Il molise esiste ma non si fa vedere

San Vincenzo al Volturno, manca il personale e l’area è aperta solo nei festivi. E per visitare il gioiello della Cripta si paga ‘dazio’ all’Abate

Questa è la storia di uno dei siti archeologici più belli del Molise, il complesso monumentale che ospita la celeberrima Abbazia, ostaggio suo malgrado (e a suo discapito) di una congerie di contraddizioni finita nelle scorse ore sotto la lente della senatrice Margherita Corrado (archeologa e membro della Commissione sui beni culturali). Ma per primo è stato il professor Marazzi, direttore scientifico degli scavi sin dai primi anni ’90, a puntare il dito contro quella che definisce una gestione ‘bizzarra’, 'intollerabile' e ‘deleteria’ del parco, che rischia di allontanare i visitatori anziché indurli a godere di questo patrimonio di bellezza. Ma forse San Vincenzo non è che il simbolo – il più evidente – di come vanno le cose in tutta la regione che proprio oggi ha presentato, in grande stile, il portale VisitMolise.eu

VisitMolise è il refrain mediatico di questi giorni anche perché oggi è stato presentato il portale turistico della Regione che avrà proprio questo nome. Peccato che non sempre all’invito di venire a conoscere questo lembo di terra ricco di bellezze sconosciute ai più corrisponda un biglietto da visita all’altezza, in quanto a costi e servizi.

“Avete presente il Molise? Avete presente San Vincenzo al Volturno? Convenite che si tratta di uno dei siti più straordinari del medioevo europeo? Sapete cosa succede?” inizia così il post della senatrice del Gruppo Misto Margherita Corrado, archeologa nativa di Crotone e membro della 7° Commissione Permanente a Palazzo Madama, quella sull’Istruzione pubblica e i Beni culturali. Nelle scorse ore la parlamentare ha acceso i riflettori su uno dei siti archeologici più belli del Molise, il complesso monumentale di San Vincenzo al Volturno, appunto. Un bene culturale di primo piano dove solo i più fortunati – o motivati – riescono ad entrare. Il sito infatti, causa mancanza di personale, è aperto dal 17 maggio scorso solo di domenica e nei festivi e solo per 6 ore al dì. Per accedervi si paga un biglietto del costo di 5 euro. Ma questo non è che l’inizio.

Nella invettiva social la senatrice ricorda innanzitutto il travagliato stop del concorso indetto dal Ministero dei Beni Culturali (Mibact) nel 2019 per reperire 1052 Addetti alla fruizione accoglienza e vigilanza (Afav), stop legato però all’emergenza Covid-19. È notoria d’altronde la penuria di personale in questo comparto, comparto invero strategico per tutto il sistema-Paese.

Ne abbiamo parlato col professore Federico Marazzi, ordinario di Archeologia Cristiana e Medievale presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa ma soprattutto figura chiave nel parco archeologico alle pendici delle Mainarde e sulle rive del fiume Volturno, in provincia di Isernia. Il docente, originario di  Roma ma ‘innamorato’ di San Vincenzo – per cui ha partecipato agli scavi dal 1984 e ne ha diretto a livello scientifico l’attività di ricerca archeologica per oltre 30 anni – ci spiega che “la questione della mancanza del personale purtroppo è un problema nazionale. Certo, il Polo museale di San Vincenzo ha avuto una decurtazione significativa del personale in servizio per via dei tanti pensionamenti. È chiaro che la gestione è divenuta, così, complicata. Ma è un problema che si riscontra anche altrove, in Molise e non solo”.

Ma precisamente com’è la situazione nell’area archeologica di San Vincenzo al Volturno? Sul sito dei beni culturali del Molise si legge, testuale: “Si comunica che quest’Istituto s’impegna per offrire al pubblico un orario di visita quanto più esteso possibile, nel rispetto dei criteri per l’apertura al pubblico, la vigilanza e la sicurezza dei musei e dei luoghi della cultura statali (…) in attesa che vengano espletate le previste procedure concorsuali finalizzate al superamento delle attuali carenze organiche e al conseguente incremento del personale in servizio”. Sin qui la premessa, poi la conferma che “A partire dal 17 maggio 2021, il Complesso monumentale di San Vincenzo al Volturno sarà aperto al pubblico esclusivamente di domenica e nei giorni festivi, con orario dalle 10:00 alle 16:00”.

Ma nell’area archeologica, che ricordiamo essere di proprietà statale, oltre al Monastero e alle straordinarie rovine, testimoni delle tante attività dei religiosi che un tempo popolarono questa culla della cultura benedettina del Medioevo, c’è un tesoro davvero speciale. È la Cripta di Epifanio, che si trova al di sotto di uno degli edifici ecclesiastici del complesso archeologico di San Vincenzo Minore, uno scrigno dove poter ammirare un ciclo di affreschi di incredibile pregio del IX secolo, noti in tutto il mondo.

Ebbene, è proprio intorno alla Cripta di Epifanio che si sta scatenando – ma non è la prima volta che ciò succede – un polverone social e la senatrice Corrado ha già annunciato una interrogazione parlamentare sul tema. Già perché la Cripta è soggetta a un regime, chiamiamolo così, speciale.

cripta epifanio

Così sul sito, come d’altronde messo in luce anche dalla senatrice-archeologa: “La cripta di Epifanio, gestita dall’Abbazia di Montecassino, è aperta su prenotazione, nel rispetto degli orari di apertura del sito, nei seguenti orari 10:00 – 12:00 – 15:00. Il costo della visita della sola Cripta è di 10 €, per prenotazioni si prega di voler contattare il numero 333 697 2803​”.

Ergo, per visitarla bisogna prenotare contattando un numero collegato all’Abbazia di Montecassino. I giorni e gli orari sono tassativi (e limitati) ma soprattutto la visita corrisponde alla modica cifra di 10 euro a persona (nessuno escluso). 10 euro che vanno ad aggiungersi ai 5 euro che il visitatore paga all’ingresso. Pensate a una famiglia di 4 persone: un ‘tour’ completo comprensivo di visita alla Cripta gli verrebbe a costare 60 euro. “Io amo San Vincenzo sopra ogni cosa, però ogni cosa vuole le debite proporzioni. 10 euro è lo stesso prezzo, per capirci, che si paga per entrare al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e due euro in più di quello che si paga per entrare al Museo Nazionale Romano”, commenta con una punta di sarcasmo il professor Marazzi.

C’è poi un’altra questione, messa anche nero su bianco sui social dal docente in un post con l’incipit Il destino banale di un luogo eccezionale. “La cripta, essendo di proprietà dell’Abbazia di Montecassino, perché scoperta prima dell’inizio degli scavi, viene aperta e chiusa ad libitum da chi è incaricato dall’abbazia di gestirla. Ad libitum significa ‘a piacere’, nel senso che non ci sono orari fissi di apertura e, se la persona incaricata dall’abbazia non è disponibile, molto semplicemente la cripta non si apre, perché al personale di custodia del Ministero non è consentito aprirla”. Stesso concetto espresso dalla senatrice che ha sintetizzato con un laconico “l’Abate si è ripreso le chiavi”.

Sembra una barzelletta ma non lo è. Anche a Castel San Vincenzo sembra si stia consumando una lotta intestina tra Stato e Chiesa, nonostante negli anni scorsi si fosse arrivati a una sorta di ‘Concordato’ tra la direzione del Polo Museale (che si rifà al Mibact) e l’Abbazia di Montecassino. Un accordo che prevedeva che una percentuale del biglietto che i visitatori pagano per entrare nell’area veniva devoluta proprio all’Abbazia, per compensarla dell’accesso che veniva garantito dal personale di custodia del Ministero.

Prima di questo accordo, nell’estate 2006, una disavventura, simile a quella che sta capitando in questi giorni ai tanti desiderosi di vedere la famigerata Cripta, era occorsa all’allora deputata Vladimir Luxuria. “Anche allora infatti – scrive il professore – la cripta veniva aperta e chiusa ad libitum di un incaricato dell’abbazia di Montecassino e Luxuria ebbe giustamente da eccepire che, se un monumento di quell’importanza, sebbene giuridicamente privato, si trova nel bel mezzo di un’area archeologica aperta al pubblico, è assolutamente inconcepibile che sia gestito come fosse un’enclave extraterritoriale”. Ne seguì una interrogazione parlamentare in materia. Poi si pervenne all’accordo.

Ma pare che di recente l’accordo sia stato impugnato dal locale rappresentante dell’Abbazia (un laico), per non meglio precisate ragioni. Col risultato che ora le chiavi sono nelle ‘mani’ del rappresentante dell’Abbazia che ha deciso di ‘imporre’ un salato corrispettivo per chi voglia visitare la Cripta. Obbligando peraltro i visitatori ad avere una guida, guida che altrove (vedi Montecassino) è facoltativa. È un po’ come se ci fosse una sorta di enclave della Città del Vaticano nel sito statale.

Il paradosso è che dal Ministero per entrare nel sito (magari per effettuare delle ispezioni) debbano chiedere il ‘permesso’. “Montecassino che possiede la Cripta – commenta il prof Marazzi – ovviamente ha diritto di avere un ritorno dalla gestione della Cripta, ma questo non è il modo equilibrato per farlo. Anche perché i costi di gestione sono tutti in capo al Ministero”. Tradotto, il complesso monumentale si regge con fondi statali – dunque di tutti i cittadini – però per entrare nella Cripta in questione bisogna pagare dazio ai monaci.

“Io lo trovo sconcertante, mettere ‘chiavistelli’ non è certo il modo di aiutare il turismo culturale”, l’amara riflessione del docente. “Sembra che la collaborazione in Molise sia una chimera, invece ci dobbiamo rendere conto che nella situazione attuale ognuno deve portare l’acqua ad un mulino comune perché valorizzare un posto del genere è nell’interesse di tutti”. Il contesto molisano lo conosciamo tutti. È quello di una regione che annaspa sopraffatta da disoccupazione e spopolamento, quando avrebbe tanto da offrire e il Complesso monumentale di San Vincenzo ne è un esempio.

“Bisogna fare in modo che questi posti siano aiutati a essere visti e valorizzati. Il conflitto non serve a nessuno, non serve al Molise, anzi è deleterio”. Il Molise non si è mai del tutto staccato dall’immagine della regione che non esiste. Con tanti sforzi sta provando a farlo, ma manca ancora la sinergia di intenti e di azioni. “Nella terra molisana i beni culturali andrebbero promossi, non ‘affossati’ e messi in difficoltà. Questa non è la strategia da seguire”.

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