La vendita dell'ospedale

Gemelli, sindaco Gravina accusa Regione e commissario sanità: “Sono stati latitanti. Ora confronto trasparente”

“Confronto”, “chiarimenti”. Sono le parole che stanno accompagnando le reazioni sulla cessione del Gemelli Molise in base a un’operazione sconosciuta ai più, perfino allo stesso Consiglio di amministrazione che solo pochi giorni fa è stato messo al corrente dalla Fondazione Policlinico Gemelli della volontà di vendere l’ospedale di Campobasso. La struttura, con 130 posti letto, annovera 400 dipendenti. Molti sono di Campobasso. E c’è preoccupazione anche per il loro destino.

Dopo i sindacati, i consiglieri regionali di Pd e M5S e il capogruppo della Lega in Consiglio comunale a Campobasso Alberto Tramontano, è la volta del primo cittadino del capoluogo. Roberto Gravina parla della necessità di un “confronto serio e trasparente”. Già qualche giorno fa il sindaco aveva espresso la volontà di essere messo direttamente a conoscenza della questione.

“Le recenti notizie provenienti dal mondo sanitario locale e i risvolti che queste potranno avere sull’organizzazione sanitaria cittadina e regionale impongono una svolta. Una svolta che forse andava gestita diversamente da chi siede ai tavoli della programmazione sanitaria regionale e nazionale”: è convinto il sindaco pentastellato. A suo parere, potevano essere impiegate le risorse del Recovery plan per la sanità regionale che ora rischia di perdere un centro di eccellenza nella cura delle patologie oncologiche e della cardiochirurgia: “Lo sappiamo tutti, è una delle tante occasioni che la pandemia, nella sua tragedia, ci sta offrendo; e sappiamo altrettanto tutti, che tra le misure previste c’è il potenziamento delle strutture sanitarie, duramente messe alla prova dalla Covid. La fragilità del nostro sistema sanitario regionale, del resto, era già evidente prima. Fragile nell’organizzazione territoriale, fragile nella sua struttura finanziaria.

Siamo una regione che, come tante altre, ma forse più di altre, ha realizzato un’organizzazione/offerta sanitaria che attraverso la contribuzione pubblica, consente al privato di fare impresa sfruttando le inefficienze (spesso volute e pianificate) della sanità pubblica”.

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L’analisi di Gravina si sposta poi sul piano politico: “Sorprende molto la “latitanza” della politica regionale, nonché quella della struttura commissariale (guidata da Flori Degrassi, ndr), sul tema “Gemelli s.p.a.”. Eppure, in un sol colpo, se si volesse, si potrebbe rimediare a tre aspetti non secondari: la distribuzione delle risorse pubbliche ai privati convenzionati (tra cui Gemelli); l’offerta sanitaria pubblica; l’edilizia sanitaria.

Bisognerebbe verificare immediatamente – qualora non lo si fosse già fatto – quanta spesa sanitaria viene assorbita dal mondo Gemelli e quindi quanta automaticamente verrebbe “recuperata” al bilancio regionale.

L’offerta sanitaria pubblica, poi, fatto non secondario, ma anzi determinante, potrebbe avere un nuovo assetto che finalmente potrebbe superare le grosse criticità e i grossi squilibri che oggi si hanno.

Infine, ma non da ultimo, si potrebbe superare la scriteriata idea di “integrazione pubblico-privato” di qualche anno fa, potendo risolvere anche il grave problema dell’edilizia sanitaria e dell’urgente bisogno di dotare la città di Campobasso e la regione, di una struttura sanitaria più moderna e sicura.

Insomma, i grandi assenti – ha sottolineato Gravina – ad oggi sono la Regione Molise e la struttura commissariale o, qualora si siano mossi, nessuno ne è a conoscenza, quindi, da un lato ci sono silenzi imputabili alla politica regionale, dall’altro alla politica nazionale”.

Il sindaco di Campobasso rilancia quindi la necessità di “un confronto serio e trasparente, che provi a “pubblicizzare” il Gemelli, stando alla larga da aspetti gestionali e professionali per evitare che anche quella che oggi è una struttura di qualità possa lentamente diventare un ulteriore sacca di inefficienza”.

Una richiesta in tal senso sarà avanzata dalla Consulta della Sanità (da poco ricostituita) e guidata dal sindaco di Agnone Daniele Saia.

L’obiettivo è “una immediata operazione informativa e conoscitiva su quanto sta accadendo per rendere l’intero dibattito maggiormente trasparente verso i cittadini molisani.

Auspichiamo – ha concluso Gravina – che la Regione recuperi il tempo perso. Ne vale della sopravvivenza di un sistema per il quale tutti i molisani ed i campobassani ripongono ancora una esile speranza che qualcosa possa cambiare. In meglio, ovviamente”.

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