Esplode il caso

1500 cittadini di Guglionesi senza medico di famiglia: assistenza sanitaria a rischio per malati, anziani e disabili

Dal prossimo 6 settembre la dottoressa Matilde Corvo andrà in pensione lasciando senza un servizio essenziale uno dei paesi più popolosi del Basso Molise. Mentre tra i cittadini cresce la preoccupazione di doversi spostare a San Giacomo degli Schiavoni o a Termoli anche per un semplice consulto, il sindaco Mario Bellotti ha chiesto all'Asrem di trovare una soluzione per garantire la continuità assistenziale. Domani il confronto con il direttore generale Oreste Florenzano. Intanto Rifondazione comunista denuncia: "La sanità sul territorio è stata rafforzata solo a chiacchiere"

Purtroppo al progressivo impoverimento dei servizi nei piccoli centri del nostro entroterra ci siamo abituati. Nei borghi abitati da poche anime hanno chiuso sportelli postali o altri uffici territoriali, ambulatori medici: è accaduto poco tempo fa a Civitacampomarano e a Castelmauro. L’unico medico di base, il dottor Sergio Zita, è andato in pensione. A lui si rivolgevano 1200 persone.

A distanza di quasi un anno da quest’ultimo caso, il problema si ripete ma questa volta in maniera più grave perchè riguarda uno dei comuni più popolosi del Basso Molise: Guglionesi, oltre 5mila abitanti. Dal prossimo 6 settembre in questo centro del Basso Molise non sarà più garantita l’assistenza sanitaria a 1500 persone: uno dei medici condotti del paese, la dottoressa Matilde Corvo, andrà in pensione. La notizia, comunicata improvvisamente e apparsa come un fulmine a ciel sereno alla popolazione, ha comprensibilmente scombussolato e lasciato sbigottiti i cittadini che non sapranno a chi rivolgersi per un consulto medico oppure per la prescrizione di un farmaco salvavita o di un esame specialistico fra l’altro in un periodo reso più complicato dalla pandemia. Periodo in cui purtroppo abbiamo dovuto rinunciare a una parte delle cure perchè gli ospedali erano ‘blindati’ per evitare i rischi di un contagio.

Impossibile trovare a Guglionesi un altro medico di famiglia: gli studi sono al completo, non ci si può aggiungere agli elenchi degli assistiti. Nei mesi scorsi infatti un altro medico condotto è andato in pensione. Ora si aggiunge la dottoressa Corvo restringendo ulteriormente le possibilità di scelta di un sostituto anche perchè gli altri dottori di base a Guglionesi sono al completo e non hanno possibilità di allargare il numero dei pazienti per i limiti imposti dalla legge.

L’unica alternativa, che costringerà a enormi sacrifici, sarà rivolgersi a San Giacomo degli Schiavoni o a Termoli, i due comuni più vicini a Guglionesi: il primo dista 6 chilometri, il secondo è poco più lontano (circa 10 chilometri). Quindi, bisognerà mettersi in macchina per raggiungere un altro ambulatorio e avere accesso all’assistenza sanitaria di base. Facile a dirsi, meno a farlo: molti pazienti della dottoressa Corvo sono anziani e disabili. E non tutti hanno la possibilità di farsi accompagnare o riescono a prendere i mezzi pubblici per raggiungere un altro comune per sottoporsi ad una visita medica.

“I cittadini di Guglionesi sono stati invitati entro il 5 settembre a recarsi alla ex SAUB presso il vecchio San Timoteo a Termoli per scegliere il nuovo medico”, denuncia anche il segretario del PRC-SE Pasquale Sisto. Qualcuno, nonostante sia stato più veloce degli altri, ha dovuto fare i conti con una brutta sorpresa: “Gli altri medici di base operanti a Guglionesi sono al completo – aggiunge – e per cui non è possibile scegliere uno di loro ma bisogna scegliere qualche altro medico a Termoli o in altri comuni limitrofi. Questa situazione creatosi a Guglionesi ma comune in molti altri piccoli centri della Regione dimostra ancora una volta la disastrosa situazione che versa la sanità molisana più volte da noi denunciato anche con manifestazioni e presidi”.

Pasquale Sisto evidenzia le difficoltà per la popolazione: “Non si può obbligare una persona anziana anche non autonoma a recarsi a Termoli, se non a Larino per una visita dal medico di base. Questo vale anche per i cittadini di altri piccoli comuni molisani che non hanno la presenza di nessun medico di base nel loro territorio comunale. I medici di base sono il primo presidio di salute per i cittadini, la base e la garanzia di un sistema sanitario pubblico in grado di assistere tutti in base alle personali necessità”.

Pasquale Sisto

Il diritto alle cure doveva essere garantito “rafforzando la sanità di base sul territorio con più medici di famiglia e aumentando le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale)”, ricorda sempre l’esponente del Partito della Rifondazione comunista. “Invece i presidi sanitari di base vengono ridimensionati. Oramai sono passati più di 18 mesi dall’inizio della pandemia di SARS – Cov 2 e tutti ci siamo resi conto che bisogna evitare di intasare il pronto soccorso degli ospedali anche per permettere di soccorrere gli altri malati non Covid che in questi mesi sono stati trascurati per curare i malati covid. Invece così facendo con la chiusura di presidi di base si incentiva la popolazione a recarsi al pronto soccorso in caso di qualsiasi necessità di natura medica con tutte le conseguenze negative per i malati che veramente hanno bisogno delle cure del pronto soccorso”.

Anche per il sindaco Mario Bellotti bisognerà garantire la continuità assistenziale ai 1500 cittadini che si rivolgevano alla dottoressa Corvo e domani – 26 agosto – si confronterà con il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano per trovare una soluzione ad un problema che lo stesso primo cittadino ha iniziato ad affrontare con l’assessore al ramo Terzani e con il direttore del distretto sanitario Asrem di Termoli Giovanni Giorgetta.

Mario Bellotti

“Si potrebbe nominare un medico in sostituzione della dottoressa Corvo in attesa dell’assegnazione definitiva, in questo modo si potrebbe avere un altro medico sin dal primo giorno in cui mancherà la dottoressa. Non si possono lasciare 1500 persone senza assistenza sanitaria“, dice categorico il primo cittadino che nei giorni scorsi era stato contattato da diversi cittadini allarmati e preoccupati dal pensionamento del medico condotto. “Molte di queste persone sono anziane o sono disabili che dovranno spostarsi: i centri più vicini sono San Giacomo e Termoli che distano rispettivamente 6 e 8 chilometri. Al direttore generale Florenzano ho già rappresentato la necessità della certezza della continuità assistenziale che non può essere garantita da medici fuori sede”. (SP)

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