Campobasso

La parrocchia del Sacro Cuore festeggia San Francesco: accesa la lampada votiva

Celebrazioni religiose presiedute dal vescovo Giancarlo Bregantini. Presente anche il sindaco Gravina

La parrocchia del Sacro cuore di Gesù è stato il fulcro delle celebrazioni in onore di San Francesco, il ‘poverello’ d’Assisi e patrono d’Italia, che si festeggia oggi (4 ottobre).

Numerosi fedeli erano presenti alla sentita cerimonia religiosa presieduta dal vescovo Giancarlo Bregantini e curata dai frati minori cappuccini del Convento di Campobasso. Come da tradizione, è stata accesa la lampada votiva.

Era presente anche il sindaco del capoluogo Roberto Gravina che ha lanciato un messaggio di speranza alla città: “Con il progressivo attenuarsi dell’emergenza sanitaria che da oltre un anno e mezzo stiamo affrontando a livello mondiale, possiamo gradualmente ritornare anche a ritrovarci per rinnovare insieme azioni e messaggi che vanno ben oltre il semplice valore simbolico, come questo dell’accensione della lampada votiva al Patrono d’Italia, San Francesco d’Assisi.

La nostra comunità cittadina ha fatto in modo che anche il periodo buio di una pandemia inaspettata e improvvisa fosse illuminato dalla luce della ragione, della comprensione e della speranza. Lo ha fatto non senza fatica perché le prove che ci vengono poste dinanzi nel nostro cammino e nel percorso di crescita che ognuno di noi conduce per tutto l’arco della propria vita, richiedono impegno, dedizione e un costante atteggiamento di fiducia verso ciò che ancora dobbiamo andare a costruire.

Gravina

Oggi, in occasione della festività di San Francesco, questa luce della speranza torna a splendere ancora più forte, – ha spiegato il sindaco – grazie all’opera dei frati minori cappuccini del Convento di Campobasso e a tutta la comunità francescana che da sempre agisce per rendere concreto ogni principio di bene comune e di sostegno reciproco e fraterno, soprattutto verso i più bisognosi, nello spirito di una solidarietà sociale e umana che non potrà essere scalfita dagli eventi della storia fintanto che sarà animata dall’intenzione sincera di mettersi al servizio degli altri.

Lo spirito di servizio non è una medaglia da sfoggiare o un merito di cui essere orgogliosi, – ha aggiunto Gravina – per chi ha la responsabilità del bene comune, a qualsiasi livello, deve, invece, essere il punto verso il quale far convergere tutte le intenzioni e le azioni che mirano ad aiutare la nostra società a svilupparsi secondo principi di equità, sostenibilità e solidarietà. Ma dalla comunità francescana abbiamo noi tutti almeno un altro insegnamento da apprendere e riprodurre nelle nostre vite quotidianamente, ed è la volontà di includere, di accogliere e di avvicinarci agli altri, allontanando da noi egoismi di sorta, perché è nella condivisione più ampia che si generano le fondamenta di una società civile forte e capace di affrontare le insidie dei tempi e delle vicende storiche, economiche e sanitarie, senza lasciare indietro alcuno”.

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