L’incendio di San Martino in Pensilis ha due volti. C’è una svolta infatti nelle indagini dei Carabinieri di Larino sull’inferno di fuoco del 13 luglio che ha creato il panico nel paese bassomolisano mettendo a rischio la vita di tantissime persone: due persone sono state identificate e denunciate per aver appiccato il fuoco.
Fuoco che poi, dal versante sud-ovest del paese, si è presto propagato fino a raggiungere il centro abitato. Il che ha imposto l’evacuazione di un centinaio di persone, compresi ospiti ed operatori della locale casa famiglia Caritas. L’incendio – il sospetto è ora divenuto realtà – è stato dunque doloso.
I Carabinieri di Larino, titolari delle indagini, hanno analizzato decine di filmati di telecamere locali e private. Gli accertamenti si sono poi orientati anche sui video postati dai residenti che sono risultati fondamentali per rintracciare i soggetti implicati nell’incendio. La tecnologia ha fatto il resto: i militari hanno analizzato, ingrandito e identificato le sagome di due persone, sulle quali resta il riserbo assoluto, intente ad appiccare fiamme nei campi sammartinesi.
Dopo aver ricostruito l’identikit dei due soggetti, i Carabinieri si son messi sulle loro tracce e li hanno identificati. Per loro è scattata immediatamente la denuncia alla Procura della Repubblica di Larino e l’avvio di un procedimento penale a loro carico. Gli identificati dovranno ora spiegare le ragioni del loro gesto e rendere conto alla giustizia.
Intanto le indagini proseguono per capire se altri responsabili possano aver preso parte al disastro.
Un pomeriggio che tutta San Martino in Pensilis non dimenticherà. Nondimeno si tratta di un precedente importante nel contrasto agli incendi dolosi. Come importante e d’esempio risulta la collaborazione dei cittadini ai fini delle indagini.
“L’Arma dei Carabinieri è sempre presente sul territorio”: unanime il pensiero delle autorità locali e della popolazione per il continuo e diuturno supporto alla cittadinanza per la salvaguardia della libertà e dei diritti di tutti”.
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