Politica

Soldi extra per la sanità, clima politico rovente a Ferragosto. M5S: “Toma prende in giro i molisani”

Mentre la politica è in vacanza, i pentastellati forniscono la loro versione dei fatti sul blocco delle risorse che Roma avrebbe dovuto erogare al Molise e lanciano pesanti accuse all'indirizzo del governatore da poco nominato commissario: "Toma ha giocato a braccio di ferro sulla pelle dei molisani. Tutto al solo scopo di spuntare la nomina, con buona pace del diritto alla salute dei cittadini che intanto hanno continuato a pagare le tasse più alte d’Italia e fruito di una delle peggiori sanità".

È in una calda giornata di Ferragosto, mentre la politica è in vacanza e gran parte dei molisani sulla spiaggia o in montagna alle prese con il barbecue, che si accende lo scontro sui fondi extra che dovrebbe stanziare Roma per ripianare i debiti della sanità che poco tempo fa il Governo ha deciso di affidare al presidente della Regione Donato Toma. Prima di lui i due tecnici nominati sempre da Palazzo Chigi, Angelo Giustini e Flori Degrassi, hanno gettato la spugna seppur per motivi diversi.

La scelta di affidare la sanità ai governatori è stata da sempre contestata dai pentastellati che ora decidono, in una sorta di operazione verità, di dare la loro versione dei fatti sul blocco dei finanziamenti destinati al settore.

“È sempre più chiaro che il presidente Toma ha tenuto sotto scacco la sanità molisana per tre anni”, il primo affondo degli esponenti M5S in Consiglio regionale. Questa volta parliamo dei contributi che avrebbero potuto dare ossigeno al Molise, ma che non venivano erogati per la mancata collaborazione del governatore”.

M5S ricorda che è dal 2015 che la sanità molisana non riceve le cosiddette ‘premialità’, ossia parliamo di “fondi già stanziati a livello governativo, ma vincolati al raggiungimento di determinati obiettivi, come i Lea (Livelli essenziali di assistenza) e i conti in regola. Per ‘conti in regola’ si intende anche che la Regione è tenuta a versare il surplus delle accise, derivanti da Irap e Irpef, alla Gestione sanitaria accentrata”.

Di fatto questo non avviene da anni. Ed è stata la Ragioneria dello Stato a certificarlo: ‘La Regione Molise sta ritardando dal 2015 il trasferimento delle risorse che lo Stato ha già erogato alla Regione, destinate al sistema sanitario e che il bilancio regionale sarebbe obbligato a trasferire senza ritardi. (…) In tali termini occorre risolvere tali criticità con la Regione Molise prima di trasferire al bilancio regionale ulteriori risorse senza la garanzia di un tempestivo trasferimento al sistema sanitario’.

M5S Molise consiglio regionale

In altre parole, spiegano i pentastellati, “ci chiedete fondi straordinari per superare il deficit, ma come possiamo risanare i conti della sanità molisana se non abbiamo la certezza che la Regione destini le risorse allo scopo per cui le riceve?”

Lo scorso 16 giugno il portavoce M5S Antonio Federico ha elaborato, di concerto col Ministero della Salute e con Agenas, un emendamento per raggiungere una serie di obiettivi, fra questi quello di sbloccare le risorse straordinarie necessarie ad una drastica riduzione del deficit sanitario e trasferire personale da Agenas alla struttura commissariale. “Questo provvedimento avrebbe rappresentato una svolta decisiva per il Molise”, argomentano. Tuttavia, a dire dei pentastellati, manovre politiche all’interno del centrodestra hanno bloccato questo iter: “Mentre Toma annunciava l’arrivo di 100 milioni (cifra priva di riscontro), la sua compagna di partito Casellati bocciava l’emendamento ‘salva Molise’. Eppure era stato lo stesso Ministero della Salute a chiedere la massima collaborazione di tutte le forze politiche e del presidente di Regione. Cos’ha fatto Toma per ottenere quei fondi di vitale importanza? Nulla.

Ecco allora che il cerchio si chiude: il presidente ha lasciato che la sanità molisana andasse in malora, per un suo tornaconto personale. Durante il suo mandato i Livelli essenziali di assistenza (i servizi sanitari, per intenderci) stanno gravemente peggiorando”.

M5S rincara la dose: “La cosa che davvero contava per Toma era diventare commissario, accentrare a sé tutti i poteri. Non gli importava che, per ottenere questo incarico, stava condannando i molisani a tre anni di sanità allo sfascio. Non si è fatto scrupoli, neanche in pandemia.

Il 12 agosto scorso, a pochi giorni dalla sua nomina a commissario, guarda caso Toma si ricorda di quei trasferimenti da fare alle casse sanitarie. Questo atto, arrivato con 3 anni di ritardo – più volte chiesto da noi, da Agenas, Ministeri di Salute e Finanze, nonché dai precedenti commissari – dimostra che Toma ha giocato a braccio di ferro sulla pelle dei molisani. Tutto al solo scopo di spuntare la nomina, con buona pace del diritto alla salute dei molisani, che intanto hanno continuato a pagare le tasse più alte d’Italia e fruito di una delle peggiori sanità. Ora il presidente commissario potrà fare uscite trionfali, ergendosi a salvatore della patria, ma i molisani devono sapere che li ha presi in giro. Da presidente, poteva fare tanto per migliorare i servizi sanitari ed avrebbe trovato la massima collaborazione istituzionale, se avesse voluto. Invece il suo cruccio era ottenere altro potere, fregandosene letteralmente della salute dei cittadini”.

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