Futuro senza certezze

Cassa integrazione e licenziamenti in Fiat, Soa e Flm attaccano gli altri sindacati

Dura presa di posizione sulla situazione della Stellantis di Termoli da parte dei sindacati Flm Uniti e Soa. “Gravissima la responsabilità dei sindacati firmatari di contratto e Fiom che hanno sottoscritto con l’azienda da gennaio 2020 gli ammortizzatori sociali, denominati contratto di solidarietà per 1.600 dipendenti, per garantire successivamente la produzione di un motore elettrico che non è mai partito. Ricordiamo che tali ammortizzatori sociali sono partiti da gennaio 2020 fino ad agosto dello stesso anno, dopodiché sono stati prorogati praticamente fino ad oggi settembre 2021, ben 20 mesi di sostegno pubblico al reddito ai dipendenti per ritrovarsi il nulla”.

Soa e Flm ricordano poi come l’amministratore delegato Tavares di recente abbia annunciato l’avvio di una Gigafactory a Termoli “al posto della produzione di motore e cambi senza un piano industriale e se si farà non prima del 2024 o 2025. Ecco le responsabilità dei sindacati concertativi e azienda, che nel frattempo, tra incentivi per far uscire i lavoratori e cassaintegrazione a tutta forza, continuano un piano di ristrutturazione solo sui tagli dei diritti in nome di una collaborazione che fa solo gli interessi padronali. In questi giorni lo spartito vale anche per gli altri stabilimenti dove addirittura la Fiom chiede unità sindacale con i concertativi, gli stessi, compresi l’AQCF, l’associazione capi e quadri che hanno firmato a suo tempo il Ccsl contratto aziendale ed oggi in maniera buffa gridano alla rivoluzione mentre continuano a distruggere i diritti sindacali e primari dell’intero mondo del lavoro”.

Secondo Flm e Soa “la flessibilità sfrenata, la concertazione è stata usata in questi anni contro gli interessi dei lavoratori in nome del benessere sociale che è di fatto inesistente, noi siamo stati sempre contrari a questo sistema e continueremo ad esserlo.

Con il vento contrario resteremo uniti con gli operai coscienziosi, per continuare ad organizzare realmente dalla base una protesta reale e non di facciata”.

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