Il caso a fossalto

Nuovi guardrail chiudono accesso alla fermata dell’autobus sulla Fossaltina. Pendolari costretti al salto dell’ostacolo

L'Anas ha realizzato le barriere ma ha anche interdetto l'accesso alla casetta in legno dove si aspettano gli autobus. Disagi per i pendolari. L'ex sindaco: "E' assurdo che un ente realizza una cosa e un altro ente la rede inutilizzabile, perché non dialogano prima?"

Chiunque viva a Fossalto ha una certezza granitica nella sua vita: poter prendere l’autobus alla fermata al coperto sulla Fossaltina. È lì che pendolari di ogni età, per generazioni, si sono riparati dalle intemperie in attesa della corsa delle 7 e 20. Ed è sempre lì che ferma il bus che parte da Trivento e raggiunge Campobasso nei pochi, pochissimi orari diversi dalla traversata mattutina.

Per quaranta, forse anche cinquant’anni, lì c’è sempre stata un’area di sosta dell’autobus. Ma da qualche giorno la fermata non c’è più.

fermata bus fossalto

Sparita, inghiottita, cancellata da una decisione che appare assurda: l’Anas, ente proprietario della Fossaltina, ha realizzato le nuove barriere stradali e interdetto, di fatto, l’utilizzo della casetta in legno per l’attesa al coperto.

Ora, a meno di essere atleti professionisti nel salto a ostacoli (ipotesi improbabile visto che la maggior parte degli abitanti di questo paese di circa 1200 anime ha più di 75 anni) possiamo tranquillamente affermare che quella fermata è stata soppressa. E non ce ne sono altre più avanti perché i nuovi guardrail corrono per altri 4 o 5 chilometri.

Una situazione che rischia di creare disagi ai pendolari che potevano raggiungere la fermata transitando sul marciapiede che costeggia una inutile (e costosissima) pista ciclabile realizzata dalla Provincia di Campobasso svariati anni fa e mai percorsa da anima viva.

Nicola Manocchio, ex sindaco di Fossalto, ha bollato come “insensata e paradossale” questa situazione. Oltre all’inevitabile difficoltà per chi utilizzava la fermata a due passi dal paese, l’ex primo cittadino ha voluto evidenziare il contrasto decisionale tra due enti pubblici: quello che ha realizzato la fermata autobus e un altro che l’ha resa inutilizzabile. Evidentemente per non aver dialogato tra loro.

“Questa volta – ha commentato in un post su facebook – le responsabilità sono da ricercare non negli organi politici che si sono adoperati per reperire le risorse, ma negli organi di gestione che hanno concepito un’opera inutilizzabile” riferendosi alle barriere che hanno intercluso la pista ciclabile “mal concepita” e costata a suo tempo più di 100 milioni di lire.

Ma Fossalto del resto è un paese abituato all’assurdo avendo dato i natali a colui che fu, tra le altre cose, anche pittore futurista Giuseppe Folchi.

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