L'Ospite

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Poggio Sannita, 250° anniversario dalla nascita del chirurgo Cosmo Maria De Horatiis

250° Anniversario di Cosmo Maria De Horatiis, figlio più illustre di Caccavone (Poggio Sannita)

(note biografiche tratte dal libro “Caccavone”, 1908)

Sabato 25 settembre ricorre il 250° anniversario della nascita di Cosmo Maria De Horatiis, nato a Caccavone (l’odierna Poggio Sannita) il 25 settembre 1771, che oltre ad essere stato il più autorevole chirurgo dell’Italia meridionale nella prima metà dell’800, fu insigne clinico omeopata, docente universitario. Si può sicuramente affermare che De Horatiis è il personaggio storico più illustre di Poggio Sannita, figlio di Costanzo e di Rosa Daniele, fu uno dei primi sostenitori dell’omeopatia.

Ad 11 anni entrò nel Seminario di Trivento, apprese da Attanasio Tozzi, discepolo del Genovesi, le discipline scientifiche. Frequentò dal 1788 l’Università di Napoli, in quel periodo molto in auge per la presenza di illustri cattedratici, e dapprima si perfezionò nelle scienze umanistiche, quindi si dedicò allo studio della medicina, apprendendo le scienze anatomiche da Mauro e Cotugno, ed ebbe come maestri Sementini ed Andria, molto all’avanguardia per i tempi. Conseguì la laurea in Medicina a Salerno nel 1791.

Ritornò nell’allora Caccavone, dove vi rimase fino al 1799, quando, recatosi in Isernia per motivi personali, fu incaricato dagli Isernini stessi di trattare la resa con i Francesi. Fece parte per un brevissimo periodo del Governo Francese della città, quindi, dopo la breve restaurazione borbonica, fu arrestato e rinchiuso a Napoli nel Castello dell’Ovo e condannato alla pena capitale: ma la condanna gli fu commutata in esilio. Subito dopo, recatosi in Francia nel periodo Napoleonico con gli agnonesi Carlantonio Tirone e Carlo Barbieri, fece pratica a Montpellier ed a Parigi, dove si perfezionò in clinica medica. Tornato in Italia, si perfezionò in chirurgia all’Università di Pavia, sotto la guida di Brugnatelli e Scarpa. Qui ebbe modo di conoscere Lazzaro Spallanzani, insigne clinico pavese. Scarpa lo volle suo sostituto presso l’Università di Pavia e da lui apprese le più avanzate tecniche chirurgiche del tempo. Successivamente, dopo la Restaurazione, fece ritorno a Napoli e fu chirurgo presso l’ospedale militare di S. Giovanni a Carbonara e presso gli Incurabili. Qui eseguì per la prima volta la legatura dell’arteria nell’aneurisma, l’operazione della cataratta con il metodo della depressione con ago curvo e la litomia per mezzo del “gorgeret” dello Scarpa. Il governo borbonico lo promosse Chirurgo Maggiore e il De Horatiis aprì una pubblica scuola di anatomia descrittiva e di chirurgia operatoria. Per le sue capacità, si conquistò la stima di Francesco I° di Borbone – futuro Re delle Due Sicilie – che, asceso al trono, lo volle come medico personale. Nel 1821 fu promosso al grado di Chirurgo capo dell’esercito, e quindi a quello di Ispettore generale di sanità militare e membro della direzione generale degli ospedali militari di terra. Nel 1827 fu insignito della croce dell’ordine Costantiniano e nel 1829 accompagnò Francesco I° in Spagna, dove fu decorato da re Ferdinando VII° con la croce di Commendatore dell’ordine americano di Isabella la cattolica.

Dopo la morte di Francesco I, divenne chirurgo di camera della moglie di lui, regina Isabella, mentre già dal 1825 era professore in seconda della Clinica chirurgica della regia Università di Napoli, divenendo Direttore della clinica stessa nel 1832, dopo la morte del Boccanera. Qui eseguì tra i primi la litotripsia, e per 25 anni si dedicò all’insegnamento. Nel 1827 entrava a far parte del Comitato governativo per la vaccinazione obbligatoria, contribuendo molto alla sua diffusione, e divenne presidente dello stesso comitato nel 1840.

Fautore della medicina omeopatica, le cui concezioni si andavano allora diffondendo in Europa, con tale sistema curò e guarì più volte il Re, che divenne sostenitore della “nuova medicina” (che si basa sull’asserzione secondo la quale una malattia può essere curata con quella sostanza che, sperimentata sull’individuo sano, genera artificialmente su quest’ultimo la sintomatologia tipica di detta malattia) favorendone la diffusione nel regno. De Horatiis conquistò così notorietà professionale e attorno a lui si formò la Scuola Omeopatica Napoletana, composta da altri clinici come Romani, Mauro e De Guidi.

L’opera più famosa di De Horatiis rimane il suo “Saggio di clinica omeopatica” (1828), in cui descrive 180 casi di malati curati con tale metodo. Difese davanti all’Università di Parigi nel 1830 tale dottrina, riscuotendo un grande successo. Altri saggi sono l’ “Esame comparativo delle dottrine di Brown, di Rasori, di Hanneman” in latino, “Sulla dottrina omeopatica”, sempre in latino, contenente il discorso tenuto all’Università di Parigi nel 1830, “Effemeridi omeopatiche”, compilato insieme al Pezzili.

Sposò Maria Padula, dimostrandosi padre e marito esemplare, da cui ebbe quattro figli, una femmina e tre maschi, che seguirono le vie paterne. Un suo figlio divenne insigne magistrato. Morì a Napoli il 26 marzo 1850. E’ sepolto nel cimitero di Napoli, dove, sulla lapide tombale, sono state riportate le sue virtù e i suoi titoli.

A Poggio Sannita, dove il 250° anniversario della nascita cade nel silenzio assoluto delle istituzioni, gli fu dedicata la strada in cui è ubicata l’abitazione dove nacque, attuale casa Iacovone; portano il suo nome la pro loco e la locale casa di riposo.

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