L'annuncio

Fiat di Termoli produrrà batterie per auto elettriche: in Molise terza Gigafactory d’Europa

Corposi investimenti per produrre batterie per veicoli elettrici nella città adriatica molisana annunciati dall'amministratore delegato di Stellantis, il gruppo nato dalla fusione di Fca coi francesci Psa. Una notizia appresa con grande soddisfazione dai lavoratori e dai sindacati dello stabilimento di motori che sarà in parte riconvertito. Termoli viaggia verso la transizione ecologica e si appresta a divenire centrale nelle strategie di elettrificazione che guardano al futuro della mobilità.

Termoli è stata scelta da Stellantis come terza Gigafactory d’Europa del gruppo automobilistico nato dalla fusione fra Fiat e Peugeot Citroen. In sostanza lo stabilimento di Termoli verrà trasformato in parte in produzione di batterie per auto elettriche.

Lo ha annunciato l’amministratore delegato Carlos Tavares in apertura dell’ Electrification day dedicato alla strategia del gruppo per l’elettrificazione. Un annuncio a sorpresa, dato che si pensava che la fabbrica di batterie sarebbe stata realizzata a Torino.

Per Termoli una boccata d’ossigeno dopo le forti preoccupazioni per la riduzione del personale in atto.

La notizia è stata appresa con grande soddisfazione anche dalle sigle sindacali del Molise: preferire la città adriatica del Molise al capoluogo piemontese è stata una sorpresa anche alla luce dei corposi investimenti attesi: “Oltre 30 miliardi di euro entro il 2025 nell’elettrificazione e nel software – queste le parole dell’ad Tavares – mantenendo un’efficienza esemplare per il comparto automotive, in particolare con un’efficienza degli investimenti del 30% superiore rispetto alla media del settore”.

L’obiettivo è che i veicoli elettrificati “arrivino a rappresentare oltre il 70% delle vendite in Europa e più del 40% di quelle negli Stati Uniti entro il 2030. Il nostro percorso di elettrificazione rappresenta probabilmente la tappa più importante per iniziare a definire il futuro di Stellantis ad appena sei mesi dalla sua nascita- ha aggiunto Tavares -, e oggi l’intera azienda sta dedicando tutto il suo impegno a superare  le aspettative di ogni cliente e ad accelerare le nostre iniziative  per ridefinire la mobilità in tutto il mondo”. ‘

Saranno cinque, con Termoli, i super stabilimenti: a quelli di Francia e Germania vanno sommate altre due gigafactory in Europa e in Nord America.

Se l’annuncio è già di per sé positivo è inevitabile che la notizia vada letta anche alla luce delle recenti e per nulla rassicuranti novità sul rischio ridimensionamento per lo stabilimento molisano Fiat. La Fca termolese, infatti, non ha presentato alcun piano industriale lasciando in apprensione i dipendenti, oltre 2mila persone, e gli stessi sindacati. Tanto che proprio l’altro giorno il Pd ha lanciato l’allarme e dato la sveglia al mondo delle Istituzioni circa i rischi di un ridimensionamento occupazionale. Qui l’articolo

Per la Uilm di Termoli si tratta di “una notizia importantissima per il nostro territorio perché dà un futuro occupazionale e sgombra il campo dalle tante illazioni che in queste settimane parlavano addirittura di chiusura dell’impianto Stellantis di Termoli. Purtroppo per loro anche questa volta i catastrofisti sono stati smentiti. Noi invece abbiamo sempre creduto che grazie all’impegno e alla professionalità delle donne e degli uomini che quotidianamente lavorano nello stabilimento, Termoli avrebbe avuto un futuro, anche in un processo di trasformazione di portata epocale come il passaggio dal motore endotermico a quello elettrico. La costruzione di un polo per la produzione di batterie è stato sempre una priorità che abbiamo sostenuto ai tavoli nazionali. E grazie alle sinergie tra tutte le parti in campo raggiungiamo oggi un importante risultato”.

Bene anche per il segretario nazionale della Uilm Gianluca Ficco: “La scelta di Termoli  appare opportuna poiché in quel territorio insiste una grande fabbrica di motori, che come noto a causa del processo di elettrificazione inevitabilmente dovrà subire processi di trasformazione e di riconversione”.

E plaudono alla decisione di insediare la terza gigafactory d’Europa a Termoli anche dalla Fiom (Molise, Abruzzo e Rsa di Termoli): “Da mesi ci battiamo per la transizione e per avere investimenti in Italia che vadano verso l’elettrico. Questo è un primo importante risultato verso l’elettrificazione. Viene premiata la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori dello stabilimento di Termoli che in questi anni hanno saputo dimostrare serietà. Questo risultato è stato anche frutto di una forte volontà manifestata dalla Fiom di avere investimenti in Italia da parte di Stellantis. Ora il Governo faccia la sua parte per rendere la nostra nazione pronta a raccogliere le sfide di una transizione che favorisca il futuro delle nuove generazioni creando occupazione”.

Sull’annuncio interviene anche Roberto Benaglia, segretario generale Fim-Cisl e Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim-Cisil, responsabile settore auto: “L’abbiamo ribadito e richiesto in tutti i tavoli negoziali e di confronto che abbiamo avuto nelle ultime settimane con Stellantis e con il Governo Italiano. L’obiettivo principale era fare in modo che la Gigafactory di Stellantis fosse localizzata nel nostro Paese. Con la Gigafactory si evita la dipendenze dall’estero e soprattutto ora sarà fondamentale investire per rafforzare le competenze professionali necessarie a gestire la transizione. Abbiamo difronte una situazione non semplice nel settore, molti grossi produttori del settore della componentistica dei motori endotermici fanno già prefigurare nel breve periodo esuberi occupazionali. Anche Stellantis dovrà occuparsi della riconversione in Italia degli stabilimenti che producono motori endotermici, la decisione della Gigafactory di posizionarla nella fabbrica di motori di Termoli consente di gestire la transizione con quella compatibilità sociale che come Fim-Cisl ribadiamo da tempo.  Per noi al centro di ogni scelta nella gestione di questa transizione, lo ribadiamo con forza deve esserci la compatibilità sociale. Il processo di cambiamento in atto del settore, a partire del cambio delle motorizzazioni, non può determinare costi sociali”.

 

 

 

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