Basso molise

Un elettrodotto minaccia terreni, raccolti, tratturo e animali protetti. Via agli espropri, gli agricoltori si organizzano in comitato

Dieci paesi del Basso Molise interessati dalla costruzione di un elettrodotto tra Gissi e Foggia. Ma gli agricoltori non ci stanno: "Il progetto è stato pensato anni fa, ora non è necessario. Sui terreni interessati non si potrà più coltivare, minaccia anche il tratturo e gli animali protetti, come le cicogne". In fase di costituzione un comitato per rivedere il progetto

I primi documenti di esproprio sono arrivati lo scorso maggio, quando nelle case di alcuni agricoltori e proprietari terrieri è stato recapitato, dal Tribunale di Larino, un decreto di asservimento per gli scavi archeologici da parte di Terna, la società proprietaria della Rete elettrica di Trasmissione Nazionale. Che tradotto significa la richiesta di passare su quei territori per i controlli sul terreno utili alla costruzione di un elettrodotto di 380 kilowatt tra Gissi e Foggia.

Il progetto, come indicato sul sito del Ministero dell’Ambiente, coinvolge almeno una decina di paesi del Basso Molise e diversi altri centri dell’Abruzzo e del nord della Puglia, ovvero Gissi, Rotello, Larino, Fresagrandinaria, San Severo, Montorio nei Frentani, Mafalda, Portocannone, Lentella, Lucera, Ururi, San Martino in Pensilis, Serracapriola, Foggia, Torremaggiore, San Buono, Guglionesi, Tavenna, Montenero di Bisaccia, Furci.

Ma per comprendere meglio la questione bisogna tornare indietro di alcuni anni e nello specifico a Guglionesi, il centro più interessato dalla questione per i suoi 12 chilometri di linea, quando a fine luglio del 2012 il Consiglio Comunale del paese collinare amministrato dall’allora sindaco Bartolomeo Antonacci, si è riunito per la questione relativa alla costruzione di una infrastruttura di rete usata per il trasporto di energia elettrica ad alta tensione. Il progetto che coinvolge il centro Italia adriatico prevede la costruzione e la sistemazione di tralicci alti tra i 50 e i 76 metri e con una base quadrata di 25 metri. 

“Ma quel progetto – spiega Franco Giordano, agricoltore tra i primi a ricevere il documento, impegnato ora nella costituzione di un comitato per difendere il territorio – adesso non è più necessario, perché nel frattempo, dal 2012 quando è stato depositato ad oggi, sono state sistemate pale eoliche, installati impianti fotovoltaici che in qualche modo compensano la necessità di elettricità”.

Territorio guglionesi elettrodotto

Senza considerare la questione sicurezza e quella legata al territorio: “Sotto ai pali non si potrà stare per più di due o tre ore, inoltre non si potrà coltivare perché l’impianto avrà influenze anche sul raccolto. A questo bisogna aggiungere ancora altri aspetti: la linea passerà sul tratturo, divenuto con tanto impegno e tanti investimenti patrimonio Unesco insieme alla transumanza, per il quale si è anche creato un turismo che con questa costruzione si perderebbe. I pali e le onde minacciano anche la fauna, oltre che la flora, perché qui ci sono animali protetti, come le cicogne che sarebbero fortemente minacciate. E ancora non bisogna dimenticare il dissesto idrogeologico che caratterizza il nostro territorio, oltre all’impatto sulla popolazione per l’inquinamento elettromagnetico“.

Territorio guglionesi elettrodotto

Tutti elementi che sono stati considerati e per questo, ovvero per proteggere il territorio oltre alla popolazione, si sta procedendo per creare un comitato che possa prima di tutto incontrare il Comune. A sostenere l’idea anche il comitato I Discoli del Sinarca, con il suo presidente, l’avvocato Riccardo Vaccaro che dal 2018 si è impegnato contro le opere che minacciano i territori del Basso Molise, come il metanodotto Larino – Chieti, l’ampliamento del metanodotto San Salvo – Biccari e poi l’impianto di stoccaggio del gas collegato alle opere precedenti realizzate al Sinarca.

“L’opera – spiega Vaccaro che si sta specializzando in diritto dell’energia e dell’ambiente – non è un’opera di poco conto, per questo ho deciso di sostenere l’iniziativa di Franco e di tanti altri che vogliono creare un comitato. Sarà aperto a tutti coloro che vorranno sostenere la nostra battaglia, non solo agricoltori, proprietari terrieri, anche cittadini. L’incontro con il sindaco Bellotti c’è stato e si è dimostrato disponibile, con lui c’è un dialogo aperto e anche noi siamo disponibili a parlare, confrontarci e collaborare. Poiché l’opera non è stata ancora autorizzata, possiamo dire la nostra, anche perché la documentazione di Terna è scarna, chiederemo una richiesta di revoca in autotutela della delibera del Comune con cui il Comune ha dato parere positivo, peraltro anche troppo frettoloso e superficiale. Chiederemo anche un consiglio comunale monotematico il prima possibile”. (eb)

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