggiano Gabriele Melogli e Piero Castrataro.

Non potrebbero essere due sfidanti più diversi. Esponente storico del centrodestra isernino il primo, volto semi nuovo della politica il secondo. Già sindaco per dieci anni (2002-2012) l’avvocato Melogli, che di primavere ne ha 75, assessore esterno (con De Vivo primo cittadino) per un breve periodo l’ingegnere nucleare Castrataro, che deve ancora spegnere 46 candeline.

Al primo turno è finita pari o quasi. Melogli si è fermato a 5.425 preferenze, mentre 5.271 elettori hanno barrato il nome di Castrataro. In termini percentuali fa 42,88% a 41,66%. Oltretutto le liste di Melogli hanno fallito per una manciata di voti la soglia del 50% che avrebbe assegnato loro il premio di maggioranza.

Andati a monte anche i tentativi di apparentamento fra il centrodestra ufficiale e quello degli scissionisti rappresentati a questa elezione da Cosmo Tedeschi. Il partito di Fratelli d’Italia, il più rappresentativo della sua coalizione, ha annunciato che voterà Melogli, ma Tedeschi e diversi altri dei suoi candidati hanno preferito non pronunciarsi.

Per cui si parte davvero da zero a zero e la sfida si preannuncia avvincente nonché decisiva anche per il futuro della Regione e delle alleanze che scaturiranno dalle urne isernine.

L’elezione pentra si inserisce in un contesto nazionale di ballottaggi che deve pressoché ovunque il duello fa centrodestra e centrosinistra, com’era fino a una decina d’anni fa, prima che l’uragano M5S colpisse la politica italiana.

Finora, inutile negarlo, le elezioni 2021 hanno arriso più al centrosinistra che al centrodestra come dimostrano i risultati nettissimi di Milano, Bologna e Napoli, ma non è detto che il secondo turno non possa modificare il risultato e con esso il giudizio finale.

Campo centrale è quello di Roma, dove Enrico Michetti è opposto a Roberto Gualtieri. Usciti di scena Carlo Calenda e Virginia Raggi, la partita sembra quanto mai aperta e molto dipenderà da quanto gente andrà a votare.

A Torino stesso livello di incertezza, stante il ristretto margine e la non così netta differenza fra i due papabili al ruolo che è stato di Chiara Appendino nell’ultimo lustro. Da un lato Paolo Damilano (centrodestra), dall’altro Stefano Lo Russo (centrosinistra). Sia nella Capitale che nella città della Mole è il M5S a lasciare la guida della città ed è interessante capire come si orienterà l’elettorato, anche considerando un’affluenza in calo già al primo turno e verosimilmente in ribasso al ballottaggio.

Altra piazza particolarmente importante del secondo turno, specie in virtù delle proteste contro il Green Pass delle ultime ore, è Trieste, capoluogo della regione Friuli Venezia Giulia. Ma gli elettori sono chiamati di nuovo alle urne anche a Benevento, Caserta, Latina, Savona e Varese.

Si vota domenica 17 dalle 7 alle 23 e lunedì 18 dalle 7 alle 15. Subito dopo il via allo scrutinio. I nomi dei nuovi sindaci si conosceranno quindi lunedì pomeriggio, ancora qualche ora d’attesa e si saprà.

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