Via libera al decreto

Cinema e teatri, torna la capienza al 100%. Riaprono le discoteche, il Paese riavvolge il nastro

Green Pass alla mano, i luoghi della cultura e del vivere sociale torneranno a nuova vita dall'11 ottobre (nelle regioni in zona bianca). Capienza aumentata non solo in teatri, cinema e sale da concerto (al 100%) ma anche in stadi e palazzetti dello sport nonchè discoteche, che riapriranno dopo un lunghissimo stop. Via anche l'obbligo del distanziamento di un metro, e l'Italia - Paese europeo con la percentuale maggiore di vaccinati - sembra davvero riavvolgere il nastro

Si riavvolge il nastro e dall’11 ottobre, data di entrata in vigore dell’ultimo decreto sulle riaperture, si riaccarezzerà davvero la normalità, o qualcosa che molto ci si avvicina. Capienze in cinema e teatri al 100%, negli stadi al 75%, riaprono le discoteche e potranno ospitare clienti al 50% della loro capienza complessiva, elevata al 75% se si tratta di locali all’aperto. Via anche l’obbligo di distanziamento, resterà solo quello – dirimente – di possedere il Green Pass.

È questo infatti (il certificato verde) che ha permesso al Governo di allentare e in questo modo le restrizioni, andando perfino oltre le indicazioni del più cauto Comitato tecnico scientifico, specie per quanto riguarda il settore delle discoteche. Niente da fare, il Consiglio dei Ministri ieri ha votato all’unanimità il decreto sulle nuove riaperture, che aumenta la capienza di tanti luoghi del vivere sociale. La sorpresa maggiore forse è stata quel 100% assegnato a cinema e teatri e sale da concerto, così come è già norma per musei e mostre. Il Ministro Franceschini l’ha spuntata sul Cts che optava per l’80%. Non vale neanche più l’obbligo di tenere un metro di distanza tra i presenti, a cui un po’ tutti ci eravamo abituati e forse c’è chi ci aveva fatto la ‘bocca’.

Il mondo dello spettacolo, duramente provato da un anno e mezzo di pandemia e chiusure, lo aveva chiesto a gran voce, parlando di urgenza stringente (quella di riaprire tutti i luoghi della cultura e dello spettacolo) e non solo per ragioni economiche. “Non solo l’industria della cultura è una delle più importanti del Paese, per valore, occupati e riconoscibilità all’estero, ma è il motore psicologico per riavviare un paese stremato come il nostro”, così una nota della Siae.

Come anticipato, sarà ripartenza anche per le discoteche, gli unici locali che finora non avevano rialzato le saracinesche. Dall’11 ottobre sarà di nuovo possibile, purchè si rispetti il limite di capienza del 50% al chiuso (il Cts aveva indicato il 35%), portato al 75% per le discoteche all’aperto.

Aumento della capienza anche nei ‘templi’ dello sport: negli stadi il tetto è fissato al 75%, nei palazzetti dello sport al 60%.

Ovviamente c’è un ‘ma’, ed è il possesso del Green Pass per chi intenda accedere a questi luoghi. Queste norme poi ricordiamo essere valide in zona bianca (da lunedì tutta Italia tornerà bianca, compresa la Sicilia), mentre in zona gialla le capienze sono ridotte.

Il Paese, insomma, riapre davvero facendo fede a quella promessa di gradualità da sempre indicata come linea-guida dal Governo Draghi. “La campagna di vaccinazione ha dato risultati molto incoraggianti che ci mettono nelle condizioni di poter fare ulteriori passi in questo percorso di gradualità”, così il ministro della Salute Roberto Speranza.

E se il Paese riapre è per ‘merito’ di vaccinazioni (l’80% di popolazione immunizzata è stato raggiunto) e certificazione verde. A proposito di Green Pass, dal 15 ottobre sarà richiesto, come noto, a tutti i lavoratori del settore pubblico e privato. Oltre a questo ora si aggiunge il fatto che per accedere a molti luoghi della vita socio-culturale sarà conditio sine qua non.  

Multe inasprite per chi non si adegua: il gestore che per due volte verrà sorpreso a non rispettare le norme si vedrà chiudere l’attività anche per dieci giorni. E controlli rigidi sono previsti anche per i lavoratori che dal 15 ottobre dovranno essere in possesso del Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro, pubblici o privati.

 

 

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