Presentazione del libro a palata

Maria Grazia Calandrone torna a casa e riceve l’abbraccio di Palata. “Scriverò un libro su mia madre Lucia”

Maria Grazia Calandrone presenta a Palata il suo romanzo "Splendi come vita", che prende proprio il via dal paese immerso nelle colline molisane che hanno dato i natali a sua madre. Di fronte al pubblico, e con il taccuino in mano per appuntarsi i ricordi e i racconti legati a sua madre, presenta il suo libro e rivela: "Vorrei scrivere un libro per mia madre Lucia"

Maria Grazia Calandrone torna a casa. Nel paese d’origine, Palata, da scrittrice e da figlia. E riceve un abbraccio da tutto il paese quando sabato 14 agosto arriva al Palazzo Ducale per la presentazione del suo romanzo, Splendi come vita, candidato tra i dieci finalisti al Premio Strega 2021 e dedicato alle sue due madri, quella naturale – Lucia Galante – e quella adottiva, Consolazione. 

Proprio dal paese immerso nelle colline molisane, a pochi chilometri dalla costa, prende il via il suo libro, prima ancora la sua storia: da un amore a quei tempi impossibile, quello di sua madre Lucia, fuori dal matrimonio e della nascita di una figlia. Fino alla morte nel Tevere dei suoi genitori, suicidi. E poi la sua nuova vita, in una nuova famiglia.

Lucia, da Palata alla morte nel Tevere. La sua rivincita nel libro della figlia Maria Grazia: “Vorrei farle dedicare la biblioteca”

L’incontro con i cittadini inizia ben prima della presentazione, quando in molti accolgono lei e sua figlia che la accompagna, la salutano e le raccontano di sua madre. Con penna e taccuino alla mano, scrive, segna, prende appunti e chiede a chi ha conosciuto sua madre Lucia dettagli, curiosità, particolari. E arriva al tavolo della presentazione con quel quaderno in mano, che ora rappresenta un suo nuovo inizio. Accolta dalla sindaca del paese, Maria Di Lena, che le dà il benvenuto di fronte alla cittadinanza e sottolinea l’importanza di un momento culturale che va ben oltre la letteratura e il romanzo, si affida alle domande di Elena Berchicci, moderatrice dell’evento con cui analizza ma soprattutto racconta il suo libro.

Maria grazia calandrone a palata

Un romanzo per il quale ha atteso 20 anni, scritto in 20 giorni, a giugno del 2020 dopo il lockdown, per 20 ore al giorno. “E’ nato quando ho sentito che era pronto – racconta di fronte al pubblico seduto che la avvolge quasi in un abbraccio in un anfiteatro naturale sopra alla piazza centrale del paese – avevo la frase in mente, quella dell’inizio, e ho cominciato a scrivere. Ma si è scritto da solo. E a conclusione di tutto ho capito davvero e in maniera più profonda mia madre“.

Maria grazia calandrone a palata

Il suo romanzo, che racconta anche uno spaccato degli anni ’70 e ’80 dell’Italia, tra musica, attualità, moda e politica con la sua canzone preferita di quegli anni, Ti Amo di Umberto Tozzi (come rivela), prende il via da una pagina di giornale, quella con cui si annuncia nel 1965 che la bambina lasciata a Villa Borghese è stata adottata e ha una nuova vita. Inizia così il suo racconto in cui parla di Mamma, Madre e Padre. Le figure che l’hanno accompagnata nella vita tra alti e bassi, viaggi improvvisati verso Milano, anni di collegio dalle suore, la nascita della sua passione per la scrittura, per la poesia e per la prosa.

Il suo libro è anche e soprattutto l’occasione per riflettere, ragionare, confrontarsi su pregiudizi, leggi del passato, leggi del presente, giudizi. E quello che ne esce è soprattutto la Libertà, quella con la lettera maiuscola delle scelte fatte, delle scelte difese, degli errori e anche degli insegnamenti, del pensiero e soprattutto del rispetto. Quella libertà che l’ha accompagnata, la accompagna e che oggi lascia anche ai suoi figli.

Infine, dopo la consegna da parte della sindaca di Palata di una targa, a nome dell’Amministrazione e dei suoi concittadini, una lettura appassionata, intensa, emozionante della poesia conclusiva del suo libro, quella che racconta il perché di una vita che splende. E infine, ancora un abbraccio dai palatesi, che la vogliono conoscere, salutare, le vogliono raccontare di sua madre. E lei, con il taccuino in mano, prende appunti, fa domande. “Vorrei scrivere un libro su mia madre Lucia“. E Palata è pronta ad accoglierla di nuovo per ascoltare il suo racconto.

Maria grazia calandrone a palata

 

 

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