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Uguali nella dignità, ciascuno prezioso

XV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Prese a mandarli a due a due (Mc 6,7-13).

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

 

Ci sono diverse spiegazioni del fatto che Gesù, nonostante l’evidente vantaggio di inviare singolarmente i discepoli per allargare il campo della missione (pensiamo, ad esempio, alla situazione di un parroco a cui sono affidate più parrocchie, in alcuni casi fino a 10 contemporaneamente), abbia deciso di restringere il campo pur di inviarli insieme.

Una prima spiegazione è tratta dal diritto giudaico: la necessità della doppia testimonianza per affermare la veridicità dell’annuncio: due testi sono il minimo per la validità di una testimonianza. In questo caso si tratta di affermare che davvero il Regno è vicino.

L’altra spiegazione è riconducibile alla credibilità degli annunciatori: se parlano di amore del prossimo è chiaro che non c’è miglior annuncio che la testimonianza di due persone che si amano e aiutano; altrimenti il rischio è che l’annuncio sia puramente teorico.

Uno degli scandali che rende poco credibile la chiesa è la divisione in diverse confessioni, o anche le contrapposizioni tra gruppi o parrocchie, fino alla piaga delle divisioni all’interno di comunità che hanno la vita comune alla base della loro esistenza.

Un’altra spiegazione è quella della necessità di difendersi dai pericoli: per gente che viaggiava per le strade insicure dell’antichità era questione di vita o di morte non essere da soli in viaggio. Non a caso Gesù su questo tema costruisce la parabola del buon samaritano.

Si può vedere però anche un altro significato nell’essere inviati a due a due, una spiegazione che mette al riparo dal fondamentalismo e dal pensiero unico: due persone che annunciano il vangelo hanno due punti di vista diversi, anche se complementari, perché la verità non deve essere monolitica, ma poliedrica, non si deve ridurre a una sola idea. Alla base della chiesa Gesù non ha voluto mettere l’assolutismo, ma la cooperazione alla pari tra persone che, dirette verso una meta comune, camminano affiancati senza annullarsi a vicenda.

E in questa prospettiva anche le diverse confessioni cristiane non si devono vedere come frutto di un tradimento del vangelo, ma come l’espressione della infinita varietà in cui esso si può declinare, senza esclusioni e scomuniche reciproche. Non a caso Gesù ha raccomandato ai suoi di non darsi titoli di onore sulla terra, che creino delle gerarchie, ma di considerarsi tutti fratelli, uguali nella dignità, e ciascuno prezioso nella sua unicità.

Don Michele Tartaglia

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