Cambio al vertice

Il colonnello Gaeta lascia Campobasso: “In questa terra c’è voglia di riscatto”

Il comandante provinciale dei carabinieri ha salutato e ringraziato quanti hanno lavorato e collaborato con lui in questi ultimi tre anni

Ha comandato i carabinieri di Campobasso e dell’intera provincia per tre anni. Il colonnello Emanuele Gaeta ora si appresta a lasciare l’incarico provinciale per assumerne un altro e ulteriormente prestigioso: dirigerà l’ufficio relazioni con il pubblico del Comando Generale dell’Arma a Roma.

Era il 2018 quando arrivò nel capoluogo e in quella conferenza convocata per conoscere gli operatori della comunicazione annunciò senza esitazione gli obiettivi: contrasto allo spaccio, salvaguardia dei più fragili, controllo dei tentativi di infiltrazione, vicinanza alla popolazione.

Questa mattina – venerdì 10 settembre – nella conferenza stampa convocata per salutare e ringraziare chi in questi tre anni ha lavorato e collaborato con lui ha tirato le somme e con soddisfazione ha ammesso: “Posso dire con orgoglio che questi carabinieri hanno lavorato così bene da permettermi oggi di affermare che abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo proposti tre anni fa”.

Duecento arresti per droga in soli tre anni, controllo del territorio incrementato di sette volte rispetto agli anni precedenti: nel 2018 le persone controllate e sottoposte a sistema erano 40mila in un anno, ad oggi sono 270mila ad anno ancora in corso. Una capacità di prevenire e sventare truffe agli anziani di gran lunga superiore rispetto a quanto accadeva prima e un afflusso di segnalazioni e cittadini che hanno bussato al portone della caserma di via Mazzini e a quelli delle Compagnie e delle Stazioni della provincia “che non ha eguali”.

Gaeta non dimentica il sostegno che l’Arma dei Carabinieri ha offerto alla popolazione in difficoltà durante il covid, i lock-down e la solitudine destinata ai più fragili “in quei giorni tremendi”.

“Ci siamo adoperati per realizzare un sito utile per sottoporre i cittadini ai tamponi e poi anche ai vaccini. A Selvapiana – ha detto – abbiamo fatto anche oltre 200 tamponi al giorni nel momento clou dei controlli sanitari richiesti. Lo abbiamo fatto per dare anche il nostro contributo alle difficoltà che in quel momento stava attraversando il nostro ospedale e siamo stati felici di averlo fatto. Da lì sono poi nate molte altre iniziative di aiuto agli anziani soli, a quelli che non sapevano come fare per prelevare pensione, ai bambini rimasti senza Pc per la didattica a distanza, insomma io penso che l’Arma dei Carabinieri si sia distinta su questo territorio anche in quella drammatica parentesi della nostra vita che mi auguro a breve diventi soltanto un ricordo”.

Si commuove Gaeta e “sono certo che il colpo forte lo avvertirò quando lunedì mattina sarò in viaggio verso Roma perché sono legato a Campobasso dove fra l’altro ho svolto il mio primo incarico da tenente presso le Casermette e poi, dopo anni, come comandante provinciale. Mi mancherà questa città e questa regione. Mi mancherà la sua gente e quella fetta di Stato che qui ha fatto grandi cose perché quando sono arrivato in Molise il motto era ‘il Molise non esiste‘, vado via sapendo invece che ‘il Molise esiste’ e il 300 per cento in più di turisti lo dimostra”.

Saluta ringraziando i media “perché con la vostra opera avete dato risalto e lustro a quello che abbiamo cercato di fare in questo tempo. Grazie a tutti i carabinieri che hanno saputo intendere le mie direttive e hanno fatto squadra interpretando al meglio i miei obiettivi. Grazie a tutte le autorità, alla magistratura, a tutto lo Stato qui presente con abnegazione, attenzione e impegno. Ma il mio grazie più grande lo destino alla popolazione che ci ha accompagnato tutti i giorni senza mai lasciarci sola in questa voglia di riscatto che sono sicuro porterà il Molise verso grandi traguardi”. Grazie Colonnello, grazie a lei per aver avuto sempre – fino ai saluti – parole di incoraggiamento, spesso rassicuranti, per ognuno: giornalisti, cittadini, giovani e meno giovani. Ad maiora.

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