Corridoi umanitari

Macchiagodena pronta ad accogliere famiglie afghane. “Ci proponiamo come paese della cultura, non possiamo restare indifferenti”

Il sindaco Felice Ciccone si è da subito detto pronto a fare la sua parte. La sua Amministrazione è la prima in Molise ad aver manifestato la volontà di accogliere sul proprio territorio persone in fuga dall'Afghanistan. "Non possiamo cambiare le sorti delle donne e ragazze di quel Paese ma è doveroso fare tutto quel che possiamo". Se si è dalla parte dei diritti lo si è sempre

Il Comune di Macchiagodena ha scelto di non voltarsi dall’altra parte di fronte al dramma dell’Afghanistan, dove i talebani hanno preso il potere da qualche giorno e il Paese è divenuto di fatto un Emirato Islamico.

Il piccolo paese della provincia di Isernia, un migliaio di abitanti circa, non vuole tirarsi indietro e ha già manifestato la sua disponibilità ad accogliere almeno una famiglia afghana nel proprio territorio. “Noi abbiamo 3 alloggi popolari, attualmente non utilizzati, quindi credo sia doveroso mettere a disposizione almeno uno dei 3, per il momento, a disposizione di profughi provenienti da quella zona”, così il sindaco contattato da Primonumero.

Il primo cittadino lo aveva anticipato ieri in un post apparso sulla sua pagina facebook. “Negli ultimi anni abbiamo dedicato tanto spazio ai libri, alla cultura e ai diritti sociali e civili. Tanti dei libri che abbiamo presentato sono stati scritti da donne o hanno avuto le donne come protagoniste. In questo momento drammatico per l’Afghanistan il Sindaco, l’Amministrazione comunale e l’intera comunità di Macchiagodena, da sempre dalla parte dei diritti e delle libertà, sono con le donne afghane. È Urgentissimo che l’Onu, le potenze mondiali che sono state presenti in quell’area, l’Unione Europea e il Governo italiano decidano le modalità più opportune per garantire alle donne dell’Afghanistan la libertà di esistere. Dal canto nostro, oggi stesso avvieremo le procedure per poter accogliere nel nostro comune almeno una famiglia afghana”.

felice ciccone sindaco macchiagodena

Il sindaco Felice Ciccone ce lo ha ribadito. “Stiamo approntando l’apposita Delibera di Giunta con cui manifestare la nostra disponibilità ad ospitare almeno una famiglia. Ovviamente inoltreremo la nostra disponibilità alla Prefettura con la quale ci dovremo poi coordinare”. I corridoi umanitari sono in questo momento invocati da più parti come soluzione per mettere in salvo migliaia di civili che cercano una ‘fuga verso la libertà’. Molti temono ritorsioni da parte del neo-regime e non credono alle promesse di pace da questo fatte. Che d’altronde ha già detto perentoriamente “Democrazia mai”. E poi l’attenzione internazionale è sulle donne e su quello che potrebbe accadere loro con il ritorno alla Sharia, la legge coranica.

La volontà di accoglienza espressa da Macchiagodena segue di poche ore quanto affermato dall’Associazione nazionale dei Comuni Italiani (Anci) che, tramite il delegato per l’Immigrazione Matteo Biffoni (sindaco di Prato), aveva affermato la volontà di adoperarsi per accogliere famiglie afghane e inserirle in progetti di protezione. “I sindaci italiani sono pronti a fare la loro parte nell’accogliere le famiglie afghane. Non c’è tempo da perdere, sappiamo bene come i civili che hanno collaborato con le nostre missioni in Afghanistan oggi siano in forte pericolo, soprattutto donne e minori. Il Governo si sta muovendo per salvare vite umane, attraverso l’azione delle prefetture sul territorio e i sindaci mettono a disposizione la propria esperienza, per questo abbiamo scritto al ministro dell’Interno Lamorgese e abbiamo avvisato il ministero della Difesa”.

Ma in Molise al momento sembra aver ‘risposto’ all’appello solo Macchiagodena. “Non so se sono l’unico, so solo che in queste cose non vorrei essere il primo bensì il 136esimo. Spero ci possa essere riscontro anche da parte di altre Amministrazioni molisane, soprattutto di comuni più grandi e che hanno maggiore disponibilità di alloggi”.

Fino a circa un anno fa il comune immerso nel Matese ospitava 3 strutture di accoglienza temporanea (Cas e Cat) e dunque diversi immigrati, di diversa nazionalità ma non afghani. “Alcuni hanno deciso di rimanere, si sono integrati e conducono la loro vita qui”. Ora l’accoglienza per chi dall’Afghanistan vuole fuggire (le scene in aeroporto a Kabul mostrano chiaramente la disperazione e non hanno bisogno di commento) è divenuta per l’Amministrazione guidata da Ciccone, alla luce di quella che è una emergenza umanitaria a tutti gli effetti, un imperativo. Un dovere.

“Io credo sia davvero doveroso, un’amministrazione comunale – anche se di un piccolo comune – non si deve limitare a gestire la quotidianità ma dare anche degli esempi, dei segnali. Noi dobbiamo quantomeno provare a dare degli indirizzi, anche se poi le decisioni dipendono dai ‘piani alti’ e non da noi. È ovvio che non possiamo essere noi a modificare le sorti delle donne in Afghanistan”. Ma questa non può essere una giustificazione per rimanere con le mani in mano, questo sembra dirci il sindaco.

Che argomenta il concetto ricordando come la sua Giunta abbia fatto di recente anche una delibera per Patrick Zaki, lo studente dell’Università di Bologna detenuto ingiustamente da ormai un anno e mezzo in Egitto. “Siamo da sempre sensibili ai temi dei diritti civili e sociali. A tal proposito abbiamo anche inaugurato, lo scorso 16 maggio, una panchina arcobaleno, contro l’omofobia”.

Perché, è questo che il messaggio che il sindaco tiene a veicolare, chi guida un Comune non può guardare solo a quel che accade nel proprio orticello, al di qua dei propri confini. “Bisogna essere attivi sempre, su tutto. Anche perché le cose cambiano dal basso. Noi qui stiamo dedicando tanto spazio alla cultura e ai libri. Se ci proponiamo come paese della cultura non possiamo poi essere indifferenti rispetto a chi rischia, come le ragazze afghane, di dover rinunciare alla cultura e a tutti gli altri diritti che con tanti sacrifici aveva conquistato.

Questa è la dimostrazione – conclude il sindaco – che anche per noi i diritti non sono per sempre, ci sta qualcuno dietro l’angolo che potrebbe toglierceli da un momento all’altro”.

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