Emergenza umanitaria

Afghani in Italia, Molise si prepara ad accogliere primi profughi. Contatti con sindaci e associazioni

Avviato il monitoraggio di comuni, strutture e associazioni disponibili a prendersi cura dei migranti arrivati nei giorni scorsi da Kabul. Anche la nostra regione pronta a fare la propria parte

Potrebbero arrivare in Molise nei prossimi giorni i primi profughi afghani destinati alla nostra regione dalla redistribuzione operata dal Ministero dell’Interno. Sarebbero al momento una sessantina le persone arrivate da Kabul e dintorni e destinate al Molise.

Ieri diverse fonti di stampa nazionale avevano fornito la cifra di 20 profughi già destinati al Molise ma al momento non risulta. Le autorità regionali non confermano la cifra né l’arrivo imminente ma è in corso un monitoraggio delle amministrazioni comunali che possano mettere a disposizione strutture adatte all’accoglienza. Saranno poi le Prefetture di Campobasso e Isernia a prendersi cura dei profughi che sono destinati alla nostra regione e che dovrebbero essere suddivisi per due terzi alla provincia di Campobasso e per la restante parte a quella di Isernia.

Si tratta chiaramente dei primi migranti afghani destinati al Molise, visto che l’evacuazione da Kabul prosegue e andrà avanti verosimilmente fino al 31 agosto, termine ultimo previsto dai talebani per la partenza delle forze armate e civili estere dal Paese. Non si può escludere quindi che dopo i primi 60, altri afghani vengano mandati in Molise per i primi mesi di accoglienza.

Per questo è stata avviata una sorta di ricognizione informale che interessa tanto le amministrazioni pubbliche quanto le associazioni impegnate da anni in accoglienza e integrazione di immigrati. Da qui a qualche giorno l’organizzazione dell’accoglienza dovrebbe essere ufficializzata e strutturata nei dettagli, restando chiaramente in capo allo Stato che si farà carico anche delle spese. L’obiettivo è per farsi trovare pronti quando sarà il momento di fare la propria parte in quella che in pochi giorni si è trasformata in una emergenza umanitaria.

Attualmente la prassi prevede che i cittadini afghani accolti in Italia debbano osservare un periodo di quarantena anti Covid-19 in strutture gestite dall’Esercito, oppure in alberghi, pensioni, centri di accoglienza con volontari Onlus e Ong, o persino in appartamenti di famiglie, parrocchie e associazioni, dopodiché vengono accolti in strutture della Rete Sai o in Cas o in alternativa presso amici o parenti già residenti in Italia.

Secondo i dati Istat dello scorso 31 dicembre, in Molise gli afghani residenti erano appena 80. Potrebbero essere loro il primo contatto per i profughi appena fuggiti dal Paese tornato sotto il dominio dei talebani.

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