Servizio vicino al collasso

Protezione animali, associazioni in difficoltà e piene di debiti: “Mancano volontari, istituzioni assenti”

Associazioni di protezione animali allo stremo: debiti e assenza di volontari hanno reso sempre più difficile la vita di tali enti che svolgono un'opera preziosa ma forse presa poco in considerazione nonostante il risparmio per le casse pubbliche. La testimonianza di Giancarlo Calvanese (Nucleo Operativo Ente Tutela animali Ambiente): "Ogni anno eseguiamo 500 interventi, ma non abbiamo visto un solo contributo, nemmeno per pagare la benzina"

Dopo più di 20 anni il Molise rischia di perdere un altro servizio fondamentale: le associazioni che si occupano di animali in difficoltà sono stremate, piene di debiti e oberate dalle richieste di aiuto provenienti dal territorio con un personale sempre più striminzito. Il ‘drappello’ dei volontari che si avvicinano a questo mondo si è assottigliato sempre di più pur svolgendo un’opera probabilmente poco considerata dai più (anche se nel 2004 è stata istituita la Giornata del cane che si celebra il 26 agosto), ma preziosa per tutti coloro che hanno a cuore la vita dei nostri amici a quattro zampe.

Tali enti infatti salvano cani, gatti e tanti altri animali anche selvatici (cinghiali compresi) da morte sicura, intervengono in casi di abbandono degli animali domestici o di maltrattamento (reato punito per legge con la reclusione da 3 a 18 mesi o con una sanzione da 5mila a 30mila euro) ma anche perché svolgono un importante lavoro nelle campagna di sensibilizzazione per l’adozione degli animali. Ultimamente i volontari sono stati impegnati nella campagna per raccogliere firme per l’abolizione della caccia. Oppure è grazie a loro se scopriamo incresciose situazioni all’interno dei canili o i terribili episodi di avvelenamento di cani e gatti.

“Purtroppo siamo allo sfacelo: siamo rimasti in pochissimi, non riusciamo a far fronte alle decine e decine di richieste che ogni giorno arrivano”, la testimonianza di Giancarlo Calvanese, storico rappresentante delle associazioni di protezione animali e attualmente responsabile operativo provinciale del N.O.E.T.A.A. (Nucleo Operativo Ente Tutela animali Ambiente).

“Per oltre 20 anni le associazioni hanno svolto un lavoro incessante su tutto il territorio regionale, sono stati eseguiti circa 500 interventi l’anno a seguito di segnalazioni di privati cittadini. Migliaia di cani (circa 200 l’anno) sono stati affidati a famiglie del nord Italia con un risparmio in termini di denaro di centinaia di migliaia di euro”.

Chi risparmia? I cittadini. In Molise sono le associazioni e quindi i volontari che si sobbarcano i costi: “Tutto a nostre spese, non siamo mai stati finanziati dalle istituzioni nonostante i diversi progetti presentati. Non siamo stati mai presi in considerazione, non abbiamo ricevuto contributi nemmeno per pagare la benzina per i mezzi delle associazioni né per la tutela legale in caso di denunce per maltrattamenti di animali. Un’altra pagina vergognosa della cattiva gestione di questa regione”.

Infatti tra le materie di competenza delle Regioni c’è anche il contrasto e la prevenzione del randagismo. Mentre la gestione dei canili comunali è a spese dei Comuni. In questo caso ogni animale ospite ha un costo di circa 7mila euro all’anno. Nel 2020, in tutta Italia, ci sono stati circa 120mila nuovi ingressi per un costo totale stimato di 840 milioni di euro: il calcolo che lo scorso anno ha fatto il parlamentare Michele Anzaldi (Italia Viva).

E’ in questo contesto che il numero dei volontari ha iniziato ad assottigliarsi. E di conseguenza alcune associazioni hanno terminato l’attività, altre invece provano a resistere. 

“Sono rimaste 7-8 associazioni, ognuna delle quali annovera un paio di rappresentanti. Siamo tornati indietro di 20 anni”, aggiunge Calvanese. “In questo modo non abbiamo nemmeno la forza per farci sentire dalle istituzioni: ad esempio avremmo voluto elaborare un documento comune da inviare alla Regione Molise sul Piano triennale per il contrasto al randagismo ma c’è tanta sfiducia e alla fine abbiamo rinunciato”.

Senza volontari saranno garantiti solamente i supporti informativi ai cittadini che chiedono informazioni al telefono. Poi se la rotta non sarà invertita forse scomparirà anche questo servizio.

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