Il commento

Cuori, batticuori e crisi dei 5S/ Ma in Molise li salverà il Fattore P

Per il bene di questo nostro Paese, siamo tutti interessati e preoccupati su come i 5 Stelle riusciranno a superare la caotica deriva del MoVimento. Imploderanno, si scinderanno, si riappacificheranno, si rifonderanno? Sono dilaniati tra l’Avvocato del popolo e l’Arruffapopolo? Ma insomma: chi andrà con chi?

La domanda pareva fino a ieri improponibile perché, come dice Simone Canettieri, è come chiedere a un bambino se vuole più bene alla mamma o al papà. Non a caso ieri Grillo ha insistito a definirsi “Papà, non Padre-padrone”. Ma può anche finire che il fondatore del MoVimento diventi – titola il Manifesto – “Il Padre affondatore”.

In tanti abbiamo apprezzato l’autocritica del M5S e la sua saggia trasformazione dal populismo anti-sistema. Una palingenesi che l’on. Antonio Federico aveva riassunto in una frase: “Non siamo più quelli del Vaffanculo”.

E’ dunque naturale che gli iscritti e gli eletti del MoVimento siano oggi imbarazzati e dilaniati al loro interno sia a livello nazionale e forse ancor più a livello regionale. Gli esponenti molisani del MoVimento hanno, comprensibilmente, le bocche cucite, ma è facile capire cosa bolle e ribolle in queste ore nei loro cuori e batticuori.

Luigi Di Maio, che alcuni ritengono paladino del Molise, è una sfinge. La sua speranza di fare da paciere è stata un flop. Mettetevi quindi nei panni di Andrea Greco che verso “Giggino” nutre da sempre una venerazione quasi pari a quella di Roberto Gravina per Conte e Grillo.

Intanto, la situazione sta precipitando e vedremo tra poco come e con chi si distribuiranno e divideranno le varie “anime” del MoVimento.

Quelle molisane possono comunque contare su una condizione locale decisamente unitaria definibile come Fattore P. (P come Patriciello). Vale a dire la forte e comune convinzione che il destino di questa regione è talmente bloccato da quel Fattore da non consentire patti o accordi se non con “punti di riferimento progressisti”. Quelli cioè che Enrico Letta ancora spera di raggiungere con Conte.

Non sappiamo se il grillismo è riformabile, ma lo speriamo. Comunque vada, questo significa e semplifica il concetto che il futuro e la sopravvivenza dei pentastellati molisani è fatalmente legato alla condivisione di una meta comune. Il Fattore P, appunto.

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