L'Ospite

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Diritto alla salute da proteggere e no all’antivaccinismo. “Governo di Termoli batti un colpo”

di Maria Chimisso, segretaria del Circolo Pd di Termoli

Le parole pronunciate dal Presidente Draghi durante la conferenza stampa di giovedì sera si sono saldate con il sentimento collettivo: gli articoli e i servizi delle testate locali testimoniano una decisa e chiara adesione alla vaccinazione contro il contagio da COVID.

Ed è un bene che le cose vadano così. C’è in gioco la salute pubblica, cioè lo stato di benessere della nostra comunità, delle famiglie, di noi stessi. C’è in gioco anche l’economia: non può esserci ripresa, sviluppo o PNRR che tenga se restiamo bloccati in casa. Le donne, che hanno pagato il prezzo più alto in termini di perdita di posti di lavoro, sanno quanto sia vitale poter tornare ad una condizione di normalità. Lo sanno anche gli studenti che ci hanno rimesso in conoscenze e preparazione.

Oggi si registra il paradosso che una certa parte politica, quella più retriva, si sia messa addosso la divisa dell’antivaccinismo. E non è una cosa buona. Perché se la variante Delta fa bene il suo lavoro (e il virus pare proprio esperto in questo genere di trappole), al netto di teorie complottistiche e farneticazioni sulla “lesione dello stato di diritto” i picconati saranno tutti gli italiani e gli operatori commerciali in primis.

Se guardiamo ai diritti, il primo è quello alla vita, che significa diritto alla salute, alla cura: va difeso, non leso. Va difesa anche la libertà, ma nessuno può dirsi libero se è vittima delle intemperanze altrui. Non si dà libertà di vivere, di esistere, di star bene se non si concorre insieme per l’obiettivo comune dell’immunità da COVID. Chi proteggerà i malati oncologici, gli immunodepressi e tutti coloro che per le loro patologie non possono vaccinarsi, se mancherà l’abbraccio collettivo rappresentato dall’immunità di gregge?

Enrico Letta ha definito irresponsabile il comportamento delle destre. Troppo poco: ignobile è il termine giusto. Ignobile l’occhiolino strizzato ai detrattori del vaccino per pura strumentalizzazione politica, e pazienza se ciò costerà delle vite umane e un nuovo tracollo economico, o se si esporrà al rischio di contagio i più giovani e chi ha meno di quarant’anni, e farebbe meglio (chissà poi perché? ) a “non vaccinarsi”.

Le mie posizioni sul vaccino sono note e molto forti: tuttavia oggi non va difeso il sacrosanto principio generale di tutela dell’infanzia. Oggi il rischio è più grave: è in forse la tenuta del Paese, è minato il futuro di intere generazioni. Una politica seria fa questo: si assume la responsabilità dell’impopolarità se serve per il bene comune, e non baratta la leadership, lo statismo, con i selfie e le foto ammiccanti. Questo dovrebbe ormai essere chiaro a tutti gli Italiani, ai meridionali che hanno dimenticato gli insulti rivolti al Sud, agli stessi Termolesi ingannati da una politica che ha fatto promesse e nulla ha fatto, anche e soprattutto in termini di salute e sanità. La politica di chi non ci protegge dagli assembramenti, che si decide a fare i tamponi solo quando è tirata per i capelli dall’opposizione, che non dice una parola sui vaccini, che condanna l’ospedale San Timoteo ad un inesorabile declino, che, non sapendo o non volendo fare programmazione, delega il suo mandato ai TAR.

Ma non è così che si fa Politica, non è così che funziona. E infatti la sanità, a Termoli, come tutto il resto, non funziona. Governo cittadino, se ci sei, batti un colpo.

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