Bonefro

Con “Versi in quarantena” riecheggiano la voce della natura e la passione per la cultura locale

Nella parte più alta di Bonefro risuonano i “Versi in quarantena” tra le arcate del Chiostro Monastico di Santa Maria delle Grazie, lanciando non pochi segnali. In questo contesto di antica memoria, dove la cultura locale fa sentire la sua voce migliore, la presentazione del libro di poesie “Versi in quarantena” di Luigi Pizzuto, pubblicato dall’Editrice Lampo di Campobasso, ha suscitato non pochi ricordi e curiosità. All’inizio dell’ultima decade del mese di agosto, Bonefro mette al centro dell’attenzione i temi di una silloge poetica versatile dai contenuti attuali.

Presente al tavolo di presentazione l’Assessore alla Cultura Carmen Lalli. Il sindaco di Bonefro, Nicola Montagano, ha portato i saluti di rito, soffermandosi a lungo sull’importanza dell’iniziativa culturale, sui contenuti delle poesìe e sulla veste tipografica che, in quarta di copertina riproduce l’emblema più efficace di una misura anticovid, la mascherina, impressa su un disegno dell’artista francese Jean Luciano, la torre di Giovanna I d’Angiò, tanto cara all’autore.

Versi in quarantena libro

Con un linguaggio chiaro e scorrevole – ha precisato il Sindaco di Bonefro – l’autore ci riporta nel periodo più duro della pandemìa per farci rivivere un’esperienza inedita e preoccupante vissuta tra non pochi patemi  un po’ da tutti quanti. Tra le tante poesie contenute nel libro non mancano quelle dedicate ai provvedimenti anticovid, ai cassetti della memoria, alla storia del luogo e ai protagonisti della cultura mondiale, come il grande fotografo Tony Vaccaro, che, in prima persona, da contagiato, all’età di 98 anni, come nello Sbarco di Normandìa, vince una battaglia altrettanto dura in corsìa contro il coronavirus. La poesìa in questo caso è accompagnata da un disegno realizzato in Francia dall’artista Jean Luciano, dedicato alla metamorfosi del vecchio bonefrano dalle innumerevoli toppe”.

Versi in quarantena libro

La professoressa Filomena Giannotti, docente di Lingua e Letteratura Latina presso l’Università di Siena, in maniera approfondita ha analizzato i vari temi che costituiscono l’itinerario culturale seguito dall’autore. “Si tratta di un diario poetico diverso dagli altri diari nati durante la clausura, ha precisato la Giannotti. Con questa singolare pubblicazione l’autore delle poesie ha messo alla prova la sua vis poetica. Le poesie sono in versi liberi, si leggono con piacere per l’assenza di punteggiatura e il linguaggio semplice e chiaro che all’occorrenza si manifesta denso ed incisivo. Nella poesia “Enea”, dedicata all’eroe virgiliano, la fuga con il vecchio padre Anchise sulle spalle e il figlioletto Ascanio per mano, diventa una preziosa lezione di vita tuttora attuale.

Nel gruppo delle poesie “Pescara”, “Spes ultima dea”, “Panta rei”, “Eros e Thanatos”, “In hoc signo vinces”, non manca l’attaccamento alla cultura classica acquisito dall’autore tra i banchi di scuola. Tanti temi, dunque, che scaturiscono dai ricordi, dalle riflessioni sull’io e sull’ambiente, e dal guardarsi intorno. Particolarmente interessante la lirica “Chiara” che chiama in causa la Santa di Assisi non solo per il commovente ricordo della madre dell’autore, di nome Chiara, ma anche per l’istituzione della regola di clausura, diventata a tutti, in qualche modo, familiare durante il lockdown. Eppure la clausura non fa paura. Precisa un verso centrale della poesìa, in cui la rima interna “clausura paura”, s’incarica di sottolineare le due parole chiave del testo e forse dell’intera silloge. Ad uno sguardo più attento quella fra clausura e paura si rileva anche una rima semantica, che per definizione mette in relazione due termini dal forte legame, nella fattispecie unita da causa/effetto. Nell’anno dantesco avrà agito, forse a livello inconscio, il celebre esempio “oscura”, “dura”, “paura”, dell’incipit dell’Inferno”?

Versi in quarantena libro

A conclusione della presentazione del libro, il sindaco Nicola Montagano ha consegnato all’autore il seguente attestato di riconoscimento: “Al prof. Luigi Pizzuto uomo di cultura che ha saputo trasmettere a generazioni di alunni e ai suoi lettori la curiosità e la passione per la scrittura, la storia locale e l’identità del Molise”.

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