Dopo la Basilicata il tour di Matteo Salvini tocca il Molise e a Termoli, nel tardo pomeriggio di oggi, il leader della Lega presidia il gazebo allestito per presentare il referendum sulla giustizia e i sei quesiti che Lega e Radicali vogliono portare in cabina elettorale: la riforma del Csm, la responsabilità diretta dei magistrati, l’equa valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere, i limiti agli abusi della custodia cautelare e l’abolizione del decreto Severino.
Al suo fianco il consigliere termolese Michele Marone (assessore leghista in Regione per poco), gli altri leghisti dell’amministrazione Roberti oltre al commissario della Lega in Molise, l’onorevole Jari Colla. La campagna referendaria è stata appoggiata anche (oltre che dai Radicali) prima da Forza Italia e poi dall’Udc, diversamente da quanto fatto da Giorgia Meloni e dal ‘suo’ Fratelli d’Italia.
“Sono state raccolte 100mila firme in un solo week end” dichiara Salvini, esprimendo soddisfazione per la risposta degli italiani al referendum che prevede – sostiene – “certezza della pena, separazione delle carriere, e soprattutto il fatto che anche i magistrati se sbagliano devono pagare”. Lui la chiama ‘rivoluzione pacifica’.
Salvini, il cui obiettivo è raccogliere un milione di firme, parla di successo senza precedenti alla presenza di un pubblico nutrito, fatto in gran parte di sostenitori politici – tra cui molti giovani – che applaudono e fanno a gara per farsi una foto col leader del partito leghista.
Rispetto alla posizione della Lega, una delle forze di maggioranza del governo Draghi, Salvini ha chiarito di dare pieno sostegno alle riforme di Draghi e Cartabia, “e questa raccolta firme serve a dare una bella spinta con la partecipazione dei cittadini”. “Sarà un aiuto – ha aggiunto – al ministro Cartabia e al Governo per chiedere di accelerare. È uno strumento per liberare magistratura dalle correnti e dalla politica”.
Un referendum che presenta come un aiuto al Governo per la riforma, “perché non vorremmo che Pd e Movimento 5 Stelle rallentassero l’iter”. Circa 3000 i gazebo previsti da qui (la campagna è iniziata il 2 luglio) ai prossimi 3 mesi. Gazebo simili – ma senza la partecipazione dell’ex Ministro dell’Interno – si sono visti ieri anche a Venafro, Isernia e Campobasso.
Rispondendo alle domande dei giornalisti il leader della Lega, nella sua terza visita estiva a Termoli (dopo quelle del 2019 e del 2020) ribadisce il rapporto che il suo partito ha con l’Amministrazione di Donato Toma, certamente non lineare né positivo. “Con Toma è difficile anche parlare” e afferma sarcasticamente (il riferimento è all’ex assessore regionale Michele Marone, ‘defenestrato’ da Toma poco dopo il suo ingresso in Giunta) di governo che cambia Giunte ogni 15 giorni.
Sulla sanità, che proprio oggi segna un altro punto a sfavore con i tagli delle postazioni del 118, dichiara: “La Regione Molise deve fare di più sulla sanità. La sanità in Molise fa acqua, so dei problemi perché me ne hanno parlato poco fa alcuni medici”.
Non sono mancate le contestazioni, affidate in questo caso a un gruppetto di giovani – ma non solo – aderenti a partiti di sinistra e movimenti green, che muniti di fischietti hanno provato a coprire le parole di Salvini, ottenendo che il leader della Lega si rivolgesse anche a loro e parlasse di “due piazze in rappresentanza del mondo della politica: quelli che usano i fischietti e quelli che usano le firme”. I contestatori sono stati avvicinati e redarguiti dalla Polizia.
Allo stesso tempo non è mancato il ‘rito’ dei selfie. Senza mascherina, naturalmente.
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