La battaglia giudiziaria ricomincia. Il Comune di Termoli ha deliberato ieri il ricorso al Tar contro la chiusura del Punto Nascite del San Timoteo, decisione assunta dall’Asrem su diretta indicazione della struttura commissariale, in seguito alla morte di un neonato lo scorso 12 luglio.
“Nell’ultima seduta di Giunta Comunale di ieri sera è stata deliberata l’impugnazione al Tar contro la decisione dell‘Asrem del 14 luglio scorso che ha stabilito ‘L’immediata sospensione dell’attività di accettazione ostetricia’ dell’ospedale San Timoteo di Termoli” si legge in una nota del Comune.
Anche stavolta, come già accaduto due anni fa per la stessa vicenda della chiusura del Punto Nascite, saranno gli avvocati Vincenzo Iacovino e Massimo Romano a presentare ricorso al Tar per conto del Comune di Termoli. Con la delibera, il sindaco Francesco Roberti e la Giunta Comunale hanno disposto di “promuovere ogni opportuna difesa, ogni azione necessaria e utile nonché ogni atto processuale necessario e utile alla difesa degli interessi dell’Ente”.
Probabile che a ruota seguiranno anche altri Comuni del Basso Molise, per dimostrare compattezza contro un provvedimento che è sembrato eccessivo e inspiegabile e che danneggia fortemente l’intero territorio. Un ulteriore ricorso dovrebbe essere firmato a breve dalla Casa dei Diritti.
“La decisione è stata intrapresa in quanto i provvedimenti di chiusura sono stati adottati in assenza di qualsiasi informazione e consultazione con gli enti locali e la popolazione – fa sapere il Comune di Termoli – determinando una situazione di grave allarme sociale per la contrazione di servizi socio sanitari essenziali sul territorio. Quanto stabilito comporta conseguenze negative inaccettabili in una area geografica che per la sua morfologia presenta difficoltà oggettive nell’attivazione di eventuali servizi di emergenza, risultando spesso ostacolato il raggiungimento in tempi certi del Punto Nascita di Campobasso per quasi tutti i centri bassomolisani”.
Infatti è già realtà la ‘migrazione’ di partorienti fuori regione, con un primo nato a Vasto, nelle scorse ore, per decisione della madre che avrebbe dovuto partorire a Termoli ma non l’ha potuto fare. La decisione dei vertici sanitari di ‘dirottare’ a Campobasso le future mamme appare inapplicabile e sta già comportando l’ennesima diaspora di pazienti molisani fuori regione.
Probabile che il Tar sia chiamato a pronunciarsi in tempi rapidi sulla richiesta di sospensiva che qualora accettata porterebbe all’immediata riapertura del reparto entro pochi giorni. Soltanto in seguito si passerebbe alla decisione sul merito, esattamente come avvenuto due anni fa.
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