Dal 2 settembre

Riserva Moac e Calciocavallo insieme con ‘Ballo di frontiera’: in musica le tre maschere del Carnevale molisano

La band e il gruppo di calcio e tradizioni molisane hanno collaborato per un brano in uscita su YouTube: "Un Macbeth sannita"

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Una delle band molisane più note e apprezzate insieme a un gruppo di giovani che hanno portato in alto il nome del Molise in tutta Italia fra calcio, goliardia e attaccamento alle proprie radici. Insieme per un nuovo singolo, una canzone che promette di diventare un tormentone.

Sarà online a partire dal 2 settembre Ballo di Frontiera il nuovo singolo della Riserva Moac in collaborazione con Calciocavallo F.C. Molise.

Sul canale Youtube della band molisana il videoclip del nuovo brano testimonierà una ripartenza dopo i mesi di stand-by causati dalla pandemia da Covid 19 e non solo.

riserva moac gruppo

Una produzione Aps Musicale Il Pentagramma di Bojano, per la regia di Eva Sabelli (Teatro del Loto) e la video produzione di Marco Lomma (AerisLab); il video è interamente girato in Molise, tra Termoli, Bojano e Roccamandolfi, grazie anche alla collaborazione di Rocka in Musica.

Questa la descrizione del singolo da parte della band. “Il brano, con testi e musica della Riserva Moac, vede il featuring vocale di Mario Fratino, in qualità di rappresentante del Calciocavallo F.C. Molise, associazione di promo turistica e team di squadre calcistiche composte da molisani residenti altrove, che scelgono lo sport per ritrovarsi e sentirsi a casa.

Ballo di Frontiera è un Macbeth sannita, in cui le streghe sono le tre maschere tipiche del carnevale molisano. L’orso di Jelsi, ovvero la musica che riparte da un furgone impolverato che finalmente torna ad uscire dal garage; il diavolo di Tufara, a rappresentare lo sport, quello vero e di strada, che torna ad unire gli amici che non si son visti per troppo tempo; il cervo di Castelnuovo al Volturno, a simboleggiare la convivialità e la voglia di abbracciarsi e stare insieme senza diffidenze.

calciocavallo coro gruppo video

Un inno celebrativo della parte istintuale dell’essere umano, quella un po’ bestiale ed ancorata alla natura, che spesso viene repressa a favore di una più comoda e confortevole conformità sociale.

Un modo per celebrare il Molise e la sua semplicità senza nominarlo mai, perché ognuno di noi, da ovunque provenga, possa sentirsi a casa ballando il suo animalesco, liberatorio e pagano ballo di frontiera.

Un’idea per ricominciare, insieme…magari nella Natura, la bianca donzella tentatrice, madre di ogni istinto, dove tutto viene meglio”.

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