Ore cruciali

Gemelli in vendita, commissione valuta le 5 offerte private. Si attende segnale da Roma dopo appello del Papa

Alle reazioni si aggiunge quella del sindaco di Capracotta Candido Paglione che invita la conferenza dei sindaci a sostenere l’idea di un protagonismo effettivo della regione nella vicenda

C’è il massimo riserbo sulle offerte arrivate per rilevare il Gemelli, struttura di eccellenza della sanità che Roma ha deciso di mettere in vendita per debiti e problemi di natura finanziaria. La commissione è al lavoro per valutare le 5 proposte arrivate, due delle quali da potenziali acquirenti molisani che coincidono anche con due gruppi privati: oltre al Neuromed che fa capo all’europarlamentare Aldo Patriciello c’è il San Stefar. Gli altri tre sono il gruppo Humanitas, il gruppo Iervolino e il fondo di Vito Gamberale.

In tutto questo la Regione Molise finora non è minimamente coinvolta ed è rimasta in silenzio. Si susseguono ancora in queste ore le reazioni che puntano il dito contro la mancanza di trasparenza della procedura, il danno che la sanità riceverebbe dalla privatizzazione della ex Cattolica e il problema dei dipendenti (circa 400) che tuttavia dovrebbero essere reintegrati nel nuovo progetto stando alle rassicurazioni circolate.

Il sindaco di Capracotta Candido Paglione oggi scrive: “Sulla vicenda occorre una presa di posizione forte e autorevole e a farlo devono essere i detentori del potere di programmazione e accreditamento, non certo i potenziali concorrenti”. Per Paglione la vendita del Gemelli sembra “la storia di Totò che voleva vendere la fontana di Trevi”, visto che si tratta di una istituzione “finanziata interamente con risorse pubbliche proprio perché concorresse, insieme agli ospedali, all’erogazione di prestazioni di qualità per il Molise e le regioni limitrofe. È fuori da ogni logica di buon senso -concludi Paglione – la messa in vendita delle attività sanitarie e della sede, o anche il suo affitto ad altri privati. La Regione ha il diritto di esercitare la responsabilità di costruire un futuro rilevando il possesso della struttura e delle tecnologie pagate dal pubblico per trasferire eventualmente in quella sede le attività del Cardarelli, considerato non sicuro e non a norma”.

Per l’integrazione pubblico privato tuttavia è troppo tardi, in aggiunta a tutti gli ostacoli che sono stati già evidenziati che non lo rendono un passaggio fattibile. Intanto si attende che Roma, cioè la sede centrale, dica qualcosa o prenda una decisione in seguito all’appello rilanciato da papa Bergoglio, che ha richiamato al servizio pubblico, necessario tanto più in un momento da post covid in cui il crollo delle visite specialistiche sta avendo conseguenze importanti sulla salute dei cittadini.

Gemelli, si valutano le offerte: attesa per conoscere gli acquirenti. Il Papa: “Anche la Chiesa non venda sanità”

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