Torna l'integrazione col cardarelli

Gemelli Molise in vendita, il futuro dell’ospedale a un bivio. Diventerebbe pubblico se la Regione rilevasse le quote

Quale sarà il destino del centro di eccellenza di proprietà del Policlinico Gemelli di Roma? Le opposizioni in Consiglio regionale oggi hanno chiesto chiarimenti al presidente Donato Toma, a cui il Movimento 5 Stelle ha proposto di acquisire la struttura di contrada Tappino: "Non lasciamo spazio ai privati, è stato costruito con fondi pubblici. Dobbiamo fare di tutto per acquisirne la proprietà e portare a termine l'integrazione tra Gemelli e Cardarelli in un'ottica pubblica".

I costi della vendita, ma non solo. Il ruolo all’interno della sanità molisana, il destino del personale sanitario, la possibile coabitazione con l’ospedale Cardarelli di Campobasso. Non è facile decifrare il destino dell’ospedale Gemelli Molise in questo momento di grande incertezza per i 400 dipendenti che temono per il loro futuro. E’ vero, la struttura fa gola ai privati (ci sarebbero 5 gruppi interessati ad acquisirla). Ma c’è chi spinge per riconvertire – termine solitamente utilizzato per le fabbriche – quello che negli anni è diventato un centro di eccellenza: progetto che potrebbe andare in porto se diventasse di proprietà della Regione Molise. Come? L’ente di via Genova dovrebbe acquistare le quote (gli assets come si dice in gergo) dal Policlinico Gemelli di Roma che ha deciso di mettere in vendita la ‘succursale’ molisana per – sembra – ripianare i debiti. 

Non sarebbe un peccato mortale: l’edificio è stato costruito con finanziamenti pubblici a cavallo tra gli anni Novanta e il Duemila (è stato inaugurato nel 2002).

Attualmente lo stesso Policlinico ha un contratto in comodato uso per 100 anni dell’immobile di proprietà dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che a sua volta è stata fondata dall’Istituto ‘Giuseppe Toniolo’ presieduto dall’arcivescovo di Milano, Mario Delpini. Quest’ultimo è stato nominato nel 2017 da Papa Francesco in persona. 

Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto Giuseppe Toniolo hanno costituito nel 2018 la ‘Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS’ che non ha scopo di lucro. E’ la stessa Fondazione che dirige il Gemelli Molise spa, come è possibile leggere sul sito ufficiale dell’ospedale: “Gemelli Molise, anche se costituita sotto forma di SpA, non persegue di fatto alcuna finalità lucrativa ed è soggetta a Direzione e Coordinamento della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, ente senza scopo di lucro e Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico – IRCCS, riconosciuto dal Ministero della Salute. Il cinquanta per cento dell’eventuale utile conseguito viene destinato alle attività di Ricerca”.

In questo complicatissimo intreccio, la presa di posizione dei vescovi molisani è stata una sorta di timbro, insomma la conferma ufficiale della vendita della struttura di contrada Tappino. La notizia è stata dirompente ponendo anche dei dubbi sulla fattibilità della cessione che chiamerebbe indirettamente in causa il Vaticano che possiede una fitta rete di investimenti e proprietà dal valore di 11 miliardi (secondo una stima del quotidiano Il Sole 24 ore).

In questa partita, la Regione Molise può fare la sua parte. Ne è convinto che in queste ultime ore sta chiedendo al governatore Donato Toma di recuperare il progetto di integrazione tra Cardarelli e Cattolica che era stato proposto dall’ex presidente nonchè commissario alla sanità Paolo di Laura Frattura. L’integrazione nel 2018 venne stoppata da Roma.

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Ora le carte in tavola potrebbero cambiare se la Regione acquistasse le quote detenute dal Policlinico Gemelli. Il Pd ha chiesto chiarezza su questo delicato tema con Micaela Fanelli.

I 5 Stelle sono stati più diretti oggi in Aula, quando Andrea Greco ha illustrato l’interpellanza urgente posta all’attenzione del presidente Toma: “La Regione dovrà far di tutto per scongiurare che l’hub regionale, il Cardarelli di Campobasso, sia nel tempo assorbito da Gemelli Molise per poi passare in gestione ai privati che avrebbero già pronte proposte d’acquisto. Al contrario riteniamo che il pubblico debba riprendersi quanto è stato costruito per gran parte con soldi pubblici”. 

Al tempo stesso, è necessario “scongiurare ulteriori speculazioni sulla sanità pubblica e cosa si sta facendo per promuovere una rilevazione degli asset societari della Gemelli e degli immobili di proprietà dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Insomma: acquisire tutto senza lasciar spazio ad altri privati e concretizzare l’integrazione tra la stessa Gemelli e il Cardarelli, stando però ben attenti che sia il pubblico ad acquisire il privato e non viceversa. Non dimentichiamo, infatti, che l’attuale Gemelli Molise ha sempre attinto a fondi pubblici, sia in fase di costruzione che di esercizio”.

Secondo i pentastellati, la Regione “deve invece giocare da protagonista al tavolo delle trattative facendo pesare ai privati il fatto che i contratti di accreditamento sono scaduti già dal 2018 e, ad oggi, ancora attendono di essere rivisti”. Autorizzazioni e accreditamenti “regolarmente ufficializzati con decreto dal commissario ad acta Angelo Giustini”, ricorda il presidente del Comitato San Timoteo Nicola Felice.

A suo dire “l’ultima trasformazione dell’assetto organizzativo dell’importante struttura sanitaria, lasciava intendere con chiarezza che non era escluso, anzi era atto propedeutico per poter acquisire azioni della società Gemelli Molise da parte di tutti: enti pubblici, privati”.

Anche per Nicola Felice, l’integrazione col Cardarelli può essere l’unica strada da seguire per valorizzare la funzione del Gemelli Molise, che sorge in una struttura più nuova e moderna anche dal punto di vista sismico rispetto al nosocomio di Campobasso. “Non serve ora ‘stracciarsi le vesti’ – insiste l’esponente del comitato termolese pro San Timoteo – serve agire concretamente, se c’è reale e concreta volontà da parte pubblica. Occorre evitare temporeggiamenti ed errori, come fatto in passato, con la possibile e mancata integrazione con il Cardarelli. Come pure occorre anche tenere conto che il plesso sanitario in questione fu allora realizzato con l’impiego di buona parte dei fondi nazionali dell’edilizia sanitaria assegnati alla Regione Molise. Forse non è da escludere che ciò per il Molise può diventare diritto di prelazione”. (SP)

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