La seconda tranche di brillamento degli ordigni rimasti ‘seppelliti’ sott’acqua a bordo dell’anfibio Dukw nel mare di Termoli è stata effettuata.
Nella mattinata di ieri, 30 settembre, come già anticipato, c’è stato il nuovo intervento degli artificieri. Nello specifico i Militari appartenenti al Comando Raggruppamento Subacquei ed Incursori della Marina Militare, dislocati presso i nuclei SDAI di Ancona e Taranto, con l’ausilio dei mezzi nautici della Guardia Costiera di Termoli, hanno effettuato il brillamento degli ordigni esplosivi ritrovati sul relitto rinvenuto sul fondale della costa termolese, nello scorso mese di giugno.
Dopo una seconda ispezione, avvenuta nei giorni scorsi, gli operatori subacquei della Marina Militare hanno proceduto a rimuovere alcuni proiettili di grosso calibro e alcune cariche da lancio conservati a bordo del mezzo anfibio affondato. Il primo intervento di questo tipo c’era stato lo scorso 9 luglio. Stavolta, a differenza di allora, l’armamentario bellico si trovava in posizione più nascosta e ciò ha comportato un lavoro più complesso per l’estrazione.
“Nelle prime ore di ieri, il battello pneumatico della Guardia Costiera – scrive la Capitaneria di Porto – ha rimorchiato gli ordigni sul punto prestabilito per il brillamento, situato a circa 4 miglia al largo del porto di Termoli e, alle ore 10 circa, i militari del Gruppo Operativo Subacqueo hanno proceduto all’effettivo brillamento delle cariche”.
Ma non è finita qui. Come il Comando della Capitaneria presumeva, ci sarà ancora del lavoro da fare per mettere completamente in sicurezza il reperto bellico, l’anfibio degli Alleati affondati nel lontano ottobre 1943. “Poiché da quanto emerso a seguito delle ispezioni subacquee condotte nei giorni scorsi e nel mese di luglio, si presume che a bordo del relitto siano presenti ulteriori ordigni, le operazioni di bonifica dovrebbero riprendere nel prossimo mese di ottobre.
Permane il divieto di transito e sosta – conclude la Capitaneria – nello specchio acqueo in cui è stato ritrovato il relitto, come da ordinanza d’interdizione della Capitaneria di Porto di Termoli”.
commenta