Termoli

Sostenibilità e strategie di resilienza, se ne parla domani al Polo di Scienze Turistiche

Un’occasione di dialogo, partecipata e di ampio respiro, in cui ci si interroga, tutti insieme, sulle prospettive future del turismo negli scenari post pandemia e sulle opportunità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di rafforzare l’integrazione del sistema di offerta nel rispetto degli obiettivi di sostenibilità.

Come la pandemia ha cambiato le abitudini dei turisti? Quali le conseguenze delle pandemie sui territori? Possiamo considerare la pandemia come una sorta di spartiacque per aree non investite massicciamente dallo sviluppo turistico tradizionale? Quali forme di turismo attendersi per il futuro? Qual è l’impatto del turismo sull’ambiente, le culture, le comunità ospitanti?

Il turismo non è solo un fenomeno di massa che altera gli equilibri dei territori in termini di ecologia, di giustizia economica ed ambientale, ma anche un’attività, integrabile in filiere produttive più ampie, che può facilitare le interazioni tra territorio, comunità e viaggiatori.

Questo il comune denominatore dell’iniziativa curata dal Centro Studi sul Turismo e dalla filiera turistica UniMol nell’ambito del Summer Camp di Scienze turistiche organizzato dal Corso di Studi aggregato in Scienze turistiche e Beni culturali di cui si parlerà domani a Termoli a partire dalle 9.30 presso il polo universitario.

Un momento di ripartenza, di consapevolezza e, a partire da uno scambio di vedute sulla prospettiva territoriale del turismo e dei turismi avvenire, una presa in carico di responsabilità nei confronti delle aree fragili e delle nuove generazioni.

La formula individuata, d’intesa con il Dipartimento di Bioscienze e Territorio, prevede la partecipazione sia in presenza sia a distanza, e intende promuovere, sostenere e rafforzare momenti comuni e occasioni di confronto tra tutti gli attori coinvolti, cercando assieme di porre domande e dare risposte a quelle particolari criticità e complesse sfide che attendono il comparto turistico in sé, ma ancor più in quelle aree caratterizzate da un tessuto territoriale fragile e frammentato. Un approccio comunitario alla lettura dei processi in corso, senza tralasciare, anzi rilanciare, l’aspetto propositivo ipotizzando nuove visioni, prospettive e strategie.

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