Termoli, la segnalazione

La beffa dei (quasi) 12enni prenotati e con appuntamento. “Ore in fila sotto al sole e poi niente vaccino”

La piattaforma regionale per la prenotazione del vaccino 'accetta' i nati nel 2009 ma chi non ha ancora compiuto i 12 anni - perchè lo farà nelle prossime settimane - viene rimandato a casa. La rabbia di una mamma e il racconto della sua disavventura oggi a Termoli: "Abbiamo fatto ore di fila per niente"

Ore di fila per far fare il vaccino al figlio, classe 2009, per poi essere rimandati indietro: “Suo figlio non ha ancora compiuto 12 anni”.

È successo stamattina, 21 agosto, a Termoli presso il centro vaccinale dell’ospedale San Timoteo e a segnalarlo è una mamma. Disguido che ricorda – sebbene diverso – quello di cui vi abbiamo raccontato qualche giorno fa quando alcuni genitori di figli (quasi) 12enni erano stati rimandati indietro nonostante avessero già fatto la prima dose.

Vaccini a chi non ha compiuto 12 anni, caos a Termoli. “Ora non vogliono farci la seconda dose”

Situazione diversa quella di oggi ma che ha in comune una circostanza: il sistema delle prenotazioni accetta anche coloro che compiranno 12 anni nelle prossime settimane o nei prossimi mesi del 2021 ma poi il medico che deve effettuare la somministrazione pone il veto perché i 12 anni (il vaccino è autorizzato solo a partire da quella età) non sono ancora compiuti.

 

Ecco il racconto: “Qualche settimana dopo aver compilato il modulo on line, inserendo tutti i dati, compreso il codice fiscale, ho ricevuto dalla Regione Molise l’SMS con la data dell’appuntamento per la somministrazione della prima dose a mio figlio nato nel 2009.

Questa mattina mi sono recata all’Ospedale San Timoteo all’ora dell’appuntamento (le 9:40), ho trovato dinanzi a me un centinaio di persone, forse di più.

Abbiamo iniziato a fare pazientemente la fila sotto il sole, poiché i tendoni non erano sufficienti per ospitare all’ombra tutte le persone. Poi, dato che il mio ragazzo, già in ansia per la vaccinazione, stava soffrendo per il cado abbiamo deciso di allontanarci per ritornare un paio d’ore dopo.

Siamo tornati all’ospedale alle 12 circa e la fila era notevolmente diminuita, c’era però molta confusione poiché insieme ai dodicenni in procinto di fare la prima dose c’erano anche molte persone adulte (anche anziani e disabili) che dovevano fare la seconda dose, c’erano persone di fuori regione, persone che non avevano i moduli o che non sapevano come compilarli e ovviamente c’era qualcuno che voleva saltare la fila”.

Mamma e figlio però non si sono persi d’animo. “Noi abbiamo pazientemente aspettato il nostro turno al triage, con tutti i moduli compilati. L’infermiera, che nonostante la pressione delle molte persone che la chiamavano e le facevano domande non ha mai perso la pazienza e la gentilezza nei modi, quando ha visto che mio figlio non ha ancora compiuto i dodici anni (li compirà a novembre) ci ha mandati via. I medici non vaccinano chi non ha almeno 12 anni e 1 giorno.

Ora – conclude la donna – io mi domando: perché il sistema mi ha dato per oggi l’appuntamento?”

Il punto è proprio questo. Sacrosanta la scelta dei sanitari di non procedere all’iniezione in caso di età inferiore a quanto stabilito dai protocolli medici. La falla è nella piattaforma regionale di prenotazione che chiede il codice fiscale ma si basa sul solo anno di nascita. In questo caso il 2009. Peccato però che molti – prenotazione ed appuntamento alla mano – si rechino convinti ai centri vaccinali. E peccato che debbano fare ore di fila prima di capire che non potranno fare la vaccinazione desiderata.

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