Termoli

Sfratto per la Città Invisibile, Facciolla alza la voce: “Calpestati i diritti dei più fragili”

Il consigliere regionale del Pd prende posizione sulla vicenda e critica l'amministrazione di centrodestra. "Facciamo sentire la nostra voce per difendere chi non ha voce"

Ha provocato reazioni durissime la notizia dello sfratto per l’associazione ‘La città Invisibile’ di Termoli, impegnata da tempo nell’assistenza dei senzatetto. Entro una settimana, come vi abbiamo raccontato, dovrà lasciare lo stabile comunale in piazza Olimpia dove da 3 anni eroga i servizi e assiste le persone ai margini della società.

Tegola sulla Città Invisibile, il Comune ‘sgombera’ il centro per senzatetto. “Al momento non ci sono sedi alternative”

Anche il consigliere regionale del Pd prende posizione: “L’avviso è arrivato senza alcuna proposta di sistemazione alternativa e senza alcuna possibilità di ascolto da parte del Comune di Termoli con il quale più volte i membri della Città invisibile dicono di aver provato a dialogare. Purtroppo – l’affondo di Vittorino Facciolla – non si tratta dell’unico gesto di insensibilità da parte del governo cittadino adriatico”. Una frecciatina velenosa all’amministrazione guidata dal centrodestra e dal sindaco Francesco Roberti. 

L’esponente dem ricorda poi un precedente: “A fine maggio, nel silenzio più assordante, sempre a Termoli, La cittadella della Carità, che ospitava oltre ai servizi della Caritas anche dal 2011 gli uffici di “Rifugio Sicuro” (progetto di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati) è stata allontanata dallo storico stabile nel cuore del Paese Vecchio e trasferita altrove”.

Facciolla stigmatizza anche quanto sta avvenendo a Casacalenda, dove 21 giovani africani sono stati allontanati dopo 4 anni durante i quali erano stati accolti grazie ad un progetto Sprar e si erano integrati con la popolazione locale.

“La decisione del commissario prefettizio rapida e irremovibile. Il motivo? Puramente burocratico”, osserva Facciolla.

“Quello che è palese è che il Molise, il Basso Molise, sta virando sempre più in direzione di scelte che non tengono conto dei diritti delle persone più fragili, degli ultimi e di chi vive in difficoltà”, argomenta. “Gli ostacoli burocratici, economici o amministrativi ci sono sempre stati ma gli attuali governi preferiscono mettere alla porta chi fa fatica a difendere i propri diritti e le associazioni e gli enti che spesso sopravvivono solo grazie al volontario, piuttosto che provare a programmare e pianificare azioni di inclusione e accoglienza.

È come se le persone in difficoltà adesso risultino di intralcio e bisogna sbarazzarsene nel modo più rapido possibile.

Se questa è la visione di chi guida i centri del Basso Molise, sicuramente non è la nostra”.

Facciolla quindi lancia un appello alla mobilitazione: “Attiviamoci e facciamo sentire la nostra voce per difendere chi non ha voce”.

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