Il giorno dopo

L’ancien regime annaspa e la fascia tricolore si veste di rosa: 8 sindache elette su 30

Mentre le vecchie dinamiche di controllo del potere locale si inceppano, una delle novità emerse dalle amministrative 2021 in Molise è la crescita del numero di sindache, ora 21 in regione: numeri ancora bassi ma in linea con la media nazionale

Doverosa premessa: ogni elezione fa storia a sé e il ragionamento valido in un paese può essere meno calzante nel comune confinante. Detto questo, due dati sembrano emergere dalle amministrative 2021 in Molise. Da una parte la battuta d’arresto di vecchie dinamiche di potere ancorate ai politici di professione, incapaci rispetto al passato di ‘dare le carte’ anche a centinaia di chilometri dalla propria residenza. Dall’altra, una crescita, seppur lieve, del numero di sindache. Al femminile, com’è giusto dire.

Le donne in fascia tricolore passano da 16 a 21 in Molise. Numeri piccoli, è evidente, ma è bene sottolineare anche le minime variazioni rispetto a uno spartito che per decenni è stato sempre identico. Ieri sono state 8 su 30 (considerando che la sfida al ballottaggio a Isernia sarà fra due uomini) le donne elette al massimo scranno del rispettivo comune.

Se due sono state le conferme, cioè Marisa Margiotta a Castel San Vincenzo e Francesca Petrocelli ad Acquaviva d’Isernia, sei invece sono state le novità, sebbene per Sabrina Lallitto a Casacalenda si tratti di un ritorno dopo la prematura caduta della sua precedente Amministrazione meno di un anno fa. Le altre nuove sindache sono Laura Greco a Ururi, Stefania Pedrazzi a Morrone del Sannio, Anna Maria Boccardo a San Biase, Simona De Caprio a San Pietro Avellana e Maria Antenucci a Pesche.

Si vanno ad aggiungere a 13 sindache già in carica, mentre Letizia Di Iorio a Pizzone ha lasciato il testimone a un uomo, cioè Vincenzo Di Cristofano. Il totale fa quindi 21, di cui 10 in provincia di Campobasso e 11 in provincia di Isernia. Senza dimenticare che solo Simona Contucci, sindaca di Montenero di Bisaccia, amministra una popolazione superiore a 5mila abitanti.

Numeri bassi ma in media con quanto emerge a livello nazionale, dove la percentuale di sindache è del 15%, esattamente come in Molise a partire da ieri. (nella foto da sinistra Greco, Margiotta e Lallitto)

sindache donne

Che sia un segno dei tempi che cambiano è testimoniato anche dall’elezione di Laura Greco a Ururi, che era in lotta contro il sindaco uscente e un altro ex sindaco quale Antonio Cocco. Qualcuno può rimproverarle di essere rimasta vice sindaco di Raffaele Primiani fino all’ultimo e di averne sfruttato la scia per poi emergere in campagna elettorale, ma è un fatto che la sua candidatura ha superato quella di due personaggi politici già noti e consolidati a Ururi.

Che dire poi di Sabrina Lallitto? La caduta improvvisa della sua Amministrazione, a due giorni dal San Silvestro 2020, aveva sorpreso quasi tutti. Dietro quella manovra, per sua spontanea ammissione, c’era la consigliera regionale Aida Romagnuolo. Lallitto non ha nascosto anche una certa acredine in questi mesi nei confronti del presidente Donato Toma. Insomma, si è messa contro i vertici regionali e una parte della sua opposizione. Ciononostante il risultato delle urne le ha dato ragione di nuovo.

Ma anche senza voler toccare l’argomento di genere, perché più che il sesso è la competenza che conta in amministrazione pubblica, occorre rimarcare il risultato di Portocannone, dove si scontravano da una parte una lista in forte continuità coi cinque anni dell’Amministrazione Caporicci e dall’altra una lista che vedeva fra i candidati anche Carla Mascio, figlia dell’ex sindaco Luigi Mascio, già presidente del Cosib e simbolo di un potere trasversale che ha caratterizzato la politica molisana per anni.

Ebbene non solo la lista di Francesco Gallo ha stravinto, promettendo di proseguire l’opera di Caporicci, ma la débâcle di Adamo Gallo è testimoniata anche dallo scarso risultato elettorale di Mascio, che non è stata eletta nemmeno in minoranza.

Per una donna che non ce l’ha fatta, un’altra che ieri ha potuto esultare: è Stefania Pedrazzi che a Morrone del Sannio ha superato di soli due voti Luca Ambrosio, da molti considerato il ‘delfino’ dell’assessore regionale Nicola Cavaliere. Un altro indicatore che l’ancien regime molisano non è più quello di una volta.

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