Fondovalle del sinarca

La piazzola della Sp 113: non c’è limite allo schifo (umano). In 10 anni non è cambiato nulla

Magari si tratta delle stesse persone che poi, su Facebook, fanno la morale agli altri e si scagliano con furia cieca contro i sindaci “rei” di non tutelare adeguatamente “il nostro territorio”. Che ipocrisia.

Torniamo a parlare della piazzola della vergogna sulla Fondovalle del Sinarca. E lo facciamo perché, anche quest’anno, come purtroppo succede da almeno un decennio, l’area pic-nic che si trova lungo la strada provinciale 113, in territorio di Guglionesi, è un immondezzaio a cielo aperto. Anche quest’anno, come capita con puntualità svizzera da quando la Provincia ha installato quelle panche e quel tavolo (sicuramente una mossa poco felice, ma mossa da buone intenzioni), l’asfalto dello slargo è invaso da sacchi neri di spazzatura, qualche elettrodomestico in disuso, cartacce, avanzi di cibo abbandonati che diventano banchetto per topi e mosconi e che rendono la piazzola inutilizzabile. Non ci si può sentire liberi di buttare i rifiuti dove capita se questo, oltre a danneggiare l’ambiente e a mettere in evidenza lo schifo che caratterizza moralmente i responsabili, priva gli altri della libertà di fermarsi per una sosta, magari ammirando i campi coltivati a grano e girasoli al rientro dal mare.

La piazzola della vergogna, discarica a cielo aperto sulla Fondovalle del Sinarca

Nulla può giustificare più il fatto che la piazzola si trasformi in una discarica, come è accaduto anche in questa estate e come dimostrano i rifiuti ammucchiati. Rifiuti ordinari, banale spazzatura, che viene smaltita in questo modo per ragioni incomprensibili ma prive di qualsiasi attenuante.

La colpa non è sicuramente della Provincia né tantomeno delle Amministrazioni comunali che non puliscono né delle ditte che non tolgono i rifiuti. D’altronde, perché si dovrebbero spendere soldi pubblici per togliere i rifiuti in un punto in cui i rifiuti non si devono buttare? C’è per caso bisogno di un cartello di divieto o di una fototrappola che inchiodi i colpevoli per impedirlo? Forse sì, forse –a giudicare da questo orrendo fenomeno di smaltimento illecito – siamo arrivati a questo livello di sensibilità talmente infimo che l’unico deterrente possibile sarebbe una multa da qualche migliaia di euro.

Piazzola rifiuti Provinciale 113

Gli scarti che degradano la pensilina e la trasformano nella più orribile cartolina turistica possibile non sono resti di panini o lattine di coca-cola o bottiglie di birra lasciate dopo una breve sosta stradale,  ma buste di immondizia domestica, sacchi di umido e indifferenziato abbandonati con questa modalità vergognosa dai soliti ignoti.

Magari si tratta delle stesse persone che poi, su Facebook, fanno la morale agli altri e si scagliano con furia cieca contro i sindaci “rei” di non tutelare adeguatamente “il nostro territorio”. Che ipocrisia.

Esattamente da 10 anni affrontiamo – con questo giornale – il tema di quella piazzola. Abbiamo raccontato l’inciviltà, la maleducazione, l’incuria, il degrado (culturale e ambientale) di questo fenomeno, raccontando anche le tante bonifiche che sono avvenute puntualmente, e che hanno avuto come effetto solo quello di allargare lo spazio disponibile per altre discariche, per altre montagnole di spazzatura. In dieci anni non è cambiato nulla, e non cambierà nulla nemmeno questa ennesima segnalazione. La pubblichiamo per un altro motivo: dimostrare attraverso queste immagini schifose che in mezzo a noi ci sono persone schifose, e soprattutto che sono queste persone a rendere inutili gli sforzi, spesso immani, fatti dalle Amministrazioni comunali e dai privati di buona volontà per la promozione del territorio.

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