A campobasso

Unimol, conferenza internazionale con sociologi e filosofi da 12 Paesi

Dal 15 al 18 settembre si terrà presso l’Università degli Studi del Molise la Conferenza internazionale “Gestures: New Meanings for an Old Word”. L’iniziativa, che raccoglierà circa 40 relatori provenienti da 12 Paesi, porrà al centro i nuovi studi sul tema del gesto in ambito logico, filosofico, matematico, estetico, sociologico, pedagogico.

Il tema del gesto, termine che deriva dal latino “gero”, che vuol dire “portare”, infatti, mette in luce la dimensione corporea e sintetica della nostra creatività e della nostra conoscenza, rovesciando il paradigma razionalista e intellettualista dell’era moderna: portiamo dei significati non solo analizzando concetti ma anche con le nostre azioni, a cominciare da quelle celebri e ironiche del gesticolare, del mimare e delle lingue segnate per persone sorde. Ma sono gesti, cioè azioni piene di significato, anche i riti privati e pubblici, gli esperimenti scientifici, le performance artistiche e la comunicazione. Gli studi su questo tema, che nascono dalla filosofia della matematica francese e dal pragmatismo americano, sono all’avanguardia dell’epistemologia contemporanea.

Non a caso, alcuni esponenti di spicco della filosofia e della sociologia mondiale saranno radunati a Campobasso: Barbara Formis (Université Sorbonne), Mathias Girel (Ecole Normale Supérieure, Paris), André De Tienne (Indiana University), Antonis Iliopoulos (Oxford University), Maurizio Ferraris (Università di Torino), Pierpaolo Donati (Università di Bologna), Charles Alunni (Normale di Pisa).

La Conferenza si inserisce nel progetto nazionale di comunicazione smart dei beni culturali “Vasari” del quale fa parte un’unità dell’Università del Molise, coordinata dai professori Ferrucci, Maddalena e Bruni.
Il programma completo è disponibile sul sito gesture.unimol.it.

Sarà possibile partecipare in presenza presso l’Aula 160 del II edificio polifunzionale dell’Università del Molise o in streaming iscrivendosi sempre sul sito.
La maggior parte delle relazioni sarà in lingua inglese, ma certamente vale la pena ascoltare per capire un pezzo importante di ciò che si sta muovendo in ambito culturale a livello mondiale

Più informazioni
commenta