L'Ospite

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L’anno zero della sanità in Molise

di Ulisse Di Giacomo, medico cardiologo e già Senatore della Repubblica

Sono sempre stato contrario al commissariamento della Sanità di una regione, soprattutto quando questo voleva dire sostituire la potestà legislativa di un Consiglio Regionale e il potere esecutivo di un Presidente e della sua Giunta con improbabili personaggi, di assoluta improvvisazione, scelti da una parte politica e dimostratisi sul campo del tutto inconsapevoli  della nostra realtà e quindi incapaci ad affrontarla e a risolverne i problemi.

Questa mia personale avversione nei confronti dei “colonizzatori”  è iniziata nel 2007, quando da Assessore alla Salute della Regione Molise fui “costretto” a firmare con l’allora Ministro Livia Turco il primo Piano di Rientro dal deficit in Sanità.

Ogni tre mesi venivamo convocati al Tavolo Tecnico Interministeriale presso il Ministero dell’Economia, il famigerato Tavolo Massicci, che voleva imporci la “razionalizzazione del sistema sanitario molisano”, che in sostanza significava declassificare o addirittura chiudere le nostre strutture assistenziali sul territorio.

I miei valenti collaboratori di allora, coordinati dal  compianto Roberto Fagnano, ricorderanno le urla e le liti con il ragioniere generale del MEF dr. Massicci, che voleva imporci il SUO modello di sanità fatto di tagli e di numeri.

Già allora rimproveravo loro il tentativo di volere mettere le mani sulla nostra sanità regionale, sperperando soldi sui mega stipendi dei commissari e sub commissari (circa 500.000 euro l’anno) e su altre spese che molti non conoscono come quelle pagate alla società KPMG nell’ordine di centinaia di migliaia di euro l’anno per tenere i conti.

Stendiamo un velo pietoso sulla nefasta parentesi del commissariamento nella persona di Frattura, colpevolmente assente  in Conferenza delle Regioni nella seduta in cui venne approvato il regolamento di applicazione del Decreto Balduzzi (da cui è derivata la successiva distruzione del nostro sistema sanitario) e autore dell’approvazione del Piano Operativo Straordinario 2015/2018  inserito all’interno di una  Legge Finanziaria, senza che il Consiglio Regionale potesse neanche discuterne, e veniamo agli ultimi due commissariamenti nelle persone del Dr. Giustini e della Dr.ssa Flori Degrassi.

La loro improvvisazione e il loro fallimento sono dimostrati da due dati:

1) in quasi tre anni non sono riusciti ad approvare il POS 2019/2021, uno dei principali  obiettivi del loro mandato;

2) nel corso del loro mandato il deficit sanitario, che per missione avrebbero dovuto azzerare, è invece ancora lì.

Di conseguenza, la nostra situazione sanitaria al momento è la seguente: LEA non garantiti, penultimo posto a livello nazionale per la qualità dei servizi sanitari offerti, ospedali al limite della sopravvivenza per la cronica carenza di personale medico, strutture territoriali fatiscenti per l’assenza di un piano programmatico, assenza di iniziative serie per far fronte alla quarta ondata della pandemia Covid.

A questa drammatica situazione bisognerebbe rispondere con decisioni eccezionali, ad esempio chiedere al Governo che il Molise venga considerata “ Area disagiata per la Sanità “, in modo da approvare atti legislativi che da un lato consentano l’azzeramento del  debito sanitario e e dall’ altro permettano di incentivare i medici e il personale sanitario a venire in Molise con remunerazioni  più alte  e con punteggi di carriera privilegiati, così come già avviene nel nostro Paese per le Forze dell’ordine e i magistrati.

Comunque,  la decisione del Governo di nominare commissario il Presidente della Regione è da considerare il primo passo verso la fine del commissariamento, così da restituire al Molise la sua autonomia decisionale in un settore vitale come la Sanità.

Saranno poi gli elettori, quando saranno chiamati alle urne ad esprimere il loro voto, a giudicare la classe politica sui risultati ottenuti.

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