Agricoltura

Raccolta pomodoro, in Molise le paghe più basse d’Italia. Braccianti introvabili, “non è solo colpa del reddito di cittadinanza”

La media giornaliera si attesta sui 40 euro (per dieci ore di lavoro), una delle più basse d'Italia. Spesso si scende a 30 euro, cifre che accettano solo gli stranieri. I sindacati di categoria chiedono un tavolo di confronto per il rinnovo del contratto regionale per l’agricoltura e "riallineare il salario dei braccianti molisani con la media salariale nazionale"

Difficile trovare braccianti per la raccolta del pomodoro in Molise, dove ai problemi di trasporto e logistica si sommano le criticità collegate alla manodopera in una stagione già compromessa per il lungo periodo di siccità. Il problema va inquadrato solo in parte nel reddito di cittadinanza, che dissuade i connazionali percettori dell’integrazione statale dalla faticosa impresa di trascorrere fino a 10 ore sotto il sole per cogliere il pomodoro in cambio di poche decine di euro, come già denunciato da molti imprenditori agricoli del territorio.

C’è però anche il salario medio giornaliero dei braccianti troppo basso, che fa del Molise una delle regioni italiane nelle quali la manodopera è tra le peggio pagate d’Italia. Lo sostengono i sindacati di categoria (Fai Cisl Abruzzo, Molise Flai Cgil, Uil e Uilm Molise), auspicando l’apertura di un tavolo di confronto per rinnovare il contratto regionale per l’agricoltura e “trovare anche il giusto equilibrio tra le parti al fine di riallineare il salario dei braccianti molisani con la media salariale nazionale”.

Un salario che si aggira sui 40 euro al giorno di media, come ci confermano imprenditori rurali che stanno facendo molta difficoltà a reperire le squadre di lavoro nei campi dopo una annata già ardua per l’emergenza climatica. Così i pomodori, preziosa risorsa per l’alimentazione e vanto da sempre di questo territorio, rischiano di marcire.

Non solo caldo, campagna del pomodoro senza manodopera e trasporto. Il prodotto rischia di marcire

Braccianti italiani? Neanche a parlarne, la raccolta dei pomodori è praticamente ormai appannaggio quasi esclusivo di bulgari, romeni e africani. “Solo gli stranieri accettano una paga giornaliera che spesso si abbassa ai 30 al giorno, senza contributi, per 10 e anche più ore di lavoro” rivela un imprenditore bassomolisano, che pur pagando cifre superiori e dignitose e facendo contratti regolari sta incontrando difficoltà a reperire braccianti. “Il salario è solo una delle due facce della medaglia, l’altra è rappresentata dal reddito di cittadinanza che per i molisani ex braccianti significa percepire un sussidio certo. Il lavoro nei campi non offre la stessa garanzia e diventa, sotto questa prospettiva, una fatica immane e inutile”.

Gli Assessori dell’agricoltura di Campania, Puglia, Basilicata e Molise hanno chiesto al Ministro Patuanelli un tavolo di confronto, elencando le criticità del settore e le eccezionali condizioni meteorologiche che hanno comportato una rapida e contemporanea maturazione del pomodoro. Ma i sindacati avvertono: “Per quanto riguarda la Regione Molise, a nostro avviso la carenza di personale non è da attribuirsi solo alla questione del reddito di cittadinanza ma anche al salario medio giornaliero dei braccianti. Il Molise è tra le regioni Italiane ad avere il salario più basso in agricoltura in quanto  lo stesso è regolamentato dai contratti provinciali o come nel nostro caso dal contratto regionale oramai scaduto”, quindi ognuno fa come vuole e spesso si arriva a situazioni di reale sfruttamento.

Braccianti pomodoro

“Auspichiamo che a breve si possa trovare il giusto equilibrio tra le parti al fine di riallineare  il salario dei braccianti Molisani con la media salariale Nazionale, così come riteniamo fondamentale dar seguito alla costituzione dell’Ente Bilaterale Agricolo Molisano, strumento di ulteriore integrazione per il reddito dei braccianti, ma nello stesso tempo strumento di analisi e monitoraggio del mercato del lavoro agricolo e dell’eventuale lavoro nero o del caporalato”.

In molti casi poi c’è una estrema difficoltà a reperire i Tir che caricano il prodotto da mandare sul campo. “Questo perchè i conservifici preposti alla trasformazione del pomodoro, che in Molise non esistono più ma si trovano in Puglia o Campania dove è destinato il prodotto molisano, fanno fatica a trovare personale in fabbrica” ci spiega un imprenditore agricolo. Che precisa: “Vista la difficoltà a trovare manodopera si lavora con soli 2 turni invece dei soliti tre turni. E questo comporta il rischio concreto che il prodotto rimanga sul campo. E soprattutto quest’anno che fa estremamente caldo, il pomodoro si rovina”.

Siamo agli inizi della raccolta e l’aria che tira non è delle migliori, “la speranza è che possa cambiare qualcosa fino a settembre”. Per gli agricoltori gran parte della estrema difficoltà a trovare personale sia per guidare i camion che per lavorare in fabbrica dipende dal reddito di cittadinanza. ma c’è anche un altro aspetto da non sottovalutare, e cioè che al prodotto agricolo sia riconosciuto il giusto prezzo di mercato, “e che il prezzo di vendita – concludono i sindacati – non sia dettato solo dal mercato ma che lo stesso tenga conto dei reali costi di produzione che devono affrontare le imprese agricole, in modo da consentire agli stessi anche ammodernamenti tecnologici e ulteriori forme di riconoscimento salariale per i bracciati”.

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