L'ipotesi al vaglio

La curva risale, crociata per le vaccinazioni. Verso il Green Pass obbligatorio per scongiurare chiusure in autunnosondaggio

I contagi sono destinati ad aumentare, forse esponenzialmente. Per evitare un autunno con nuove restrizioni il Governo sta valutando l'ipotesi di rendere obbligatorio il Green Pass per accedere a molti eventi/luoghi della vita sociale. Una scelta che di fatto indurrebbe molti scettici a vaccinarsi. Perchè, se non ci si mobilita ora per la immunizzazione, si rischiano conseguenze pesanti nei prossimi mesi

Una curva epidemiologica incontrovertibilmente in ascesa (il Molise non fa eccezione) che, se incontrastata, potrebbe rivelare i suoi effetti a partire dall’autunno. Il Governo italiano si sta interrogando in queste ore sui rimedi da porre in atto, e sul piatto essenzialmente ci sono due possibilità: il green pass obbligatorio per accedere a molti eventi/luoghi della vita sociale, che portano inevitabilmente a un maggior rischio di assembramento, ma anche – ipotesi più controversa e dibattuta – l’obbligo vaccinale.

È vero, l’aumento dei contagi (limitiamoci all’Italia) non sta portando al parallelo aumento di ricoveri e decessi, fortunatamente. Ma più che di fortuna si dovrebbe parlare di effetto-vaccini oltre che di effetto-stagione calda. L’estate – e i due mesi che ci separano alla stagione autunnale – ha ora più che mai bisogno di una massiccia vaccinazione che porti, se non all’immunità di gregge, quantomeno a una copertura più vasta possibile. Perché il quadro odierno – con tanti contagiati giovani cui l’infezione porta al massimo lievissimi sintomi – potrebbe mutare nei mesi più freddi. E il rischio di ripiombare nell’inferno economico e sociale delle chiusure potrebbe concretizzarsi.

C’è, inoltre, anche un altro rischio legato alla prospettiva di tornare a ‘ingolfare’ le strutture ospedaliere. Perchè i numeri di oggi (di contagi e ricoveri) non sono che la punta dell’iceberg di quelli che potremmo vedere fra qualche settimana. Proporzionalmente anche le ospedalizzazioni – sebbene in misura proporzionalmente inferiore rispetto ai tempi passati in cui i vaccini erano ancora una chimera – cresceranno. A meno di non riuscire a vaccinare tutti, specie i più fragili.

La variante Delta è inevitabilmente destinata a divenire prevalente e già sta mostrando tutti i suoi ‘muscoli’. Se i contagi (ieri e anche oggi in Italia tornati dopo tante settimane sopra le 2mila unità) dovessero divenire 30mila o 50mila al giorno – come si pensa – cambierebbero le carte in tavola e, quantomeno in un’ottica di prevenzione e di sanità pubblica, le restrizioni potrebbero in qualche modo tornare.

Proprio per scongiurare ciò, si pensa a come giocare d’anticipo. La linea del Governo, ispirata al modello francese, sembra quella di rendere obbligatorio il Green Pass per eventi, stadi, palestre e piscine, convegni, treni e aerei, discoteche e forse anche per i ristoranti al chiuso. La certificazione potrebbe essere rilasciata solo a chi ha completato il ciclo vaccinale (con entrambe le dosi ad eccezione di chi fa il vaccino monodose). Il Green Pass, secondo questa prospettiva, diverrebbe necessario per continuare a condurre una normale vita sociale e – di fatto – indurrebbe anche gli scettici del vaccino a farsi immunizzare.

Facciamo parlare la scienza. Gli studi e i dati rilevati hanno dimostrato che i vaccini contro il Sars-Cov-2 sono efficaci contro le forme gravi della malattia Covid-19 (cosa diversa dall’infezione, ndr), soprattutto se viene completato il ciclo vaccinale. L’Istituto superiore di Sanità, nel suo ultimo bollettino di sorveglianza, ha messo a confronto i nuovi casi rilevati tra la popolazione vaccinata e quelli tra chi non si è ancora vaccinato. I risultati sono incoraggianti e confermano che il vaccino è efficace all’80% nel proteggere dall’infezione e al 100%, contro gli effetti più gravi della malattia per tutte le fasce d’età. Per i ricoveri in terapia intensiva l’efficacia è del 100% nelle due fasce più giovani (cioè non si è verificato nessun ricovero in terapia intensiva nei vaccinati nel periodo considerato), e scende leggermente al 96,9% nelle persone con più di 80 anni. Per quanto riguarda i decessi, l’efficacia è del 100% nelle due fasce più giovani, mentre scende al 98,7% in quella 60-79 e al 97,2% nelle persone con più di 80 anni.

Prendiamo il Molise. 7 contagi nella settimana dal 28 giugno al 4 luglio, 26 contagi (quasi il quadruplo della settimana precedente) tra il 5 e l’11 luglio. E 49 contagi nei soli primi 4 giorni della settimana in corso. La progressione è evidente. Ma in tutto questo periodo considerato non c’è stato alcun ricovero e – ahinoi – un solo decesso (una persona ultraottantenne). Di più, l’ospedale si è svuotato di pazienti Covid: chi c’era è stato dimesso.

Ora, a spingere sull’acceleratore dei contagi sappiamo che è stato soprattutto il caso-Guglionesi, dove attualmente ci sono 40 persone positive (sono 97 ad oggi in tutta la regione). Di queste 40 persone infette, 36 hanno tra 7 e 37 anni (ma sono prevalentemente infraventenni). Solo quattro persone hanno circa 50 anni e si tratta in generale di familiari dei giovani infetti. Come si intuisce già da una analisi sommaria, i genitori dei ragazzi contagiati non si sono quasi mai contagiati. In effetti i giovani non sono stati vaccinati mentre i genitori sì. Resta possibile – chiariamo ancora una volta – contagiarsi anche se vaccinati, anche perché gli anticorpi che si generano a seguito della vaccinazione non sono ‘uguali’ ed ‘efficaci’ per tutti, ma in tal caso si è comunque largamente (se non totalmente) protetti dal rischio di contrarre la malattia, di avere dunque una infezione polmonare con i rischi di ospedalizzazione che questa comporta. Si può anche essere vaccinati ed infettarsi, dunque, e si potrebbe anche trasmettere l’infezione: ma la carica virale in caso di soggetti vaccinati è oltremodo inferiore e dunque anche meno preoccupante, per sé e per gli altri.

La vaccinazione è un po’ questo: una scelta per sè e per gli altri. Una scelta etica.

 

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