Petacciato

Pineta, un anno fa la svolta mancata. Parco avventura e percorsi pony, le proposte ci sono ma vengono respinte video

Politica che annuncia ma non conclude, funzionari pubblici che dicono No a tutto. Così la pineta di Petacciato e il suo sviluppo restano intrappolati da lassismo e burocrazia nonostante i progetti per valorizzarla non manchino

Nel mese di maggio 2020, l’assessore regionale Nicola Cavaliere annunciava un importante finanziamento a beneficio delle pinete di Campomarino e Petacciato. In tutto 2 milioni e mezzo di euro da suddividere in due, per la valorizzazione delle due aree verdi. Il passo successivo sarebbe stato quello della convenzione da stipulare coi due Comuni costieri per affidare loro la gestione delle pinete e successivamente stipulare degli accordi con dei privati.

Poco più di un anno dopo, nulla di tutto questo è stato fatto. In mezzo c’è stato un rimpasto di Giunta regionale e l’esplosione della seconda e poi della terza ondata della pandemia Covid-19 che ha richiesto di spostare attenzione e risorse su interventi reputati più urgenti.

Se quell’intervento previsto avrebbe potuto salvare la pineta di Campomarino Lido dalla distruzione di fuoco di domenica 1 agosto è questione che resta ai Se e ai Ma e quindi per definizione rimane senza risposta.

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Resta agli atti che una pulizia efficace della pineta non è stata effettuata a partire dal 2018 né a Campomarino e né a Petacciato. Ora, se piangere sul latto versato non ha senso, sicuramente per il prossimo futuro occorre mettere mano a una questione impantanata fra iter burocratici incomprensibili, amministratori poco reattivi e funzionari anchilosati a mentalità da vecchio millennio.

La cronaca di questi giorni dovrebbe insegnare che è profondamente sbagliato pensare di tutelare l’ambiente a colpi di divieti, senza praticamente muovere un dito.

“Il problema principale della pineta è mantenerla, ma servono fondi europei” ribadisce a Primonumero Antonio Del Vecchio, capo vivaista e responsabile del vivaio regionale di Petacciato marina. “Quando questi soldi c’erano, c’era anche lavoro per la manodopera: forestali, guardiani, vivaisti e via dicendo”.

Ma se dall’Ue non sembrano propensi ad aprire i cordoni della borsa, né lo Stato né la Regione hanno risorse a sufficienza per valorizzare questa risorsa naturale, figuriamoci i Comuni. In Molise si è fatta strada da tempo l’idea di una collaborazione fra l’ente pubblico e privati cittadini: imprenditori ma anche associazioni.

“La mia idea – diceva Cavaliere all’epoca – è semplificare ulteriormente la procedura sottoscrivendo la convenzione che consente la gestione diretta ai Comuni, in modo da accelerare i tempi e giungere presto alla fase in cui il presidente della Giunta potrà porre fine alla questione assegnando definitivamente i fondi. La valorizzazione delle due pinete – conclude Cavaliere – darà sicuramente un volto nuovo alla nostra costa, con innegabili vantaggi anche dal punto di vista turistico ed economico”.

E poi? “Eravamo in dirittura d’arrivo, andava fatto un regolamento per la gestione ai Comuni che a loro volta avrebbero potuto dare delle porzioni in gestione ai privati con dei vincoli precisi. Poi non so cosa sia successo” afferma oggi il sindaco di Petacciato Roberto Di Pardo.

“Come Comune abbiamo ricevuto diversi progetti, tutti respinti”. Progetti di che tipo? “L’associazione che gestisce il Parco Avventura di Guardiaregia, un’oasi tenuta benissimo, avrebbe voluto realizzare qualcosa di simile all’interno della nostra pineta. Chiedevano in gestione 30 ettari, 10 dei quali per le loro attività, come percorsi avventura, ponte tibetano, liane, sentiero biciclette, area pic nic, panchine, amache e tante altre cose. Gli altri 20 ettari semplicemente da tenere puliti. Chiaramente solo le loro attività sarebbero state a pagamento, non certo il transito”.

Ma era solo una delle proposte rispedite al mittente. “Un giovane del posto avrebbe voluto realizzare un’attività coi pony per far cavalcare i bambini. Chiedeva 10 ettari, magari nella zona del Cea per non avere difficoltà di accesso coi pony. Ma anche per quello la Regione ha detto no”.

Più di recente imprenditori locali hanno rilevato la concessione demaniale dell’ex Cala d’Or creando il Lido Ottanta, uno dei posti più apprezzati dell’estate 2021 in Molise. Per accedervi c’è bisogno di transitare all’interno della pineta, quindi sarebbe tutto interesse dell’attività quello di tenere pulito e funzionale il polmone verde. “Anche loro – prosegue il sindaco – vorrebbero la gestione di una parte, semplicemente per tenerla in ordine, piantare qualche albero in più”.

Lido ottanta Petacciato

Non c’è nemmeno da discutere sul fatto che per darla in gestione a dei privati occorrerebbero regole precise e controlli accurati. “Non sono contrario alla gestione privata – commenta Del Vecchio – ma dovrebbe rispettare dei canoni. Invece ogni volta che c’è stato qualche contatto, le proposte erano per attività come il soft air o cose del genere. Bisogna fare attenzione: l’antropizzazione fa perdere alla pineta la sua caratteristica principale”. Un compromesso però è possibile. “Devo dire che ho apprezzato l’approccio del Lido Ottanta che ha realizzato il chiosco con materiale di recupero. Quello vuol dire rispettare l’ambiente”.

Una cosa è certa: così com’è la pineta non ha futuro, anzi corre dei rischi enormi. Ne sono consapevoli i titolari dell’accesso al mare denominato Tolo Beach, uno dei pochi ingressi direttamente dalla pineta, sfruttando il comodato d’uso derivato dall’esproprio di qualche anno fa per la realizzazione dell’acquedotto Molisano Centrale e quindi fuori dalla competenza del Demanio.

“Bastano pochi accorgimenti nel rispetto della natura e la gente apprezza. Abbiamo una clientela che arriva in gran parte da fuori paese: molisani e abruzzesi soprattutto, ma anche del Nord Italia. Qui la gente di sera non vorrebbe andarsene per quanto si sta bene e l’aria fresca. Ma bisogna che tutto intorno alla pineta si facciano pulizia e manutenzione. Altrimenti finiamo come Campomarino”.

L’impressione di trovarsi di fronte a una corsa ad ostacoli, dove ogni tanto spunta il funzionario pubblico che si mette di traverso per ragioni incomprensibili ai più, è molto forte. “Ci sono troppi vincoli burocratici – l’opinione di Di Pardo -. A chi dice che la pineta oggi è il posto più bello del Molise rispondo che oggi è uno dei posti più schifosi, dove ti devi guardare dall’essere adescato”. Il riferimento del sindaco è al fatto che la pineta sia nota per essere punto di ritrovo di incontri gay clandestini.

“Gli alberi sono malati e rischiano di cadere, ci sono rovi dove è impossibile passare. Ha le potenzialità per essere un posto bellissimo, quello di sicuro, ma non così. Il privato ha le risorse per intervenire, perché non dargli spazio? L’ente pubblico deve semplicemente dirgli cosa può e cosa non può realizzare. Ma non ha senso mantenere il divieto di calpestio”.

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