Sono iniziate stamattina 7 luglio le operazioni di immersione subacquea dei sub della Marina Militare nelle acque antistanti il lido balneare La Perla, dove è stato scoperto – casualmente – un relitto sul fondale. Nessun dubbio che si tratti di un mezzo anfibio, datato seconda guerra mondiale e nella disponibilità degli Alleati. Dovrebbe essere il mezzo conosciuto come Dukw (che si pronuncia come Duck, anatra, perché richiama la forma del volatile), ancora attrezzato con artiglieria pesante. La conferma che sia il mezzo anfibio militare arriva proprio dai sub, che nella prima ricognizione hanno rinvenuto all’interno del relitto del materiale pericoloso. La Capitaneria di Porto, di supporto alle ricerche che proseguiranno nei prossimi giorni, ha pertanto emanato una nuova ordinanza che vieta navigazione e balneazione in un raggio di 100 metri. Si tratta di un provvedimento che il Capitano Nacarlo ha emanato a tutela della incolumità e della sicurezza, rivedendo la precedente ordinanza che disponeva il divieto in un raggio di 20 metri dal luogo del ritrovamento.
Ordinanza CAPITANERIA DI PORTO relitto in mare TERMOLI
Le operazioni preliminari di ricognizione del mezzo anfibio sono dunque iniziate oggi, come era stato annunciato, ma dovranno continuare ancora un paio di giorni per concludersi, verosimilmente, venerdì 9 luglio. I subacquei della marina Militare si sono imbattuti, durante la prima ricognizione, in materiale pericoloso, che dovrà essere disinnescato prima di consentire il recupero.
Sul mezzo anfibio infatti sono stati trovati proiettili di grosso calibro e, secondo le prime testimonianze e in attesa della conferma che potrà arrivare solo dalla relazione tecnica, perfino bombe. Si tratterebbe insomma di munizioni belliche che il mezzo anfibio – con una importante capienza di uomini e armi- era in grado di trasportare, e che servivano per l’artiglieria.
L’anfibio Dukw (perché di questo pare con ogni probabilità che si tratti), prodotto per l’esercito americano e dato agli Alleati, era un mezzo anfibio utilizzato specialmente nelle operazioni di sbarco alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Poteva farsi carico di un grande quantitativo non solo di uomini e rifornimenti ma anche di bombe per la difesa contraerea e di cannoni.
La conferma che si tratti proprio di un mezzo anfibio, come anticipato, si legge nell’ordinanza. “È presente un relitto riconducibile ad un mezzo anfibio utilizzato nel corso della Seconda Guerra Mondiale”.
I proiettili sarebbero nelle cassette, peraltro ben visibili nel video pubblicato da Primonumero all’indomani della immersione effettuata dal bagnante che con la figlia per primo ha fatto la scoperta, una scoperta sensazionale che promette di aggiungere un tassello fondamentale alla storia.
Al termine delle operazioni di immersioni, in ogni caso, si saprà in dettaglio lo stato di conservazione e la tipologia di materiale esplosivo contenuto. Il dato preciso sarà fornito dagli esperti della Marina Sud del Nucleo Sdai (Servizio Difesa Antimezzi Insidiosi) di Taranto che sono arrivati ieri sera.
In considerazione dei particolari emersi la Capitaneria di porto termolese ha emanato una nuova ordinanza, che segue quella del 27 giugno e che è più restrittiva della precedente perché vieta la navigazione, la sosta e la balneazione per un raggio di 100 metri dal punto del ritrovamento. Il Comandante della Guardia Costiera termolese, Capitano di Fregata Amedeo Nacarlo, commenta: “Abbiamo ritenuto opportuno su loro suggerimento tecnico allargare il raggio di interdizione, vista la pericolosità”.
Nel punto esatto in cui giace il relitto a una profondità di 5 metri sono stati posizionati dei gavitelli rossi per segnalare l’area a natanti e utenti del mare, mentre la Guardia Costiera sta sorvegliando l’area con pattugliamenti frequenti e ha sensibilizzato gli operatori balneari (cui è stata inoltrata l’ordinanza) affinchè nessun bagnante si avvicini all’area delimitata, a circa 300 metri circa dalla costa.
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