Campobasso da bollino rosso

Incendi, i polmoni verdi della città rischiano: non c’è un piano di prevenzione. “Ma tagliamo l’erba”

Se la minoranza comunale del Pd attacca l'amministrazione Gravina per l'assenza di pattugliamenti e pulizia straordinaria di Collina Monforte, pineta San Giovannello e bosco Faiete, replica l'assessore Cretella (M5S): "Le aree pubbliche sono in ordine e per quelle private ci sono le ordinanze". Poi l'ammissione: "Collina Monforte preoccupa anche me, è disordinata soprattutto sul versante via Garibaldi ma anche perché è un'area Sic che ci vincola pure nel semplice sfalcio dell'erba". Intanto chiede pene più severe per il reato d'incendio il presidente dell'Atc 1 di Campobasso

Piogge scarse, siccità e poca prevenzione sono una triangolazione di elementi pericolosissima in una settimana da bollino rosso come è quella appena cominciata a Campobasso.

Il gruppo del Partito democratico a Palazzo San Giorgio ha lanciato l’allarme per le aree verdi della città: collina Monforte, pineta San Giovannello e bosco Faiete spiegando, in un succinto comunicato stampa, che “occorre, se non lo si è già fatto, predisporre il pattugliamento di queste aree ed effettuare una pulizia straordinaria di secco ed erbacce. Da subito”.

Ai consiglieri di minoranza Antonio Battista, Bibiana Chierchia (ex sindaco e vice sindaco nella precedente legislatura), Alessandra Salvatore (ex assessore) e Giose Trivisonno ha replicato l’assessore all’ambiente Simone Cretella.

Simone Cretella

“Le aree verdi di nostra competenza sono in ordine, tagliamo periodicamente l’erba mantenendola rasata proprio per evitare propagazione di fuoco in caso di incendi. Il problema semmai è rappresentato dalle aree private ma per quelle ci sono le ordinanze che cerchiamo di far rispettare con multe e controlli laddove riscontriamo scarsa cura del verde da parte dei proprietari del terreno”.

Questo in linea generale poi, entrando più nello specifico, Cretella spiega: “Per quanto riguarda San Giovanello non abbiamo riscontrato criticità, è una pineta quindi ha un sottobosco piuttosto pulito. Più problematico bosco Faiete il quale, pur essendo verde e rigoglioso, insomma non è secco, rischia al pari di tutti gli altri boschi. Stiamo predisponendo a tale proposito un piano di assestamento, una forma di prevenzione che passa per taglio e pulizia del sottobosco finalizzato alla produzione di legna da ardere”.

Ma la vera preoccupazione dell’assessore Cretella è la collina Monforte “che è disordinata soprattutto lungo in versante di via Garibaldi (che è anche quello più popolato). Purtroppo la collina è un’area sic (sito di interesse comunitario) pertanto anche un semplice sfalcio di erba è vincolante perché non possiamo andare con mezzi pesanti. Anche per la collina stiamo predisponendo il piano di assestamento”.

C’è, infine un ulteriore problema sulla via della prevenzione dagli incendi: la creazione delle lingue (o viali) taglifuoco ossia quelle utilissime piste private di alberi e vegetazione allo scopo di impedire il propagarsi degli incendi e presenti, solitamente, nelle zone boschive.

“Ma questi non sono interventi di competenza comunale perché rientrano in piani di prevenzione più ampi di respiro regionale” conclude l’assessore.

tagliafuoco

(foto wikipedia)

Intanto ha chiesto di riconsiderare il reato d’incendio e l’aumento delle pene per i piromani il presidente dell’Ambito territoriale di caccia di Campobasso (Atc 1) Giovanni Antonio Santoro. 

“Il fuoco non si argina con i bei principi ma con la prevenzione e il coinvolgimento di tutti. Il sottobosco va pulito, gli alberi secchi vanno eliminati, le rive dei ruscelli e fiumi vanno puliti dagli alberi che ostacolano il normale deflusso delle acque. Bisogna favorire la biodiversità ma non a scapito della sicurezza e dei redditi degli agricoltori ed allevatori. Il cambiamento climatico ci impone di modificare il nostro sistema di vita e le autorità a controllare perché non entrino nel territorio organizzazioni e società che vogliono imporre scelte e colonizzare le attività produttive. Bisogna riconsiderare il reato di incendio, art 423 c.p., non solo rispetto  all’incolumità pubblica ma anche rispetto al danno ambientale che si procura, con aumento di pena”.

(AD)

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