Rischia di scomparire definitivamente la tradizione dei falò in spiaggia a Rio Vivo per la festa di San Basso e più in generale durante l’estate. Anche quest’anno il sindaco Francesco Roberti ha emanato un’ordinanza con la quale vieta di realizzare falò sulle spiagge di Termoli.
Il divieto è valido per tutto il mese di agosto e si riferisce sia alla detenzione di legna, carbonella e qualsiasi altro materiale che possa servire l’accensione di fuochi, che al campeggio, l’accatastamento di legna, l’accensione di fuochi e falò e all’abbandono sull’arenile di residui sia organici che non organici e in special modo bottiglie di vetro.
Sicuramente la pandemia da covid-19 si sta rivelando un deterrente per quella che da circa 30 anni, se non di più, è una tradizione che accompagna le nuove generazioni di termolesi.
Non si può nascondere tuttavia che i falò di San Basso siano profondamente cambiati nel tempo. Se alle origini ci si riuniva attorno al fuoco in riva al mare per cantare delle canzoni, strimpellare una chitarra e passare qualche ora in allegria fra amici, negli ultimi anni i falò si erano trasformati in un ritrovo di giovani soprattutto per consumare alcol e droghe, in una sorta di rave disorganizzato.
In particolare l’abuso di alcol era finito al centro di numerose polemiche nonché episodi di cronaca, in qualche caso sfociati persino in violenza. I ritrovi di giovani, spesso accampati già dal pomeriggio con tende e scorte di bottiglie, provocavano infatti schiamazzi, accumuli di rifiuti e malori dovuti per l’appunto all’abuso di sostanze. In più di un’occasione le forze dell’ordine sono state chiamate a intervenire per sedare risse oppure per indagare su episodi di violenza.

Inoltre il mattino successivo al 4 agosto, cioè la notte dedicata solitamente ai falò, la spiaggia di Rio Vivo specie nel tratto fra il porto turistico e il Circolo Vela diventava una distesa di sporcizia di vario tipo e residui di piccoli fuochi spenti.
Tutto ciò aveva già portato a un serio ripensamento sull’opportunità di portare avanti questa tradizione considerando la deriva che aveva preso. Da due anni a questa parte l’esigenza di ridurre al minimo i rischi di contagio da covid-19 ha dato un maggiore impulso alle restrizioni e all’ordinanza di divieto del sindaco, che tuttavia prende spunto proprio dagli eccessi degli ultimi anni.
Niente falò quindi e chissà se in futuro potranno tornare, magari in una forma diversa. Chiunque verrà sorpreso a violare l’ordinanza rischia una multa da 50 a 300 euro.
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