Si può fare di più

Una vacanziera fa cadere la foglia di fico del nostro turismo: “Il Molise esiste ma le istituzioni se ne sono accorte?”

Castelli chiusi, poche informazioni, orari ridotti e attività chiuse per ore. Con una lettera la signora Simona Cardinaletti di Ancona punta il dito contro le pecche della nostra accoglienza. “Regione splendida e gente fantastica ma serve valorizzazione”

Il Molise è bello ma l’accoglienza turistica lascia molto a desiderare. Luoghi d’attrazione chiusi, poche informazioni, attività assenti o chiuse per ore. A dirlo, con una lettera pacata ma carica di significato, una turista marchigiana reduce da una vacanza in Molise. Al ritorno a casa ha deciso di scrivere alle istituzioni regionali e le mette di fronte alle loro mancanze in termini di accoglienza. L’autrice dello scritto è la signora Simona Cardinaletti, originaria di Ancona. Nelle sue parole si ritrovano tante delle segnalazioni riportate spesso anche su queste pagine.

Chissà se anche in questo caso verrà messa in atto la solita difesa del tipo “chi ama il Molise deve parlarne bene”. Un atteggiamento di chiusura davanti alle critiche che forse è anche peggio delle nostre mancanze.

“Mi chiamo Simona Cardinaletti e sono di Ancona, ogni anno io e mio marito facciamo dei viaggi in moto itineranti e quest’anno (23-29 agosto) abbiamo scelto il Molise e abbiamo girato sia la provincia d’Isernia che di Campobasso – esordisce l’autrice della lettera -. Dal punto di vista paesaggistico e naturale il Molise è splendido, ogni borgo che abbiamo visitato è curato in maniera ineccepibile (tanto che molti borghi sono stati riconosciuti tra i più belli d’Italia), si vede che i molisani amano la loro terra.

Quindi fino a qui il merito delle bellezze va alla natura e ai molisani, ma veniamo al motivo per cui mi sono decisa scrivere questa lettera. Il Molise oltre alla natura, è ricchissimo di luoghi d’interesse storico culturale, peraltro tutti debitamente indicati nelle guide turistiche, purtroppo la maggior parte di questi sono chiusi”.

Abbazia Castel San vincenzo

“Nel nostro viaggio – prosegue la missiva della turista indirizzata alla Regione Molise, all’Assessorato al Turismo e all’Ufficio di Promozione turistica – abbiamo trovato continuamente chiese, castelli chiusi, siamo dovuti tornare più volte sullo stesso posto perché anche quando aperto al pubblico gli orari sono ridotti (ed era agosto!) o con giorni di chiusura.

C’è una completa assenza di centri di informazione turistica a cui poter chiedere e tutte le attività commerciali chiudono dalle 13 alle 17, trovare un panino o un caffè dopo l’una è un’impresa disperata e parlando con altri turisti incontrati, ho trovato una generale condivisione su quello che sto dicendo.

Ancora una volta devo riconoscere l’impegno dei molisani, perché se siamo riusciti a vedere qualcosa è stato grazie alle associazioni di volontariato che sono presenti numerosi sui territori, come per esempio gli affreschi a S.Angelo delle Grotte ma soprattutto a Ripamolisani grazie all’associazione Simposio Ripa.

Grazie a questi volontari abbiamo potuto ammirare opere d’arte magnifiche, ma chiedendo esplicitamente mi è sembrato di capire che non hanno nessun sostegno dalla Regione o dalla Sovraintendenza.

Io non riuscirò mai a capire, perché un paese come il nostro, ricchissimo di arte e cultura, non trasformi questo capitale in un’attività economica, che sarebbe molto redditizia; le persone per vedere la bellezza pagano volentieri e la bellezza rinfranca l’anima e predispone a pensieri positivi, tanto necessari in questo momento così difficile. Inoltre, i turisti portano ricchezza anche alle attività commerciali, che magari aprirebbero prima delle 17!

Le poche volte che siamo andati all’estero, siamo stati colpiti dal fatto che basta una pietra risalente al tempo dei Romani, per costruirci intorno tutto un sistema turistico.

Il Molise esiste se ne sono accorti i molisani, i turisti, ma le istituzioni se ne sono accorte?

Scrivo questa mia non con intenti polemici, ma io amo il mio paese e vorrei vederlo valorizzato per quello che merita e non mortificato da inerzia e burocrazia”.

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