Oltre settecento lavoratori precari della Sevel di Val di Sangro potrebbero essere lasciati a casa dopo le ferie estive. È il timore dei sindacati che si dicono pronti allo sciopero se l’azienda che fa capo al gruppo Stellantis non si deciderà ad assicurare il futuro di questi operai, molti dei quali sono molisani.
Un vero paradosso, visto che è risaputa la produttività elevata della fabbrica che produce il Ducato Fiat. Parla di “situazione non più accettabile” il segretario nazionale Fim Cisl, Ferdinando Uliano. “Si sono incrementati i turni da 15 a 17, fino ad arrivare a 18 e la previsione per quest’anno è di andare oltre 300.000 veicoli commerciali prodotti, risultato come al solito incredibile nella storia di Sevel”.
Per comprendere meglio la situazione, lo stesso Uliano fa un confronto col passato. “Nel 2016 si sono prodotti 290.000 furgoni e i lavoratori Sevel a tempo indeterminato erano 6.059; nel 2021 si andrà oltre 300.000 veicoli e i lavoratori Sevel sono 5.670 e i somministrati sono attualmente 705”.
Per somministrati si intendono 625 persone in staff leasing, cioè con contratto indeterminato per un’agenzia interinale, e 80 lavoratori che hanno invece contratto a tempo determinato in scadenza a settembre 2021. In tutto 705 persone che rischiano di rimanere presto a casa o senza lavoro. Fra loro, giova ricordarlo, ci sono tanti molisani, sia dell’area trignina che dei paesi costieri.
Ci sono anche voci di un possibile calo produttivo a breve termine, dovuto alla carenza di materie prime in arrivo dalla Cina. Uno stop di questo tipo si era già verificato a metà luglio ma era durato meno di 48 ore.
Sta di fatto che manca chiarezza. Stellantis al momento ha adottato il vecchio sistema di smistare dipendenti da uno stabilimento all’altro. “Ha ridotto i lavoratori interni e aumentato i trasfertisti” sintetizza Uliano. Quindi da qualche settimana alla Sevel sono arrivati operai dalla Fiat di Termoli, ma anche da Melfi, Cassino e Pomigliano. In questo modo 130 contratti a tempo indeterminati non sono stati prorogati.
“Abbiamo aperto la procedura di raffreddamento, siamo pronti allo sciopero e allo stop delle produzioni nell’unico stabilimento del gruppo Stellantis che sta operando a pieno regime”. Somiglia a un ultimatum la dichiarazione del segretario nazionale Fim Cisl in relazione allo stabilimento di Atessa. “Non vogliamo essere presi in giro; non è mai successo nella storia dello stabilimento del Ducato che ad una crescita dei volumi produttivi corrispondesse una diminuzione degli occupati stabili e un aumento dei precari. Mai, né con Fiat né con Fca”.
Ma dalla nascita di Stellantis, frutto della fusione Fca-Psa (Peugeot-Citroen), la musica appare cambiata. Il nuovo gruppo sembra voler razionalizzare al massimo, anche a costo di sanguinosi tagli al personale. Lo sanno bene alla Fiat di Termoli, dove nemmeno la notizia della realizzazione della Gigafactory fa dormire sonni tranquilli. In queste settimane sono iniziate invece le procedure per le uscite volontarie di almeno 100 dipendenti. Potrebbero essere i primi di una lunga serie.
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