Fine dei giochi

Gemelli Molise venduto a un privato. SanStefar si aggiudica l’ospedale per 33 milioni grazie a un fondo svizzero

L'indiscrezione è trapelata nel pomeriggio, confermata anche dalla commissione che si è occupata delle procedure. L'offerta da 33 milioni presentata dal gruppo legato a un fondo svizzero e che possiede due centri di riabilitazione in Molise sarebbe quella più in linea coi parametri richiesti. Sanstefar la spunta dunque sui "colossi" Humanitas e Neuromed: ora bisognerà chiarire la questione relativa all'accredimento, alla prosecuzione della ricerca scientifica e al mantenimento dei livelli occupazionali

Alla fine la partita sulla vendita del Gemelli Molise Spa si è conclusa oggi, 22 luglio: Sanstefar, uno dei cinque gruppi che si era fatto avanti presentando una propria offerta per rilevare il centro di eccellenza di contrada Tappino, si sarebbe aggiudicato l’ospedale. Il Policlinico Gemelli di Roma aveva deciso di cedere le proprie quote a causa di debiti e altri problemi di natura finanziaria.

L’indiscrezione è iniziata a circolare questo pomeriggio, confermata anche dalla commissione che si sta occupando della cessione e che nei giorni scorsi ha valutato le offerte pervenute entro il 9 luglio per l’acquisizione delle quote. Cinque le proposte di acquisto sul tavolo: oltre al SanStefar, legato ad un fondo azionario svizzero, la struttura specializzata nella cura delle patologie oncologiche e cardiopatiche aveva suscitato l’interesse di altri quattro gruppi, fra cui quello che fa capo all’europarlamentare Aldo Patriciello e considerato negli ambienti politici regionali in pole per l’acquisizione degli assets. E poi si erano fatti avanti anche Humanitas, Iervolino e il fondo di Vito Gamberale.

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Alla fine l’avrebbe spuntata un gruppo, la SanStefar Molise srl, fino a pochi anni fa di proprietà del gruppo Angelini che possedeva numerose strutture sanitarie anche in Abruzzo. Poi la svolta: “Nel mese di aprile del 2013 – leggiamo sul sito di SanStefar Molise – è avvenuta l’acquisizione da parte della Europe Adriatic Health Service srl (EAHS srl) della San Stef. A.R. Molise srl dalla società Policlinico Abano Terme. A partire da tale data la EAHS srl gestisce i due centri ambulatoriali di riabilitazione, situati nel territorio della Regione Molise, accreditati con il Sistema Sanitario Nazionale per l’erogazione di prestazioni di riabilitazione”.

Dunque, attualmente il gruppo detiene in Molise due centri di riabilitazione, uno a Campobasso e l’altro a Termoli, entrambi accreditati con il sistema sanitario nazionale.

Per aggiudicarsi il Gemelli Molise era necessario anche rispettare altri due requisiti: prevedere la continuità della ricerca scientifica e dell’attività didattica. Due condizioni fondamentali per ottenere l’accreditamento al sistema sanitario, uno dei nodi clou della cessione. E in questa fase della ‘partita’ entreranno in gioco anche la Regione Molise e il commissario ad acta alla sanità, Flori Degrassi. Come struttura accreditata – stando alle informazioni emerse nell’ultimo Consiglio regionale – Gemelli riceve poco meno di 40 milioni l’anno, di cui circa 14 per prestazioni su pazienti di fuori regione.

Il Gemelli Molise spa, gestito finora dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS (fondazione nata senza scopo di lucro), diventa dunque di proprietà di un operatore sanitario privato che avrebbe rilevato il 90% delle quote sborsando circa 33 milioni di euro. Altra questione da chiarire: la salvaguardia dei livelli occupazionali. Il personale assunto al Gemelli Molise – 380 dipendenti – non dovrebbe perdere il proprio posto. 

Nei prossimi giorni saranno definiti gli ultimi dettagli contrattuali, ma l’intesa di massima sembra essere stata raggiunta.

Intesa che lascia fuori la Regione Molise, che ha provato in extremis ad entrare in ‘partita’ dal momento che per costruire l’ospedale sono stati impiegati 100 milioni di soldi pubblici.  Nemmeno la lettera del presidente Toma al rettore Anelli è servita. Stesso destino per l’appello lanciato dal Papa (“La Chiesa non faccia profitto con la sanità”) e dai vescovi molisani: entrambi sono caduti nel vuoto.

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