Effetto siccità

Il cambiamento climatico riscrive la storia: Lago di Guardialfiera a secco e si naviga sotto il Ponte di Annibale

Due ragazzi in kayak sono passati sotto la struttura che secondo la leggenda vide il transito del condottiero cartaginese. Il livello dell’acqua ridottissimo di fine estate segna meno di 110 metri slm

Due ragazzi in kayak, un giro sul lago di Guardialfiera. Non ci sarebbe niente di speciale se i due non avessero navigato passando sotto il Ponte di Annibale che ormai è un arco emerso così tanto dall’acqua da poterci passare attraverso.

È il risultato della siccità di questi mesi che ha portato il livello dell’invaso del Liscione sotto i 110 metri sul livello del mare. L’ultima rilevazione, datata 31 agosto scorso, segnava 109,29 metri ed è facile ipotizzare che sia sceso ancora in queste prime settimane di settembre.

Il lago di Guardialfiera, invaso artificiale creato fra gli anni Sessanta e i Settanta per dare acqua di irrigazione ma anche quella potabile, dopo un elaborato processo chimico, sta subendo evidenti trasformazioni negli ultimi anni, sulla spinta del cambiamento climatico.

La siccità ha fatto riemergere il Ponte di Annibale praticamente a ogni fine estate, quando l’invaso non ha più i grossi apporti del Biferno e prima che le precipitazioni autunnali portino nuova acqua verso la diga. Leggenda vuole che si tratti di un ponte sul quale le truppe cartaginesi guidate dal leggendario Annibale transitarono proprio lì verso la Puglia durante la seconda guerra punica.

I guardiesi sono un po’ affezionati a questo ponte e lo immortalano spesso con delle foto. Ma sono affezionati anche al lago, che in parte è navigabile, e vorrebbero che venisse valorizzato. “Siamo stati sul lago di Castel San Vincenzo e a a Barrea – raccontano i due ragazzi del video -. È un peccato che il nostro da ormai 12 anni sia lasciato così, con canoe abbandonate e nemmeno una struttura funzionante”.

Ponte di annibale lago Guardialfiera

È trascorso ormai tanto tempo da quando il lago di Guardialfiera era una attrazione turistica per il Molise, frequentato da chi voleva godere una giornata all’aria aperta, rinfrescarsi senza dover andare per forza al mare, magari fare un po’ di campeggio. “Dovremmo fare qualcosa per valorizzarlo, noi veniamo qui anche per fare pesca sportiva e in passato c’erano dei giardini da frutto che i nostri nonni e padri coltivavano per poi rivendere i frutti al mercato. Ora non c’è più nulla, da piccoli venivamo per andare col pedalò o una barchetta a remi” racconta uno dei ragazzi.

Ma quello che più preoccupa è l’effetto del gran caldo e della siccità. “Ormai è evidente che una parte si sta desertificando, ogni anno la parte melmosa avanza di circa 15 metri” riferisce ancora.

Il Ponte di Annibale resta uno spettacolo da vedere e navigarci sotto è un’esperienza da ricordare e – come hanno fatto loro – condividere. Se dovesse continuare così, nei prossimi anni potrebbe quasi diventare la normalità, se di normalità si può parlare.

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