Santo Stefano è stata uno dei principali snodi dei tratturi, le antiche vie della comunicazione percorse dai pastori con mandrie e greggi ma anche dai soldati e dalle carovane commerciali. Nella frazione di Campobasso, ad esempio, si rifugiò Amedeo IV di Savoia (detto anche il Conte Verde) che ammalatosi di peste qui morì il 1 marzo del 1383.
La millenaria pratica della transumanza è stata riconosciuta dall’Unesco nel dicembre del 2019, quando a Bogotà la riunione plenaria ha sancito il riconoscimento di “patrimonio immateriale dell’umanità”. Un punto di partenza non di arrivo nell’attività di valorizzazione e internazionalizzazione. Tanto è vero che lunedì prossimo all’Aquila sarà presentato il progetto che punta al riconoscimento sempre da parte dell’Unesco a patrimonio materiale e che coinvolge diverse regioni italiane, fra cui numerosi comuni molisani, oltre a Francia, Spagna, Albania e Grecia.
Non è un caso se Santo Stefano, ‘cuore’ di questo programma, oggi abbia ospitato l’ambasciatore Unesco Massimo Riccardo ospite della Festa della Transumanza, organizzata in dimensioni ridotte e secondo le norme vigenti anti-covid, e della quinta tappa del viaggio della Campana dell’amicizia e dei pastori transumanti partito dalla Sicilia (da Troina) con destinazione Madrid, in Spagna. La manifestazione torna dopo due anni lo stop provocato dalla pandemia e dopo il rinvio dello scorso 13 agosto. Slittamento deciso dopo il decesso di Roberto Di Bartolomeo in un tragico incidente stradale il 9 agosto.
L’ambasciatore ha illustrato i dettagli del primo traguardo conquistato dalla transumanza, perchè l’Unesco ha deciso di inserirla nel patrimonio immateriale da valorizzare: “Ad un certo punto ci si è resi conto che bisognava tutelare anche il saper fare dell’uomo, le idee, la progettualità, la tradizione, la capacità di trasmettere le tradizioni. Ecco perchè è nata l’esigenza di creare una lista di realtà e attività che secondo la comunità internazionale meritavano di essere valorizzate e perseguite. Nel 2019 l’Italia assieme alla Grecia e all’Austria è riuscita a iscrivere questo bene (la transumanza, ndr), un patrimonio che va dal Mediterraneo alle Alpi. L’Unesco ha riconosciuto che c’era una storia concreta e poi generato un interesse da parte di Francia e Spagna”.
Infatti, ha aggiunto Riccardo, “la transumanza incarna i valori trasmessi di generazione in generazione, la tutela del saper fare dell’essere umano e che si è radicata nel corso dei secoli. In un periodo in cui si parla di sostenibilità, di sviluppo sostenibile, di rapporto uomo-ambiente, rispetto della biodiversità. La transumanza lo fa da secoli esaltando il rapporto positivo tra uomo e ambiente, tra uomo e animale. Un percorso talmente equilibrato che è arrivato fino a noi. Ora sta a noi portarlo avanti e trasmetterlo agli altri. La transumanza come tutela della diversità culturale, dialogo tra realtà diverse quindi la capacità di comprendersi meglio. Ecco perchè è un bene immateriale”.
In questo percorso Santo Stefano punta a diventare un modello di riferimento perchè con il suo paesaggio, l’aria salubre e la presenza strategica (si trova in prossimità del tratturo Matese-Cortile-Centocelle “può essere un modello esportabile in Italia e all’estero”, ha sottolineato il dottore Felice di Donato, componente del Partenariato della Transumanza. “Dunque riparte un viaggio che si era fermato col lockdown” e dunque “per il nostro borgo è una data storica grazie alla presenza dell’ambasciatore”.
Dopo il saluto del sindaco Roberto Gravina, il governatore Donato Toma ha sottolineato l’importanza di “pervenire ad una progettualità in linea con i temi dello sviluppo sostenibile di Agenda 2030. Valorizzare le vie della transumanza e l’indotto ad esse collegato, come pure rendere operativo l’utilizzo delle rete tratturale contestualizzandola al territorio sono gli obiettivi da perseguire attraverso il potenziamento dei borghi, la riscoperta degli antichi mestieri e delle attività artigianali, la creazione di community e quant’altro sia ritenuto utile per puntare ad un effettivo rilancio di questo grande bene immateriale”.
Ora si guarda al futuro: in autunno potrebbe ripartire la transumanza come annunciato da Carmelina Colantuono, presidente della Fondazione Popoli e Territorio.
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