Il cerchio è stato chiuso dopo poco più di due mesi di indagini: due giovani pregiudicati sono considerati i responsabili dell’incendio appiccato al bar ‘Sine qua non’ di Riccia. L’episodio era avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 luglio scorsi dopo i festeggiamenti per la conquista della semifinale degli Europei di calcio da parte dell’Italia allenata da Roberto Mancini.
Quella notte, poco prima delle 3 e mezza, un residente aveva notato le lingue di fuoco che stavano bruciando la saracinesca. E aveva lanciato l’allarme. Ai vigili del fuoco intervenuti quella notte ed ai militari dell’Arma della locale Stazione carabinieri, prontamente giunti sul posto, era parso molto chiaro, sin dai primi momenti, che si trattava di un atto criminale e non di un incidente. Le fiamme fra l’altro erano state innescate impiegando del carburante: diesel in particolare.
L’azione incendiaria ai danni del bar, uno dei più noti di Riccia e aperto una decina di anni fa da Davide Morrone e Gianni D’Onofrio, aveva destato sconcerto e preoccupazione all’interno della comunità fortorina. Tanti i messaggi di solidarietà espressi per i due quarantenni titolari del locale che avevano scommesso e puntato sul proprio territorio, avviando l’attività, che poi aveva riaperto dopo i lunghi mesi di chiusura dovuta alla pandemia.
Gli stessi proprietari avevano sporto denuncia ai carabinieri che si erano quindi messi subito all’opera ascoltando anche diverse persone alla ricerca anche di piccoli spunti investigativi e dati oggettivi che, messi a sistema, avrebbero potuto far luce su quanto accaduto e sul movente.
A distanza di quasi due mesi di serrata attività di indagine – riferiscono oggi 2 settembre dall’Arma – i carabinieri di Riccia hanno identificato due giovani pregiudicati, uno dei quali del posto, che quella notte tra il 6 ed il 7 luglio scorso, durante i festeggiamenti per la vittoria in semifinale della nazionale di calcio, hanno preso parte “al vile e pericoloso gesto”.
Fra l’altro potrebbe esserci una terza persona coinvolta. Dopo aver svolto un’attenta e meticolosa ricostruzione dei fatti antecedenti all’atto incendiario, i carabinieri hanno identificato anche il distributore di carburante verosimilmente utilizzato dai due per rifornirsi di quel liquido infiammabile utilizzato poi per appiccare materialmente l’incendio poiché effettivamente trovato, in grande quantità, sull’uscio del bar. Quindi, riferiscono i militari, “potrebbe esserci anche un terzo responsabile”.
Intanto i due giovani pregiudicati, di cui uno di Riccia, sono stati denunciati in concorso alla Procura di Campobasso. Dovranno ora rispondere delle gravi risultanze investigative e dei gravi indizi di colpevolezza a loro carico davanti al Tribunale di Campobasso.
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