Eccellenza molisana

Rossetti, borse e maglieria: azienda di Ripalimosani nell’olimpo della moda con la ‘benedizione’ di Vogue

E' stata consacrata anche dalla più autorevole rivista di moda nel mondo la collezione Abse-èl, lanciata da una impresa molisana nata nel periodo del lockdown. La sede legale è a Ripalimosani, il paese di origine di Giuseppe Di Bartolomeo, 42enne fashion designer di accessori che spiega: "Il lockdown ha stimolato la nostra creatività, c'è stata la voglia di reagire ad un momento storico così difficile". Rossetti, borse, scarpe e accessori dalle linee rigorose pronti a conquistare il mercato

Absel azienda moda Ripalimosani collezione

Tutto è cominciato con un rossetto, pezzo forte nel make-up femminile in questa estate 2021, soprattutto dopo che è stato abolito l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Gucci, Chanel e Dior – solo per citare qualche esempio – hanno lanciato nuove formule nelle tonalità più glamour per riportare le labbra in primo piano.

Il rossetto è anche l’elemento cardine della collezione di Abse-èl, il nuovo brand lanciato da un’azienda che ha radici in Molise e che è stato consacrato anche da Vogue, la più autorevole rivista di moda al mondo.

Il giornale diretto dalla celebre giornalista Anna Wintour (la cui storia ha ispirato il noto film ‘Il diavolo veste Prada’) ha dedicato un articolo al marchio lanciato da tre giovani e talentuosi professionisti: il molisano Giuseppe di Bartolomeo, Davide Mattiucci e Ludovica Barlafante di origini abruzzesi. Un brand che “sovverte, sin dal principio, ogni schema classico del fashion industry“, scrive Vogue.  “Abse-èl offre una prospettiva diversa dal solito, che coniuga avvincenti affinità e affascinanti differenze scoperte nel corso di itinerari creativi unici e distinti“.

Una vera e propria ‘benedizione’ per l’impresa che ha sede legale a Ripalimosani. Quasi una sorpresa per coloro che il più delle volte associano la moda made in Molise a Isernia. In realtà Ripalimosani è il paese di origine di Giuseppe Di Bartolomeo, 42enne fashion designer accessori (borse, scarpe, gioielleria).

Dopo aver lavorato 16 anni per Blumarine in cui è stato ‘responsabile stile’ e dopo una collaborazione con la prestigiosa maison di Elisabetta Franchi, l’inizio di questa nuova avventura imprenditoriale con Davide Mattiucci, designer abbigliamento. “Con lui ho lavorato alla Blumarine”, spiega Giuseppe Di Bartolomeo a Primonumero. “Avevamo questo sogno nel cassetto: realizzare un nostro marchio. Ci siamo riusciti in un momento storico particolare, quello della pandemia, avvalendoci inoltre della collaborazione della make-up artist Ludovica Barlafante”. Tutti e tre sono uniti da un minimo comun denominatore: l’orgoglio per le proprie radici.

Collezione d’esordio essenziale e dalle linee rigorose: pochi pezzi nello showroom di Milano, la capitale italiana della moda. Rossetti da nuance definite “emblematiche”, packaging color argento. E poi borse, scarpe, maglieria. Colori freschi, d’impatto, accattivanti. “E’ stata una scelta: volevamo lanciare un messaggio preciso, giovane, nuovo rispetto a quello già diffuso sul mercato. Abbiamo voluto puntare sull’immagine di una donna sorridente”. Inoltre, per la collezione sono state scelte tre modelle di etnia diversa perchè “il nostro è un brand all over the word.

Anche le circostanze hanno aiutato i tre imprenditori. “La nascita del rossetto ha coinciso con l’allentamento delle misure anti-covid e in particolare quelle relative all’uso delle mascherine. Durante il lockdown le donne hanno puntato maggiormente sugli occhi, la bocca era sempre coperta”.

Il progetto era in cantiere da due anni: “Ci abbiamo lavorato molto, ma la prima fase della pandemia (febbraio 2020, ndr) è stato il momento clou, quello in cui abbiamo dato sfogo alla nostra creatività. Durante il lockdown, mentre eravamo chiusi in casa, abbiamo concentrato tutte le energie sul nostro brand”. La sua mente creativa fra l’altro si è messa in moto proprio a Ripalimosani, dove Giuseppe Di Bartolomeo è tornato a vivere nell’ultimo anno e mezzo.

E’ scattata poi un’altra ‘molla’: “C’è stata la voglia di reagire a questo momento storico che è stato duro per tutti”.

Il lockdown è stato un periodo di svolta, di rivoluzione. Ha stravolto tanti settori, compreso il mondo dorato della moda.

“Molti marchi hanno avuto una grossa crisi, alcuni sono scomparsi”, chiarisce il fashion designer. “Al tempo stesso questo periodo ha offerto nuove opportunità, ha consentito di ‘ripulire’ un po’ il settore, hanno resistito i progetti più solidi e interessanti. Negli ultimi anni infatti il mondo della moda ha tirato fuori numerosi progetti, ci sono stati concorsi per scovare nuovi talenti. Tutto ciò si è innestato alla riapertura del mercato e alla voglia dei compratori di vedere cose nuove. C’è stato un momento storico in cui il mondo della moda viaggiava alla velocità della luce, in cui tutto diventava vecchio in pochissimo tempo complici anche le nuove tecnologie. Era una rincorsa a non offrire nulla. Oggi penso che questo meccanismo si sia rallentato”.

Per Vogue, Abse-èl è pronta “a compiere una rivoluzione consapevole e spontanea nel mondo della moda“. E se lo dice la più nota rivista del settore, c’è da fidarsi.

commenta