La tragica notizia è piombata poco dopo mezzogiorno in Consiglio regionale: “Purtroppo è scomparsa l’ex presidente del Consiglio regionale nonchè ex assessore regionale Angela Fusco Perrella“, le parole del presidente di Palazzo D’Aimmo Salvatore Micone. Così ha annunciato una notizia che ha lasciato sgomenti i consiglieri regionali (che hanno osservato un minuto di silenzio) e in particolare chi aveva condiviso una parte del proprio percorso politico e istituzionale con la signora della politica molisana.
Angela Fusco Perrella avrebbe dovuto compiere 79 anni fra pochi mesi. Era nata il 10 novembre 1942 a Riccia ma da tempo abitava a Campobasso dove non era raro incontrarla, anche al di fuori dei suoi impegni politici e istituzionali, in compagnia del marito. Aveva due figli, Carlo (al vertice della Comunità Montana Fortore) e Nicoletta (che vive in Irlanda).
E’ scomparsa, a causa di un ictus, e forse non è un caso che la notizia sia arrivata, come un fulmine a ciel sereno, il martedì in un’Aula di Consiglio regionale, quel luogo che le era così “quotidiano”, del quale conosceva ogni angolo, che per decenni l’ha vista indiscussa protagonista di dibattiti, votazioni, emendamenti. Aveva la stessa età di Raffaella Carrà, l’annuncio della morte è avvenuto una manciata di ore dopo quello del decesso della soubrette più amata dagli italiani. E in un certo senso non appare una coincidenza nemmeno questa: come Raffa è stata icona della cultura pop e della televisione italiana, Angiolina – che l’ex sindaco di Campobasso Gino Di Bartolomeo chiamava con un misto di affetto e goliardia “Jolie” – ha rappresentato la femminilità nella politica senza mai smettere di essere fedele a se stessa e agli ideali del centrodestra cui apparteneva.
I primi passi li aveva compiuti nella Democrazia Cristiana. Poi dopo lo scandalo legato a Mani Pulite aveva aderito ad Alleanza Nazionale e infine al Popolo della Libertà, nato nel 2009 proprio dall’unione di Forza Italia e An.
Tuttavia, tanti conoscevano Angela Fusco Perrella prima del suo impegno in politica e della sua elezione in Consiglio regionale perchè era stata un’insegnante, docente al Magistero Sperimentale del Molise e all’Università degli Studi di Cassino. Si era laureata in Pedagogia, poi si è specializzata in Economia presso l’Istituto G. Alfieri Cavour di Firenze. Infine, era diventata educatore per comunità terapeutiche presso la Scuola di formazione di Castel Gandolfo. Molti, anche nei palazzi della politica, continuavano a chiamarla “professoressa”.
Al vertice del Consiglio di amministrazione del Conservatorio Lorenzo Perosi di Campobasso (dal 1988 al 1991), nel 1994 l’approdo in Consiglio regionale che ha guidato come presidente dal 2001 al 2006. In quest’ultimo anno il centrodestra aveva deciso di puntare su di lei ed era stata candidata alla Provincia di Campobasso: la Fusco perse la sfida elettorale contro l’esponente del centrosinistra, Nicola D’Ascanio.
Un piccolo stop in un lungo percorso politico coronato dalla nomina ad assessore regionale: Michele Iorio (letteralmente impietrito dalla triste notizia appresa proprio durante il suo intervento in Aula) l’ha voluta nella sua Giunta per affidarle una serie di importanti deleghe (Lavoro, Formazione professionale, Politiche sociali, Politiche della famiglia, Politiche giovanili, Cooperazione e Obiettivi sanitari) che le consentono di conoscere tanti lavoratori e persone impegnate nelle strutture sanitarie che di lei conserveranno sempre un bel ricordo. Tanto è vero che è stata la più votata alle Regionali del 2011: oltre 4500 preferenze. E’ stata la sua ultima competizione politica. Ma quei consensi dimostrano che aveva lasciato il segno. Perchè Angela Fusco Perrella era sempre gentile e cordiale, paziente, sorridente, materna anche quando doveva confrontarsi con un problema politico, con una vertenza o quando era necessario impegnarsi per gli anziani ospiti di qualche rsa.
Seria, sobria, garbata e sempre impeccabile, nei modi come nello stile. Senza mai un eccesso, un elemento fuori posto: Angela Fusco Perrella è stata anche la donna-simbolo delle istituzioni per eccellenza grazie a una voce pacata, a una determinazione sempre tranquilla in apparenza. Storico anche il suo taglio di capelli corti e il rossetto elegante, in un’epoca in cui i tailleur – al massimo ravvivati da un fiore o da una collana di perle – e le camicette di seta costituivano la divisa d’ordinanza sui banchi del Consiglio regionale e i tempi delle labbra siliconate e delle magliette scollate erano di là da venire.
(Foto Facebook)
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